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DISCORSO DI PAOLO VI
IN OCCASIONE DEL I CENTENARIO DELL’ISTITUTO
DELLE FIGLIE DI MARIA AUSILIATRICE

Sabato, 15 luglio 1972

 

Figlie carissime in Cristo,

Con l'animo pieno di paterna commozione porgiamo il nostro saluto a così numerosa ed eletta rappresentanza delle Figlie di Maria Ausiliatrice, venute a portarci la testimonianza della loro fedeltà e devozione nell’anno centenario della fondazione del loro Istituto.

Questo incontro richiama alla nostra mente la grande e benemerita schiera delle vostre Consorelle che, in ogni continente, umili e generose spendono la loro vita lietamente ed alacremente per gli interessi del regno di Dio, per l’aiuto della Chiesa, per il bene delle anime. Pensando al ruolo che la vostra zelante famiglia religiosa svolge in seno alla Chiesa, una folla di riflessioni e di sentimenti urge nel nostro spirito, e vorremmo, per esprimerli come si conviene, non essere impediti dai limiti di questa breve udienza.

Desideriamo tuttavia che le prime nostre parole siano quelle della riconoscenza verso Dio e verso tutte e ciascuna di voi, per lo spettacolo confortante e ricco di promesse che ci è offerto dalla vostra Congregazione in una data così significativa.

In voi noi vediamo la continuità ininterrotta e la splendida fioritura di un ideale di carità e di zelo, che sbocciò nel lontano 5 agosto 1872 per opera di San Giovanni Bosco e di Santa Maria Mazzarello, quando le prime figlie di Maria Ausiliatrice a Mornese offrivano al Signore la loro giovane vita e iniziavano il loro cammino apostolico per le vie del mondo. Il piccolo seme di allora, nel corso di questi cent’anni, germogliò e si sviluppò in maniera prodigiosa, come un albero maestoso che ormai stende i suoi rami in ogni parte del globo, dovunque si prodiga lo zelo ardente dei figli di Don Bosco. Quanti motivi, dunque, per congratularci con voi, figlie carissime! Siatene benedette. La Chiesa si onora dei vostri progressi, della vostra testimonianza evangelica, della vostra generosa dedizione apostolica.

Ma è chiaro che la celebrazione di una data così importante per la vita del vostro Istituto non può limitarsi alla semplice visione retrospettiva di un luminoso passato. Occorre guardare anche all’avvenire. Saprà la vostra Congregazione rispondere all’appello della Chiesa nella tormentata ora che volge? Con quali mezzi farà sì che la vitalità antica del ceppo robusto, piantato dai vostri santi Fondatori, continui a fiorire in tutta la sua pienezza? A questi interrogativi, figliole, non c’è che una risposta, la quale, come spiega la straordinaria fecondità del passato, così assicura infallibilmente al vostro Istituto la sua vitalità per l’avvenire: la santità.

Ciò significa per voi assicurare il primato della vita interiore in mezzo a tutte le vostre attività educative, caritative e missionarie, senza mai temere che in tal modo sia diminuito il vostro dinamismo apostolico o possiate essere impedite di dedicarvi a fondo al servizio degli altri. Significa amare la preghiera, la povertà, lo spirito di sacrificio, la croce. E significa altresì l’impegno tutto particolare da parte vostra di riprodurre nella vostra vita di pietà e di apostolato gli esempi dell’amore adorante e operativo di Maria Santissima.

O come vorremmo che fosse conservato fra voi in tutta la sua primitiva freschezza questo carattere spiccatamente mariano, che dovunque costituisce la nota inconfondibile della spiritualità delle figlie di Maria Ausiliatrice. Voi avete il privilegio di appartenere ad una famiglia religiosa che è tutta di Maria e tutto deve a Maria. Non è forse il vostro Istituto il monumento vivo che Don Bosco ha voluto erigere alla Madonna, come segno di imperitura riconoscenza per i benefici da Lei ricevuti? Sì, figliole, finché alla scuola di Maria saprete imparare a tutto dirigere a Cristo suo divin Figlio, finché terrete fisso lo sguardo su di Lei - che è il capolavoro di Dio, il modello e l’ideale di ogni vita consacrata, il sostegno di ogni eroismo apostolico - non si inaridirà mai nel vostro Istituto quella sorgente di generosità e di dedizione, di interiorità e di fervore, di santità e di grazia, che ha fatto di voi così preziose collaboratrici di Nostro Signore Gesù Cristo per la salvezza delle anime.

Ecco quello che la Chiesa attende da voi. Non deludete le sue attese, ma rispondetele oltre le sue stesse speranze.

Con voi è la nostra preghiera, che chiede al Signore, per l’intercessione della Vergine Santissima, premio di meriti eterni per quanto avete fatto finora, generosità costante per il presente, e ricchezza sempre più abbondante di frutti apostolici per il futuro; con voi è il nostro pensiero e il nostro affetto; con voi è infine la nostra Benedizione Apostolica, che vi impartiamo insieme con tutte le vostre Consorelle, come pegno delle più elette grazie del Cielo.

                                 



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