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DISCORSO DI PAOLO VI
AI DIRETTORI NAZIONALI DELLE
PONTIFICIE OPERE MISSIONARIE

Venerdì, 19 maggio 1972

 

Figli carissimi,

La visita che annualmente siete soliti farci al termine delle riunioni del vostro Consiglio Generale delle Pontificie Opere Missionarie, è stata sempre per noi motivo di letizia, Ma quest’anno la nostra gioia nel salutarvi è ancora maggiore, perché venite a commemorare, insieme a noi, alcune importanti ricorrenze, le quali, se interessano tutta la Chiesa, in modo particolarissimo riguardano coloro che, come voi, dedicano all’attività missionaria le loro migliori energie.

UNA MOLTEPLICE MEMORIA

Il primo e più importante avvenimento che commemoriamo è la fondazione, avvenuta trecentocinquant’anni fa, della Sacra Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli; il secondo, la fondazione, centocinquant’anni fa, nel 1822, dell’Opera della Propagazione della Fede; il terzo, l’erezione delle Pontificie Opere Missionarie ad opera di Pio XI, cinquant’anni or sono, nel 1922. Possiamo aggiungere una quarta ricorrenza: il venticinquesimo anniversario della fondazione del Collegio San Pietro Apostolo in Roma, nel 1947.

Sappiamo che nel vostro indefettibile amore per il Papa, per la Congregazione di Propaganda, per i vostri Vescovi e per tutta la Chiesa, avete voluto offrire loro, in questa molteplice ricorrenza, l’omaggio di un maggiore impegno nel vostro lavoro di dirigenti delle Pontificie Opere Missionarie; ve ne esprimiamo la più profonda e sincera gratitudine, a nome anche dei Vescovi del mondo intero, corresponsabili con voi nella sollecitudine per tutte le Chiese.

Da quando, nel 1922, il nostro venerato Predecessore Pio XI elevò le Opere della Propagazione della Fede, di San Pietro Apostolo e della Santa Infanzia al grado di Pontificie Opere Missionarie, si sono andati sempre più chiarificando e arricchendo il concetto e la natura di dette Opere, di pari passo con il magistero missionario dei vari Pontefici che si sono succeduti e della Sacra Congregazione «De Propaganda Fide», dalla quale tali Opere dipendono.

UNITÀ E UNIVERSALITÀ

Già dall’esame dei primi documenti relativi a queste Opere appare il loro fine specifico; ma è stato soprattutto il Concilio Vaticano II a porre chiaramente in risalto che la precipua finalità delle Pontificie Opere Missionarie consiste nel promuovere lo spirito missionario tra il Popolo di Dio; aspetto, questo, talmente fondamentale per tutto il sistema della cooperazione missionaria, che, senza di esso, non può in alcun modo concepirsi un aiuto vocazionale, spirituale e materiale alle missioni nella misura e con la costanza richieste dall’attività missionaria della Chiesa (Cfr. Ad gentes divinitus, 6).

Quando poi il Concilio aggiunge che le Pontificie Opere Missionarie costituiscono il principale mezzo a disposizione dei Vescovi per l’animazione missionaria del Popolo di Dio, con ciò stesso viene assegnato a queste Opere un posto basilare, fondamentale, in seno alla normale azione pastorale dell’episcopato.

Possiamo perciò affermare che, secondo il Concilio Vaticano II, le Pontificie Opere Missionarie costituiscono il principale strumento, di cui dispongono il Romano Pontefice e tutti e ciascun Vescovo, perché l’intero Corpo ecclesiale e ciascuna delle Chiese locali cooperino in maniera efficace, permanente ed organica, con pieno senso di unità e di universalità, alla attività missionaria della Chiesa. «Le Pontificie Opere Missionarie - come già recentemente ci siamo espressi - senza perdere la loro stretta unione con la Sede Apostolica, hanno acquistato una nuova e più autentica espressione di collegialità episcopale» (Lettera alla Conferenza Episcopale degli Stati Uniti, 22 febbraio 1972).

A voi, pertanto, figli carissimi, che in questo campo siete gli immediati collaboratori del Papa e dei Vescovi, spetta l’altissimo onore e il sacro dovere di mantener vivo e rafforzare sempre più lo spirito missionario in mezzo al Popolo di Dio. Sotto la direzione dei sacri Pastori e in intima unione con i sacerdoti, i religiosi e i laici militanti delle vostre rispettive Nazioni, voi dovete far sì che questo stesso spirito si diffonda e penetri in tutti i settori della vita pastorale nazionale, diocesana e locale, in quelli specialmente della liturgia, della catechesi, dei movimenti di Azione Cattolica.

RINNOVARE GLI STRUMENTI E I METODI

Non solo. Ma è necessario altresì rinnovare, conformemente alle norme conciliari, gli strumenti e i metodi dell’attuale pastorale missionaria. A tale scopo dovete usare tutte le risorse che i moderni mezzi di comunicazione sociali oggi ci offrono, e porre la loro efficacia a servizio dell’ideale missionario, presentandolo nella sua piena dimensione universale e nella sua luce profondamente soprannaturale. C’è una realtà consolante che deve farci guardare al futuro della vostra propaganda missionaria con ottimismo.

Papa Benedetto XV, nell’Enciclica «Maximum Illud», fin d’allora sottolineava il fatto singolare che «il popolo fedele ha una innata propensione a soccorrere con larghezza le iniziative missionarie della Chiesa». Si potrebbe discutere se in questa propensione aveva o no parte l’eroismo dei missionari, lo spirito avventuroso di tali imprese o semplicemente la naturale socialità dell’uomo. Ma il Concilio Vaticano II ci offre, in una precisa formulazione teologica, la motivazione di questa propizia realtà: «Lo Spirito Santo infonde nel cuore dei fedeli quello spirito per la propria missione, da cui era stato spinto Gesù stesso» (Ad gentes divinitus, 4). «Questo carattere di universalità che adorna e distingue il Popolo di Dio, è dono dello stesso Signore, e con esso la Chiesa cattolica efficacemente e senza soste tende ad accentrare tutta l’umanità, con tutti i suoi beni, in Cristo Capo nell’unità dello Spirito di Lui» (Lumen Gentium, 13).

Con la ferma fiducia che lo Spirito Santo vi sta sempre preparando il terreno per una semina feconda, tanto tra i fedeli cattolici come fra le istituzioni ecclesiali, proseguite instancabilmente il vostro lavoro di propaganda, e fate sì che il presente anno, tre volte giubilare per noi, per voi e per tutta la Chiesa missionaria, sia un anno decisivo per una più metodica, concorde e universale animazione missionaria del Popolo di Dio e per una più decisa promozione e fioritura di tutte le Pontificie Opere Missionarie, non soltanto nei paesi di antica tradizione cristiana, ma anche in quelli in cui stanno sorgendo le nuove e giovani Chiese.

Vi conforti nel vostro lavoro il sapere che il Papa vi segue e vi incoraggia, e innalza preghiere per voi e per le difficoltà che incontrate; e in pegno di questa benevolenza, siamo lieti di impartire a voi e a tutti i vostri collaboratori, sul piano nazionale, diocesano e parrocchiale, la nostra Apostolica Benedizione.

                                         



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