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DISCORSO DI PAOLO VI
AI GIOVANI DELLE SCUOLE MEDIE D'ITALIA
VINCITORI DEL CONCORSO
«VERITAS»

Domenica, 10 settembre 1972

 

Vi accogliamo volentieri, figli carissimi, che avete partecipato con onore agli Incontri «Veritas», promossi dal Centro Nazionale di Attività Catechistiche, ed insieme col caro e venerato Monsignor Franco Costa siete venuti numerosi - come i vostri condiscepoli negli scorsi anni - a portarci il vostro saluto e ad ascoltare la nostra parola.

L’omaggio, che ci esprimete, costituisce un’aperta testimonianza di fede, e ben corrisponde - ci sembra - all’impegno che avete dimostrato, durante l’anno scolastico, nello studio della Religione e, successivamente, nei convegni culturali in sede diocesana e nazionale. Il compiacimento, con cui ora sottolineiamo la vostra diligenza, serva a ricordare la grande importanza che la ricerca di carattere religioso-morale ha nell’iter della formazione scolastica e, per diretto riflesso, nel processo di maturazione della vostra personalità. Si tratta, certo, di uno studio particolare nel quadro delle varie discipline, cui si apre lo spirito umano: esso esige una sua didattica e, se pure si rivolge ad un settore specifico, investe, per l’ampiezza delle questioni che pone ed a cui intende rispondere, i beni e i valori fondamentali dell’uomo, anzi il significato stesso dell’esistenza. Voi avete compreso la peculiare funzione di tale insegnamento, e non c’è dubbio che le lezioni seguite nei vostri Istituti e più ancora l’esperienza comunitaria di questi giorni, in cui avete continuato in aperto dialogo con gli insegnanti e tra voi le discussioni intorno al problema religioso, abbiano reso più lucida questa consapevolezza, e più sentito il dovere di sviluppare le cognizioni acquisite. Una domanda veramente cruciale - sappiamo - ha attirato la vostra attenzione: E voi chi dite che io sia? Ma come rispondere, come scoprire il Cristo, come incontrare Dio attraverso Cristo, suo Figlio e suo Rivelatore, senza uno sforzo di riflessione e di approfondimento, che s’inserisca nel cono di luce, dischiuso dalla fede? Questo per dirvi che il corso di cultura religiosa non può essere una fase conclusiva che giustifichi un ripiegamento inerte sul lavoro già svolto, ma dev’essere, piuttosto, uno stimolo efficace per ulteriori studi, sicché la Religione rimanga costantemente al centro dei vostri interessi culturali e spirituali.

Vi conforti nella fedeltà a questo nostro invito la Benedizione Apostolica, che vi impartiamo «nel nome del Signore» ed estendiamo ai vostri genitori, sacerdoti e maestri.

                                   



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