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DISCORSO DEL SANTO PADRE PAOLO VI
IN OCCASIONE DEL DECENNIO DI FONDAZIONE
DEL SEGRETARIATO PER I NON CRISTIANI

Sabato, 6 luglio 1974

 

Signor Cardinale,

La ringraziamo per questa presenza del Segretariato per i Non Cristiani, che oggi ci dà modo di incontrarci con Lei e con i suoi Collaboratori al compiersi del decennio di fondazione del nuovo organismo Post-conciliare, da noi istituito nel giorno di Pentecoste del 1964. Esso corrispondeva ad un nostro fervido desiderio, che esponemmo qualche mese dopo nella prima Enciclica Ecclesiam suam: l’incontro, il dialogo con l’immensa area dei credenti in Dio, al di fuori dell’unica religione cristiana: «Non vogliamo rifiutare - scrivevamo in quell’occasione - il nostro rispettoso riconoscimento dei valori spirituali e morali delle varie confessioni religiose non cristiane; vogliamo con esse promuovere e difendere gli ideali, che possono essere comuni nel campo della libertà religiosa, della fratellanza umana, della buona cultura, della beneficenza sociale e dell’ordine civile» (AAS 56, 1964, p. 655). Intanto i Padri Conciliari avevano già fin d’allora allo studio l’elaborazione di quel documento, che vide la luce il 28 ottobre del 1965, cioè la dichiarazione Nostra Aetate sulle relazioni della Chiesa con quelle grandi confessioni religiose, né sono mancati negli altri documenti conciliari chiari accenni a questo nuovo e più pensoso atteggiamento verso di esse, segnando veramente una pietra miliare nella storia della vita e della teologia della Chiesa. In esse, infatti, i Padri hanno visto un’espressione molto significativa, anche se incompleta, del genio religioso dell’umanità, testimonianza del lavorio segreto che la grazia dello Spirito Santo - che riempie tutta la terra (Cfr. Sap. 1, 7; Is. 6, 3) - ha svolto nei secoli per far germogliare nelle anime rette i semina Verbi in eis latentia (Ad Gentes, 11), sicché quelle manifestazioni religiose, nonostante le differenze, «haud raro referunt tamen radium illius Veritatis, quae illuminat omnes homines» (Nostra Aetate, 2).

Ispirato da questi principii, che esprimono da una parte il rispetto della Chiesa cattolica verso il patrimonio religioso dell’umanità, e dall’altra la sua destinazione universale e il suo impegno di stabilire nel dialogo fruttuosi contatti con tutti gli uomini, e di servirli nei loro fondamentali problemi esistenziali e nella loro ricerca di Dio, il Segretariato ha lavorato in questi anni con umiltà, con intelligenza, con amore: e non possiamo non ricordare qui il Cardinale Paolo Marella, primo Presidente del Segretariato, al quale esprimiamo ancora il nostro ringraziamento. Una scorsa, sia pure sommaria, ai volumi che illustrano L’Attività della Santa Sede, dimostra, anno per anno, il progredire di un cammino difficile e generoso.

Lode a voi, dunque, per quanto avete fatto, sulla via delle indicazioni teologiche e socio-culturali del Magistero, per stabilire questo fruttuoso contatto con sfere sempre più larghe dei fratelli non cristiani; e incoraggiamento cordialissimo per i futuri sviluppi. Siamo lieti, infatti, del vasto programma di incontri, in tutti i Continenti, che il Segretariato annualmente favorisce e promuove; e ci fa piacere vedere come esistano nel mondo, oggi, in stretto rapporto di collaborazione col vostro organismo, circa 25 Commissioni per il Dialogo, in seno a tutte le Conferenze episcopali.

Continuate perciò con fede nel vostro lavoro: il vostro punto d’incontro con l’umanità sia ricerca appassionata di quella somiglianza divina, che ha stampato in tutti gli uomini la sua orma «e spinge a realizzare l’unificazione di tutti» (DIONIGI L’AREOPAGITA, De divinis Nominibus, 9, 6; PG 3, 913); il vostro sforzo sia sincero apprezzamento per la ricerca religiosa degli uomini, e per i valori a cui essa è approdata; la vostra offerta sia testimonianza dell’amore di Cristo, concretato nell’amore per l’uomo, per questa sublime e fragile creatura, luminosa, sacra e inviolabile, assetata di relazione, di comunione, di libertà e di pace. La vostra dev’essere, infatti, nella Chiesa, una presenza d’amore.

Questo è il compito grande che vi attende: estendere la rete della fraternità e della pace fra gli uomini religiosi di tutta la terra. La riconciliazione e il rinnovamento, auspicati per l’umanità nell’Anno Santo, diamo anche a voi l’impulso a stabilire con gli uomini fratelli il dialogo che salva.

In questo arduo cammino vi seguiamo e vi seguiremo sempre con la nostra Benedizione Apostolica.

                                        



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