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DISCORSO DEL SANTO PADRE PAOLO VI
AI PARTECIPANTI AL SEMINARIO SU «L’INFLUENZA
DELL’ISPIRAZIONE RELIGIOSA NELL’ARTE AMERICANA»

Mercoledì, 21 luglio 1976

 

Signori,

Questo gradito incontro ci permette stamani di rivolgervi una parola di saluto, di apprezzamento, di augurio in occasione del «Seminario», promosso congiuntamente dalla Direzione della «Smithsonian Institution» e da quella dei Musei Vaticani circa un tema di vivo interesse: «L’influenza dell’ispirazione religiosa nell’arte americana». Siamo lieti di questa nobile iniziativa, che, di per se stessa è una risposta positiva a un interrogativo, che diventa oggi problema: se cioè sia ancora possibile quello che è avvenuto tanti secoli addietro; se si possa legittimamente parlare di un’arte religiosa contemporanea.

Non è certo il momento, né ci soccorrerebbe il tempo di affrontare come si deve un argomento tanto impegnativo. Ma noi siamo convinti che, anche oggi, l’opera d’arte, nulla sacrificando della giusta autonomia che le compete e che già San Tommaso le riconosceva (S. THOMAE, Summa Theologiae, I-IIæ, q. 57, a. 4, c.; Ibid. a. 3, c.), sia potenziale veicolo di un messaggio religioso. Quando poi il messaggio religioso è quello cristiano, che parla di un Dio che si è incarnato prendendo forma umana e vivendo e morendo da uomo, allora la sua traduzione artistica si presenta per così dire spontanea e connaturale. Ne è prova il bisogno avvertito già dai membri della primitiva comunità cristiana di consegnare in simboli e figure quella fede che portavano in cuore. Proprio qui a Roma, nelle catacombe di Priscilla, Domitilla, Calisto e Pretestato conserviamo alcune delle più antiche (ultimi decenni del II e primi del III secolo) rappresentazioni figurate dei misteri cristiani. Col passare dei secoli è tutto un discorso che fiorisce tra le mani degli artisti cristiani, evocando le varie tappe della storia della salvezza.

Perché questo discorso dovrebbe essersi oggi interrotto? Forse che i misteri della nostra redenzione non parlano più alla sensibilità dell’artista moderno? Di più, forse che l’intuizione artistica ha oggi perso la nativa capacità di entrare in contatto, attraverso il fulgore del Bello, con la trascendente dimensione dell’Essere, testimoniando l’apertura dello spirito umano al richiamo dell’Assoluto?

Noi non lo crediamo. Ed è per questo che, or sono tre anni, abbiamo fatto spazio nei Musei Vaticani ad una Collezione di Arte religiosa moderna, convinti che «esiste ancora, esiste anche in questo nostro arido mondo secolarizzato e talvolta perfino guasto di profanazioni oscene e blasfeme, una capacità prodigiosa . . . di esprimere, oltre l’umano autentico, il religioso, il divino, il cristiano» (PAULI PP. VI Allocutio diei 23 iunii 1973).

Ed esprimevamo allora l’auspicio che quella iniziativa servisse ad avvalorare «nel cuore degli artisti la convinzione che la Chiesa Cattolica è tuttora e sempre loro estimatrice, fautrice e protettrice», che anzi essa «attende sull’amplissimo orizzonte del mondo odierno la fioritura di una primavera nuova dell’Arte religiosa Post-conciliare» (PAULI PP. VI Allocutio diei 23 iunii 1973). Siamo certi che la vostra indagine vi porterà a scoprire in tante opere d’arte anche moderna, non foss’altro che come sofferta testimonianza di una tragica assenza, il bisogno insopprimibile di qualcosa, meglio di Qualcuno, che dia senso all’effimero, ed altrimenti assurdo, agitarsi dell’uomo nel tempo e nello spazio di questo mondo finito. Oh, quanto vorremmo far giungere a tutti gli artisti che in questo momento soffrono il travaglio del dare espressione sensibile alle inesprimibili intuizioni del loro spirito, una parola di sincero rispetto e di viva simpatia. Essi sono, anche se forse non lo sanno, sulla strada che conduce a Dio. Continuino dunque a camminare senza lasciarsi scoraggiare dalle asprezze della vita e con le loro opere sollecitino anche altri ad avviarsi con loro verso un incontro, che solo può essere veramente appagante per chi, come l’uomo, è costituzionalmente, lo sappia o non lo sappia, un pellegrino dell’Assoluto.

Con questi voti noi impartiamo agli organizzatori di questo Seminario, agli studiosi e critici d’arte, e in particolare agli artisti qui convenuti, nei quali idealmente scorgiamo rappresentati tutti gli Artisti del mondo, la nostra Apostolica Benedizione.

                            



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