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[ IT  - LA ]

LETTERA DEL SANTO PADRE PIO X*

AL SIGNOR CARDINALE PIETRO RESPIGHI
NOSTRO VICARIO GENERALE

 

Signor Cardinale,

Fra i molti e gravi uffici, ai quali deve consacrarsi lo zelo dei Parroci, tiene certamente il primo posto la cristiana istruzione della gioventù. È ben vero che tale dovere s'appartiene principalmente ai genitori, che per questo mezzo soltanto hanno diritto alla corona della paternità; ma oltreché molti pur troppo lo trascurano, l'istruzione religiosa, che forma tanta parte della cristiana educazione, s'impone a coloro, ai quali ha detto Gesù Cristo: Ite, docete omnes gentes. Che se pel mal seme contratto dalla prima colpa, l'educazione è un' opera così ardua che, anche senza ostacoli, anche col concorso di tutti, difficilmente arriva ad un buon successo, come potrebbe un giovane senza aiuti arrivare alle sublimi e difficili altezze della virtù e della perfezione cristiana?

Per questo la Chiesa, sollecita del bene delle anime, ingiunge ai Parroci l' obbligo di impartire al popolo l'istruzione religiosa almeno nelle Domeniche, nelle feste solenni, e tutti i dì, o almeno tre volte per settimana, durante il tempo dell' Avvento e della Quaresima. Ed aggiunge pure che, almeno nelle Domeniche e nei giorni festivi, i medesimi, o per sè o per mezzo di altri sacerdoti, sono tenuti ad istruire nei principi della fede e nella obbedienza a Dio e ai genitori i fanciulli (Conc. Trid., Sess. XXIV, cap. 4). I quali, come hanno bisogno di prendere con frequenza il cibo materiale per vivere e crescere, così per la loro anima hanno continuo e urgente bisogno di questo cibo celeste per formarsi alla vita cristiana e per conservarsi buoni.

Tale istruzione poi si rende assolutamente necessaria per prepararli a partecipare ai mezzi di salute offerti da Nostro Signore Gesù Cristo: i santi Sacramenti della Confessione, della Confermazione e della Comunione, che soli possono aiutarli a condurre una vita santa.

Ed è specialmente per questo che Ci sentiamo mossi, Signor Cardinale, a scriverle questa lettera, perchè Ella abbia la bontà di richiamare 1' attenzione dei Reverendi Parroci di Roma sopra siffatto loro dovere, il cui adempimento non può esser contenuto tra i limiti della semplice scuola della Dottrina Cristiana nelle feste, ma esige per la preparazione ai santi Sacramenti una istruzione particolare, assidua, continua di più settimane e fors' anche di mesi, a seconda della capacità dei giovani e del Sacramento che devono ricevere.

A tal fine Ella dovrà ordinare che tutti i Reverendi Parroci innanzi a certe solennità dell'anno preparino i giovanetti e le fanciulle pervenuti all' uso della ragione ad accostarsi al Sacramento della Penitenza. Egualmente in certe epoche dovranno ben disporli al Sacramento della Cresima, ed essere molto severi nell' accordare loro il biglietto, se prima non abbiano risposto in modo acconcio all' esame; allora potranno veramente dichiarare che i medesimi si sono accostati alla Confessione, e si riconoscono idonei a ricevere il Sacramento della Cresima.

Per la Comunione poi i Parroci di Roma dovranno scegliere, d' accordo con Lei, Signor Cardinale, il tempo più opportuno per istruire nel debito modo per quaranta giorni o almeno per un mese i giovani da ammettersi alla prima Comunione, per conoscere la loro pietà, per inspirare in essi la massima riverenza a questo Sacramento, e per prepararli a rendersi meno indegni di un tanto dono.

È ben vero che abbiamo in Roma l' Opera Pia Michelini, detta di Ponterotto, l'Istituto Imperiali Borromeo, detto le Cappellette di S. Luigi, e vari altri per le prime Comunioni dei giovani; ma, oltreché i medesimi non bastano all' immenso bisogno, questi Istituti, od altri che si potessero aprire, saranno bensì opportuni pei giovani, che già istruiti vi si recano per la preparazione prossima, ma non certo per la istruzione necessaria alla preparazione remota.

Benedicendo pertanto il Signore, che ha donato alla Nostra Roma queste pie istituzioni, delle quali potranno approfittare i bene istruiti, specialmente se adulti, per un corso di spirituali Esercizi prima della Comunione, vogliamo che in tutti gli anni e in ogni Parrocchia sia fissato (come sopra abbiamo detto) il tempo per la istruzione, e insieme il giorno solenne per la prima Comunione, facendo precedere questo dì da un esame, in cui i giovanetti dieno prova di essere convenientemente istruiti, e dalla preparazione di tre giorni sempre in Parrocchia. Preveniamo alcune obbiezioni, che si potranno fare. E prima d' ogni altra, che il Parroco da solo non sarà in grado di provvedere a tanto bisogno; — ma egli avrà, purché lo desideri, dei validi coadiutori nei Sacerdoti della Parrocchia, anche appartenenti ad Istituti religiosi, ed eziandio nei buoni laici, che la Dio mercè non mancano nemmeno a Roma; ne verrà meno ai Parroci in opera di tanto rilievo la liberalità e il generoso concorso della classe più agiata per sostenere le spese, che dovranno incontrare.

Si dirà che moltissimi Parrocchiani amano che i fanciulli per la prima Comunione sieno rinchiusi. Facile la risposta dei Parroci: questo premio si accorda ai diligenti nel Catechismo; che il giovanetto sostenga lodevolmente l' esame, ed avrà il biglietto per Ponterotto, o per le Cappellette, o per altri luoghi che potessero in seguito essere dall' Autorità ecclesiastica all' uopo destinati. E qui crediamo opportuno fare una calda preghiera alle Comunità religióse di Roma perchè vogliano coadiuvare efficacemente i Parroci nell' opera santa che ad essi raccomandiamo. Si dirà finalmente che il Parroco distratto da tante cure non potrà far altro. Ma nulla è difficile, nulla è arduo alle industrie dello zelo di un buon Parroco, e lo dimostrano i due Parroci Stefano Bellesini e Giovanni Battista Maria Vianney testé innalzati all' onor degli altari. Ma anche se il Parroco non potesse far altro, avrà fatto molto, avrà fatto tutto, perchè avrà provveduto con questo al vero bene dei suoi Parrocchiani, ed insieme ai migliori conforti dell' animo suo.

Colle Comunioni in Parrocchia egli avrà il vantaggio di conoscere non solo i fanciulli, ma anche le loro famiglie, e di poter dire col divino Maestro: Cognosco oves meas et cognoscunt me meae, cattivandosi la loro stima e il loro affetto. — Inoltre, potendo egli avere a cagione delle Comunioni in Parrocchia facile accesso presso le famiglie, sarà in grado di esercitare sulle medesime la più salutare influenza non solo per rimuovere da esse quei disordini e quei mali che vi esistessero, e portarvi le più care consolazioni, ma per averle altresì alle funzioni, alle prediche e per sorvegliare specialmente i giovani rispetto alla frequenza dei Sacramenti, affine di non dover deplorare che per tanti la prima Comunione sia anche l' ultima per tutta la vita.

Finalmente colle Comunioni in Parrocchia il Parroco, che si studierà di segnalare quella festa con solennità straordinaria, perchè resti impressa nei fanciulli la santità dell' atto che compiono, avrà il conforto di vedere in quel dì attorno a sè numeroso stuolo di genitori, di parenti e di amici, ai quali tutti con accenti amorosi di zelo pastorale potrà rivolgere opportuni e salutari ammonimenti.

Le fanciulle delle Parrocchie d' ordinario sono istruite e preparate alla prima Comunione negli Istituti religiosi femminili, che si prestano a quest' opera di carità fiorita. I Parroci dimostrino alle buone Religiose la loro gratitudine, sorveglino queste istruzioni ed esaminino le fanciulle che dovranno essere ammesse alla prima Comunione nelle loro chiese parrocchiali.

Qui poi dobbiamo encomiare i Superiori di tutti quei Collegi ed Istituti cattolici, nei quali gli alunni e le alunne sono preparati ogni anno alla prima Comunione. A queste private Comunioni procurino di intervenire i Parroci per dimostrare la loro riconoscenza ai benemeriti Istitutori, per congratularsi coi giovanetti e colle fanciulle e per invitarli col permesso dei loro Superiori alla festa della prima Comunione, che si farà nelle rispettive Parrocchie, accostandosi coi loro compagni alla Mensa Eucaristica.

La nequizia dei tempi vorrebbe relegato il Sacerdote nel Santuario; e sia pure, ma sappiano, specialmente i Parroci, che l' anima di un giovane è il più augusto dei Santuari, e se è loro dovere di accendere e mantenere il fuoco sacro in questi templi viventi, dove delle mani colpevoli cercano di gettare delle fiamme incendiarie, uno dei mezzi potenti è quello da Noi inculcato.

Ci affidiamo pertanto allo zelo di Lei, Signor Cardinale, perchè imponga assolutamente a tutti i Parroci della città quest' obbligo; e sicuri che tutti accetteranno con animo ossequente l' ingiunzione, impartiamo di cuore a Lei, Signor Cardinale, e ai dilettissimi Parroci l'Apostolica benedizione.

Dal Vaticano, li 12 Gennaio 1905.

 

PIUS PP. X


*AAS, vol. XXXVII (1904-05), pp. 425-432.



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