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DISCORSO DI SUA SANTITÀ PIO XII
AL TERMINE DEL CORSO DI ESERCIZI SPIRITUALI*

Sabato, 4 dicembre 1943

 

In questi devoti Esercizi, che stamane terminiamo, noi tutti, Venerabili Fratelli e diletti Figli, abbiamo ascoltato la voce di Dio, la cui Provvidenza sempre benigna ci ha condotti nella solitudine per parlarci nel nostro intimo, mentre nel mondo esteriore la tempestosa ora presente turba gli animi e non lascia tranquillo alcun angolo della terra. Abbiamo fatto entro di noi il silenzio per penetrare in ogni latebra del nostro cuore con occhio di spirituale introspezione e poter udire ciò che Dio ci avrebbe detto; poiché la solitudine suoi essere madre di meditazione e ispiratrice di grandi pensieri e di propositi santi.

Il Signore, che regge l'universo, governa anche noi e dirige tutti i destini del genere umano con l'impenetrabile suo consiglio. Ma fra i misteri della Provvidenza, inscrutabili al nostro intelletto, uno volle Iddio che noi, per così dire, quasi toccassimo con mano : il mistero visibile della indefettibilità della Chiesa nel mondo, mentre al suo fianco sono crollati oh! quanti troni e imperi e pubbliche istituzioni, lasciando le loro rovine e i ruderi della loro grandezza sul sentiero che da venti secoli la Chiesa percorre, affine di condurre al Pastore divino le pecorelle randagie o sperdute nelle vie dell'errore, purificare, perfezionare e santificare quelle che già vivono entro l'ovile di Cristo e si pascono del suo corpo e del suo sangue. Tale missione, che essa amorosamente affida ai suoi sacerdoti, impone a questi, massime oggidì, gravissimi obblighi verso se medesimi, responsabilità e doveri altissimi verso i fedeli alle loro cure commessi.

La Chiesa cattolica è il gran mistero visibile, perché visibile è il suo Capo sulla terra, il Vicario di Cristo, visibili sono i suoi ministri, visibile la sua vita, visibile il suo culto, visibile l'opera e l'azione sua per la salvezza e la perfezione degli uomini. Visibile è anche la sua indefettibilità, in quanto che è storicamente dimostrabile, mentre il suo passato cammino è arra del suo avvenire. Onde un grande storico non cattolico del secolo scorso, dopo aver riconosciuto, pur suo malgrado, che la Chiesa cattolica è rimasta « piena di vita e di vigore giovanile », osservava : « Se noi riflettiamo ai tremendi assalti ai quali essa è sopravvissuta, troviamo difficile di concepire in qual modo potrebbe perire » (Macaulay - Critical and Historical Essays, von Ranke - London 1860, vol. 2 pp. 128-131). Ma se tale indefettibilità si può mostrare per via di esperienza, è tuttavia un mistero, perché non è spiegabile naturalmente, bensì solo col fatto, da noi conosciuto per rivelazione divina, che Cristo, il quale l'ha fondata, è con lei in tutti i cimenti sino alla fine dei secoli.

È pertanto una grazia segnalata il ritiro spirituale, che il provvido Iddio ci ha concesso in questo tempo di tante miserie intellettuali e morali, isolandoci come in uno scoglio sicuro, quando d'ogni intorno tuonano le bufere e gli uragani, che pervadono tutte le regioni della terra, e fremono i marosi, che con impeto flagellano tutti i lidi e tutti i porti. È una grazia che mira alla nostra santificazione personale nei giorni che corrono così angosciosi; una grazia, la quale ci ha fatto rientrare in noi stessi ed esaminare il passato dei nostri doveri e le deficienze e trascuranze in cui siamo incorsi, per ripararle nell'avvenire alla luce degli insegnamenti di Cristo, che ci ha chiamati all'alto servizio della sua Sposa immacolata la Chiesa e ad immolarci per la salvezza delle anime. Egli, parlando al nostro cuore, ci ha dato lumi per proseguire santamente il nostro cammino, e aiuti per rinvigorire il nostro spirito ; Egli, che nella sua Chiesa e nei suoi carismi ha posto la somma dei conforti ai nostri dolori e dei rimedi ai nostri difetti. Confidiamo in Lui che ha vinto il mondo, e sta con noi tutti i giorni fino alla consumazione dei secoli sui nostri altari per quel sacrificio incruento, che nel Cenacolo precedette il cruento suo sacrificio della Croce, e si ripete ogni dì nel corso di tutte le età e presso tutti i popoli.

Dall'eternità il Verbo divino aveva destinata la Chiesa come dispensatrice di grazie per la santificazione nostra in tutti i combattimenti e le prove, a cui saremmo andati soggetti, e predisposto che nella sua vita di Figlio di Dio fatto uomo, e nella sua dottrina insegnata al mondo, trovassimo in Lui l'esempio e la guida per vincere i nemici dell'anima nostra e progredire sempre più nel santificarci innanzi a Lui e nel servire la sua Chiesa. Pensate come la Provvidenza, che da venti secoli veglia sulla Sposa di Cristo in mezzo a tanti contrasti, lotte e pericoli, dei quali ci è testimone la storia, protegge anche noi, confortandoci con quel cumulo di grazie e di favori, che abbiamo già sperimentato e che ci sta preparando anche per il futuro, se non cessiamo di essere uniti a Dio e di riporre nell'amore di Lui ogni nostro vigore di fede e di speranza. L'amore di Dio verso di noi è onnipotente, e domanda a noi per risposta un ardente amore filiale, che possiamo apprendere e attingere dal Cuore mite e umile di Cristo con la preghiera, con l'abnegazione di noi medesimi, con le opere di penitenza, con le rinunzie che facciamo per Lui nell'esatto e non manchevole adempimento del nostro dovere. Cristo stesso, Figlio di Dio, non ci ha forse insegnato un tale amore filiale, facendoci invocare Dio Padre nostro che è nei cieli? Uomo di orazione è il sacerdote; e gran frutto sarà per noi l'unione con Dio nella preghiera, perché come sacerdoti siamo stati assunti in ciò che si riferisce a Dio, sicché possiamo trasformare tutte le nostre fatiche in merito e offerta di preghiera, e riformando in meglio ogni nostra azione emendarne i difetti, crescere in fervore e in quell'ardore d'amor filiale, che trabocchi anche a bene e sollievo dei fedeli. Alla Curia Romana e a questa città del Vaticano volge l'occhio e guarda l'Orbe cristiano, perché di qui debbono procedere non solo il governo e la dottrina cattolica, ma anche l'esempio dello spirito di carità e di sacrificio, fra tante dure privazioni e amare sofferenze dei poveri e dei popoli, non meno che lo splendore di tutte quelle virtù, alle quali hanno da in formarsi i credenti.

Nella considerazione di così salutari verità, voce d Dio e della sua Provvidenza è stata per noi in questi sacri giorni la voce dell'esimio Predicatore, maestro di ascetica e di sapienza filosofica, che, pur seguendo fedelmente la guida degli Esercizi spirituali di S. Ignazio, ha sollevato l'anima nostra, il nostro pensiero e la nostra volontà; al mistero della divina Provvidenza, la quale regola e ordina tutti gli eventi umani, anche dolorosi, perché ne traiamo a nostro vantaggio spirituale quei propositi chi ci sostengano nel presente travaglio. A lui, che con tanto zelo ci ha diretti nelle nostre meditazioni e nel rinnovamento del nostro spirito, sia testimonianza di gratitudine la preghiera che porgiamo al Signore, acciocché con l'abbondanza delle sue grazie ricolmi ed estenda l'efficacia de suo ministero sacerdotale.

Sopra di voi, Venerabili Fratelli e Figli carissimi, scenda pertanto la Nostra Apostolica Benedizione. Il Padre de lumi, « da cui viene ogni buon dato e ogni dono perfetto (Iac. 1, 17), Cristo, Figlio suo diletto, lo Spirito Sante Spirito dell'amore, che abbiamo ricevuto, siano in noi, operino in noi le meraviglie della loro infinita misericordia affinché, vivendo Cristo sempre più intimamente in noi possiamo pervenire a quella perfezione dell'amore, che c fa essere una cosa con Cristo, con lo Spirito dell'amore col Padre che ci ha dato l'Unigenito Figlio suo come pegno del suo amore infinito, e col Figlio lo Spirito Santo la Persona dell'amore, che prega, che opera, che ama il noi, per poter sommergerci nell'oceano immenso della Santissima Trinità e vivere la vera vita dell'amore del nostro Dio. Così sia.


*Discorsi e Radiomessaggi di Sua Santità Pio XII, V,
  Quinto anno di Pontificato, 2 marzo 1943 - 1° marzo 1944, pp. 133-136
  Tipografia Poliglotta Vaticana

 



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