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DISCORSO DI SUA SANTITÀ PIO XII
AL NUOVO MINISTRO DI GRAN BRETAGNA*

Lunedì, 30 giugno 1947

 

Signor Ministro,

con sentimenti sinceri di gratitudine e di stima Noi ricambiamo gli auguri che il Re, vostro sovrano Ci ha così gentilmente espresso per mezzo vostro, suo nuovo Rappresentante presso la Santa Sede. Il ricordo del vostro Predecessore, la cui persona e i cui servigi Noi altamente stimammo, e la vostra nomina a Inviato Straordinario e Ministro Plenipotenziario giunge in un tempo di affari gravi ed universali. L'atmosfera internazionale è densa di sospetti sollevatisi, in parte, dai conflitti ideali e conducenti ad allarmanti diffidenze; l'anima umana, sopravvissuta agli orrori di una guerra senza paragoni nella storia, è lacerata e torturata tra il timore e l'attesa.

Che la scelta del re in un simile momento sia caduta su un diplomatico i cui molti anni di attività e responsabilità hanno arricchito di esperienza e di conoscenza di uomini e di cose, e sui quale egli conta per il completo adempimento della sua presente missione, è causa di grande soddisfazione per Noi. Le parole da voi testé pronunciate mentre riflettono la prontezza con cui entrate in carica, Ci assicurano che le amichevoli relazioni tra la Santa Sede e il vostro Paese, sviluppate e confermate nel corso di molti anni pieni di eventi, saranno da voi mantenute con la stessa sollecitudine, lo stesso squisito tatto e delicatezza che caratterizzarono e onorarono il vostro degno Predecessore.

In un momento nel quale la voce delle passioni e i pregiudizi sforzano troppo spesso la voce della ragione e dell'umanità; quando i sentimenti di odio, triste ma non inaspettato retaggio di una guerra amara sono sul sentiero di quel mentale orientamento così vitalmente necessario per una onorevole pace, quando seri ostacoli e indugi si interpongono continuamente al definitivo stabilirsi delle basi per la pace, Noi troviamo conforto e incoraggiamento nella dichiarazione da voi fatta, che cioè il governo di Sua Maestà, mentre lavora decisamente ed insistentemente per la vera pace, è unito a Noi nelle speranze e nei fini.

Durante la guerra il popolo inglese ha sopportato quasi più di quello che era sopportabile all'umana possibilità. E lo fece non solamente per difendere la vita e la libertà dei cittadini, ma per essere all'avanguardia nella lotta per quelli umani ideali ed umane libertà che devono essere cari ad ogni uomo ben pensante. Benché vittoriosa sul campo di battaglia, l'Inghilterra non ha ancora utilizzato la sofferenza e il sacrificio nel conseguimento del suo scopo. Infatti gli anni del dopoguerra l'hanno trovata con pesi e problemi che vanno aumentando e che sono eguagliati solo dalla determinazione fissa di dominarli con una fiera disciplina di se stessi.

Con una chiara percezione della realtà che ognuno vorrebbe condivisa anche dagli altri, il popolo inglese tien conto del fatto che qualunque dilazione e ritardo nell'iniziare l'opera di ricostruzione è a reciproco svantaggio del vincitore e del vinto. Le disastrose conseguenze di un tale ritardo cadrebbero dapprima e più gravemente su quest’ultimo; ma inevitabilmente anche il vincitore presto o tardi ne soffrirà. Fortunatamente l'Inghilterra non è sola a notare questo fatto e neppure è sola nella prontezza di afferrarne le logiche conseguenze. Uomini di Stato lungimiranti, pensatori imparziali nel nuovo mondo con tutto il suo vasto potere industriale, hanno resa comune tra il popolo questa idea, ed in molte altre nazioni uomini sperimentati e liberi da pre-concetti ne ammettono l'incalzante verità.

Noi possiamo solamente esprimere l'ardente desiderio che questo concetto del compito di ricostruzione – non c'è niente di più realistico, onorevole e cristiano assieme – il quale si presenta come un piano organizzato di rinnovata cooperazione sopprimendo antiche inimicizie, possa progredire nel consiglio dei Capi delle nazioni.

Nella speranza che la vostra nobile Nazione possa presto ottenere un sensibile progresso nel far avanzare la causa dell'afflitta umanità e di un illuminato senso di principio cristiano, invochiamo la benevola protezione di Dio sul Re, sulla Casa reale, sul Regno di Sua Maestà e su tutto il Popolo inglese. Come loro Rappresentante, potete sempre contare sulla Nostra completa fiducia e pronto aiuto.


*Atti e discorsi di Pio XII, vol. IX, p.178-180.

 



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