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DISCORSO DI SUA SANTITÀ PIO XII
NEL TRENTESIMO DELLA GIOVENTÙ
FEMMINILE ITALIANA DI AZIONE CATTOLICA
*

Piazza San Pietro - Domenica, 5 settembre 1948

 

Viva e profonda è stata la Nostra commozione nel contemplare l'incomparabile spettacolo che voi offrite ai Nostri occhi, mentre al tempo stesso salivano dalle vostre labbra al Nostro cuore i fervidi accenti dei vostri canti e delle vostre acclamazioni. Noi ben conosciamo, dilette figlie, giovani di Azione cattolica, la spontaneità del vostro entusiasmo e la sincerità delle vostre risoluzioni d'indefettibile fedeltà; nè abbiamo bisogno di lunghi discorsi per esprimervi i sentimenti — in realtà inesprimibili — che inondano l'animo Nostro nel vedervi e nell'ascoltarvi. Piuttosto vogliamo rivolgervi, in questa celebrazione del vostro trentennio, alcune brevi parole, le quali assicurino alla vostra odierna manifestazione non tanto lo splendore effimero di un fuoco che presto si spegne, quanto la fiamma viva che alimenta in voi un luminoso e ardente focolare di zelo.

Voi siete accorse numerose, e del trovarvi oggi qui riunite in così densa schiera — accresciuta dalle rappresentanze delle giovani cattoliche di molti altri Paesi — vi sentite legittimamente liete e altere. Lungi da Noi il pensiero di attenuare menomamente la vostra gioia. Che anzi per accrescerla vi diciamo: Fate il conto dei vostri effettivi qui presenti; aggiungete, come è giusto, il numero ben più grande di quelle che sono di cuore con voi, trattenute, loro malgrado, lontane da impedimenti diversi, e alle quali le rapide ali dei colombi hanno portato il vostro dolce messaggio. Voi allineerete cifre imponenti. Ma quante altre giovani vite non sono con voi, nè di persona, nè di cuore, nè di spirito, indifferenti, estranee, noncuranti di voi, del vostro movimento, dei vostri più cari ideali! E quante altre, ingannate, traviate, inasprite, eccitate da erronee dottrine o da fallaci illusioni, vi sono ostili, perchè voi siete indissolubilmente unite a Dio, a Cristo, alla Chiesa ! Se voi penserete attentamente, col vostro buon senso e col vostro buon cuore, a tutte queste vostre sorelle, che sono separate da voi o contro di voi, come potrete darvi pace, finchè non le abbiate conquistate, finchè non si siano congiunte con voi? Il vero zelo non conosce requie nè sosta, dal momento che si è impadronito di un'anima!

Avanti dunque, avanti figliuole, senza indugiare, senza arrestarvi! Avanti, voi specialmente, giovani lavoratrici, figlie del popolo; avanti tutte, di ogni condizione e ceto, nelle città e nelle campagne, dovunque sono vostre sorelle da ricondurre a Cristo, dovunque è una santa causa religiosa, morale, sociale da affermare, da promuovere, da difendere!

Questo ardore di conquista spirituale è essenziale al vostro apostolato. Noi però non ignoriamo come il suo esercizio non rare volte, almeno in alcune regioni e in particolari circostanze, vi espone non solo a contrasti, ma a ironie, a scherni, perfino ad ingiurie volgari e a minacce, quando anche non si giunga a veri atti di violenza. Ma voi non vi lasciate intimorire. La giovane cattolica, modesta ma non pavida nè timida, dalla fronte aperta, dall'occhio limpido e puro, dallo sguardo diritto, dal passo franco, dalla parola pronta e schietta, dalla risposta ferma e amabile, ma anche, se è necessario, sferzante, non si sgomenta, anzi gode di esser stata trovata degna di soffrire contumelie per il nome di Gesù: pro nomine Iesu contumeliam pati (Act. 5, 41). Se ella sente pena, non è per sè, ma per coloro che la offendono, vittime, spesso così giovani, di falsa educazione, di compagni perversi, d'istigazioni malvagie, che hanno spento in loro ogni senso di gentilezza e di bontà.

Certamente elevato è l'ideale, generoso è il programma di vita che vi è proposto; siamo però convinti che non si potrebbe farvi un più grande onore, nè procurarvi una gioia più profonda. Voi lo avete ben compreso, e Ce ne date oggi una sonora testimonianza. Tuttavia le grandi manifestazioni, come la odierna, sebbene altamente apprezzabili, sono passeggiere; esse imprimono un impulso potente che incita al moto e all'azione; ma poi bisogna continuare la marcia conquistatrice, giorno per giorno, passo per passo. Questo cammino non si fa a salti, nè soltanto a colpi di grandi sacrifici, il cui eroismo stesso stimola la volontà e sostiene il coraggio. Ma la fedeltà perseverante al consueto dovere quotidiano verso Dio, verso il prossimo, verso voi stesse; la preghiera, l'esempio, la carità sempre desta, l'assistenza e il soccorso agli umili e agli afflitti, la dedizione oscura e sempre occultata dal costante sorriso; l'esecuzione perfetta degli obblighi del vostro stato, in famiglia, al lavoro, in società; la fermezza incrollabile nei principi unita ad una compiacenza che non conosce limiti nelle rinunzie all'amor proprio e al proprio interesse: quanto tutto ciò costa! ma come è efficace per guadagnare gli spiriti, i cuori, le anime!

Tuttavia non sempre le vostre sollecitudini ottengono il felice successo desiderato. Le anime restano libere di corrispondere o no agli sforzi del vostro zelo, alle premure del vostro amore, al fervore delle vostre preghiere. La loro resistenza non è a voi putabile. Ciò nondimeno, il cattivo esito può avere, ed ha spesso, anche un'altra causa.

Invero la fiamma dello zelo più ardente non apporta sempre, col suo benefico calore, una chiarezza pienamente luminosa. Ora è indispensabile che voi portiate dappertutto la luce. Ciò equivale senza dubbio a lodare e incoraggiare il vostro apostolato catechistico nelle sue diverse forme, a raccomandarvi di mettervi sempre più in grado di esercitarlo con competenza, interesse e persuasione. Ma vuol dire soprattutto che voi stesse dovete essere luminose, che dovete considerare come dette a voi le parole rivolte dal divino Maestro non solo ai suoi apostoli, ma anche in qualche modo a tutta la moltitudine degli uditori di buona volontà adunati intorno a lui ai piedi del monte : « Voi siete la luce del mondo . . . Risplenda la vostra luce dinanzi agli uomini, affinchè veggano le vostre buone opere e glorifichino il vostro Padre, che è nei cieli » (Matth. 5, 14, 16).

Che significa ciò? Innanzi tutto che la verità, la dottrina, la luce debbono essere la vostra guida, e non già l'immaginazione, l'impressione, il sentimento, fosse anche il più nobile e bello. Il sentimento, quando è sano, è per l'anima un ornamento, un tesoro; dà alla vostra parola e alla vostra azione la sfumatura. il tatto, la delicatezza, che fanno accettare con soddisfazione e con diletto il vostro influsso. Ma non è una guida; e perciò chi, come tale, lo segue, rischia di avventurarsi imprudentemente nelle tenebre, di smarrirsi, di sdrucciolare nell'abisso o di urtare nello scoglio. Alla luce degli astri la nave, anche di notte, veleggia tranquilla e sicura verso il porto. Gli astri brillano in cielo : interrogate il cielo, interrogate Colui, che, essendo la luce, è lavia, la verità e la vita; interrogate la Chiesa, che sola ha ricevuto da Lui il deposito della verità eterna. Quante vostre coetanee, scettiche verso questa dottrina infallibile, accolgono invece cecamente ciò che fanno loro credere, sulle questioni di religione, di dogma, di morale, insani compagni o compagne di scuola, di laboratorio o di ufficio ! Ma la giovane cattolica aderisce saldamente agli insegnamenti della Cattedra di Pietro, che ella attinge e studia nel loro testo genuino, e non quale viene proposto, mutilato e travisato, agli ignari lettori nelle pubblicazioni dei nemici della religione cattolica, di null'altro desiderosi se non di colpire a morte nel cuore dei fedeli il rispetto e la fiducia verso il sacerdote, la Chiesa e lo stesso Vicario di Cristo.

Ma per essere veramente e pienamente luminose, abbiate cura che la vostra luce non sia velata nè offuscata da alcuna nube od ombra. Non lasciate oscurare dalla nebbia delle disordinate passioni i raggi che fanno l'incanto e la forza della vostra giovinezza, nè volgere al male le sane e sante aspirazioni di ogni giovane cuore verso la bellezza, la gioia, l'amore. Mantenete quei raggi nel loro incontaminato splendore; essi sono riflessi, sulla terra, del sole divino; difendeteli contro lo spirito mondano, che non potrebbe darvi in cambio se non i fuochi fatui tristemente erranti sulla superficie delle fetide paludi.

Dilette figlie! È stata recentemente rievocata una impetuosa invettiva ripetutamente lanciata un secolo fa contro il Pontificato Romano da un rinomato uomo politico italiano: « Il papato è morto » (Scritti di G. Mazzini, Ediz. nazion., vol 39 p. 238, e passim nello stesso vol. 39 e nel vol. 3). Morto il Papato! Ma dunque tutta questa gioventù viva, ardente, pura, giubilante, entusiasta, assertrice di sacrosanti diritti, votata ai più alti ideali e alle più generose imprese, nel pieno fervore della sua attività, è venuta qui a rendere omaggio a un morto, morto da cento anni; morto « nel sangue e nel fango »? Oppure è anch'essa in realtà una gioventù morta, che si avvicina ad un morto? No, figliuole, voi siete vive, perchè vive in voi Cristo: il Papato è vivo, perchè è la pietra su cui è edificata la Chiesa. che vivrà per Cristo e in Cristo fino alla consumazione dei secoli; e Cristo vince Cristo regna, Cristo impera, e il suo Regno non avrà fine!

Per la diffusione di questo Regno voi volete vivere. A questo Regno voi volete condurre le vostre compagne, che ne sono lontane. Per il suo incremento voi educherete un giorno i vostri figli e ordinerete la vostra vita di famiglia, spose fedeli, madri felici. Con tutta la forza della vostra convinzione, con tutto l'ardore della vostra preghiera, nell'uso dei vostri diritti, nell'adempimento dei vostri doveri in famiglia, nella professione, nella vita pubblica, voi contribuirete a far sì che lo spirito e la legge di Cristo e del suo Regno pervadano, santifichino, fecondino tutti gli ordinamenti sociali della vostra cara patria.

E affinchè l'Onnipotente Signore conceda al vostro volere e all'opera vostra costanza, efficacia e compimento, Noi invochiamo su di voi la potente intercessione del Cuore Immacolato di Maria, mentre con paterno affetto impartiamo a voi tutte, alle vostre Dirigenti, alle vostre Associazioni, alle vostre famiglie, la Nostra Apostolica Benedizione.


*Discorsi e Radiomessaggi di Sua Santità Pio XII, X,
 Decimo anno di Pontificato, 2 marzo 1948 - 1° marzo 1949, pp. 189 -193
 Tipografia Poliglotta Vaticana

 



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