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  DISCORSO DI SUA SANTITÀ PIO XII
AGLI AMMINISTRATORI DEI COMUNI D'ITALIA*

Basilica Vaticana - Lunedì, 23 ottobre 1950

 

Fra i felici avvenimenti, che hanno dato una particolare impronta al corso di questo Anno Santo, dovrà essere annoverato come uno dei più notevoli il vostro pellegrinaggio giubilare alla Città Eterna, Signori Sindaci, Assessori e Consiglieri comunali d'Italia.

Il fervore, con cui il popolo italiano di tutte le regioni e di tutti i ceti ha accolto la promulgazione di questo Anno Santo, ha superato in entusiasmo e in manifestazioni di fede le previsioni più ottimistiche e la stessa Nostra aspettazione. La sua condotta gli ha meritato la lode del mondo cattolico e ha suscitato dappertutto una nobile emulazione; emulazione santamente fraterna che ha contribuito non poco all'unione delle nazioni. Perciò Noi abbiamo fondata fiducia che i torrenti di grazia, i quali hanno vivificato tutta la cristianità, non avranno, come la marea, le loro alternative di flusso e riflusso, ma continueranno a scorrere abbondantemente come un fiume regale perennemente alimentato dall'acqua del cielo. Il loro benefico effetto, Noi non ne dubitiamo, si prolungherà con la medesima efficacia molto tempo ancora dopo che la voce potente della gran campana di S. Pietro avrà annunziato la fine di questo Anno Santo nell'Urbe, così ricco di esperienze e di edificazione.

Tra il sentimento intimo delle popolazioni credenti e la vostra odierna presenza nel centro della Cristianità regna un'assonanza spirituale, la cui armonia non può sfuggire ad alcuno. La notizia del vostro pellegrinaggio a Roma è stata accolta con gioia e con fierezza dai cittadini italiani, che con libere elezioni hanno affidato alle vostre mani esperte l'amministrazione dei loro Comuni.

Così anche Noi possiamo dirvi dal fondo del cuore : Siate i benvenuti, voi investiti di un onore e di un onere, che la fiducia nell'interesse del pubblico bene non è troppo sovente riconosciuta ed apprezzata in tutta la sua importanza, in tutta la sua gravità, in tutta la somma dei sacrifici che essa richiede.

Il mondo è al presente agitato, stimolato dallo strepito di una pubblicità, che occupa tutta la sua attenzione, e non si appassiona che agli avvenimenti politici, non sempre ai più importanti, ma piuttosto a quelli destinati a far colpo, non di rado sfruttati per scopi di parte. Il lavoro paziente, ordinato, costruttivo, che si compie giorno per giorno, nella cerchia modesta, ma d'interesse vitale, dell'amministrazione comunale, lo lascia spesso indifferente. Non agli artefici di questo lavoro l'opinione pubblica intreccia corone o erige monumenti. Essa accorda agli eroi celebrati, ai fatti strepitosi, il monopolio della gloria, molte volte nobilmente meritata, altre volte usurpata o prematura, effimera o soggetta ai salti di vento del favore e della popolarità.

Tuttavia nella casa del Padre comune della Cristianità lo splendore dei più illustri rappresentanti delle nazioni non relega nell'ombra il valore della vostra attività. Niuno più di Noi l'apprezza, perchè niuno più di Noi comprende e valuta il pesante fardello che grava su ciascuno di voi.

Niuno più di Noi stima al suo giusto valore i doni e le qualità d'ordine intellettuale e morale che il maneggio e la gestione de gli affari locali esigono in coloro che ne sono gli organi competenti.

E come potrebbe essere altrimenti, se la natura stessa delle vostre funzioni vi mette in contatto permanente, diretto e immediato con la realtà della vita, con le sue vicende di gioie e di dolori, di prosperità e di miseria, di luci e di ombre? Se voi non chiudete deliberatamente gli occhi, questa vita reale è continuamente presente al vostro sguardo ogni giorno e ogni ora, come una ammonitrice instancabile e inflessibile. Voi potete ben consumare tutte le forze del vostro spirito, tendere al massimo la vostra volontà, affinare la vostra coscienza, moltiplicare e rafforzare i vostri provvedimenti di assistenza e di ordine; potete aver fatto, come suol dirsi, il possibile e l'impossibile; eppure, alla fine, voi dovete confessare che quanto rimane ancora da fare è non di rado ben più di quel che avete potuto compire, e ascoltando col cuore afflitto le doglianze dei vostri amministrati, voi sentite quanto spesso i mezzi di cui disponete sono sproporzionati alla grandezza dei vostri doveri, specialmente nel campo dell'assistenza sociale.

Noi abbiamo fiducia che le grazie dell'Anno Santo avvaloreranno e animeranno il vostro spirito: sono grazie di vivida luce e di lieta energia, che vi sosterranno nell'adempimento di tutti i vostri obblighi. Il vostro pellegrinaggio a questo centro della Cristianità dimostra che il vostro ideale non si restringe a procurare il bene materiale ed economico dei vostri concittadini, ma che mirate a mantenere, per quanto è da voi, con la sanità morale delle vostre popolazioni, il prezioso retaggio di fede e di tradizioni cristiane, con le quali esse hanno saputo difendere da tutte le insidie dello spirito d'incredulità e di disordine il loro vero progresso nella vera e giusta libertà.

Non è forse questa, infatti, tutta la storia dei Comuni d'Italia, alla quale il vostro pellegrinaggio viene ad aggiungere una nuova pagina, una delle più belle e che ne è oggi il degno coronamento? Un coronamento, diciamo, poichè, percorrendo rapidamente la sua evoluzione, fin dalle primi origini, vi si ravvisa l'affrancamento progressivo dal sistema feudale divenuto caduco; poi l'affermazione pratica e la tutela della libertà e della dignità degli individui; quindi la costituzione e l'organizzazione della città, in guisa da conciliare il principio di una giusta eguaglianza personale con quello di una necessaria gerarchia delle funzioni; infine le relazioni, le alleanze, la formazione di Stati, conservando nella forza della unità nazionale una legittima e sufficiente autonomia locale e provinciale; ed ecco che oggi un così considerevole numero di questi Comuni d'Italia, da voi rappresentati, affermando di nuovo la loro esistenza, la loro vita, la loro personalità morale, vengono in fraterna intesa a rinnovare l'espressione della loro fedeltà a Dio e a Cristo, della loro filiale fiducia nella sua Chiesa e nel suo Vicario.

Fermamente convinti che per il più valido conseguimento di questi alti scopi religiosi e sociali il vostro pellegrinaggio è non soltanto un felice inizio, ma anche un promettente impulso a sempre più saldi propositi e più vaste attività, Noi impartiamo di cuore a voi tutti, Sindaci, Assessori, Consiglieri comunali, e Deputati provinciali d'Italia, non meno che alle sobrie e laboriose popolazioni di cui avete la custodia e la cura, la Nostra Apostolica Benedizione.


*Discorsi e Radiomessaggi di Sua Santità Pio XII, XII,
 Dodicesimo anno di Pontificato, 2 marzo 1950 - 1° marzo 1951, pp. 259 - 261
 Tipografia Poliglotta Vaticana

 



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