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  DISCORSO DI SUA SANTITÀ PIO PP. XII
AL COMITATO CENTRALE DLL'ANNO SANTO*

Mercoledì, 10 gennaio 1951

 

Alla fine dell'Anno Santo, fonte di tante grazie e di tante consolazioni, era conveniente, era giusto che la Nostra soddisfazione e la Nostra riconoscenza fossero manifestate a coloro, che avevano avuto tanta parte nel suo esito felice. Perciò con viva gioia vediamo oggi riuniti intorno a Noi i membri così benemeriti del Comitato centrale dell'Anno Santo, e insieme con loro, degni di eguale elogio, le Presidenze delle Commissioni speciali, i dirigenti e i collaboratori dei vari Uffici.

Noi abbiamo seguito da vicino la vostra attività e altamente apprezzato fin dal principio, nel periodo laborioso della preparazione, la vostra premurosa cura, sia per costituire i Comitati nazionali nei diversi Paesi, sia per assicurare efficacemente ai pellegrinaggi, che sarebbero accorsi da tutte le parti del mondo, la migliore accoglienza nell'Urbe. Voi aveste, sin dall'inizio, l'intuizione dell'importanza che avrebbe avuto, durante tutto l'Anno giubilare, l'impressione ricevuta dai pellegrini dei primi gruppi e comunicata poi ai concittadini al loro ritorno in patria. Nulla infatti avrebbe potuto meglio incoraggiare questi ultimi a mettersi in cammino alla lor volta, che i volti sereni, lieti, raggianti dei « romei », che li avevano preceduti.

Così invero fu; i fatti lo hanno provato. Fu ben presto un afflusso sempre crescente, che meravigliò quanti ne furono testimoni e superò, negli ultimi mesi, tutto ciò che le immaginazioni più ottimistiche avrebbero mai potuto prevedere. In tutte le regioni della terra, in cui la luce può liberamente penetrare, l'ammirazione per così grande risultato fu unanime. Ma chi ha potuto misurare l'ampiezza, la difficoltà, la continuità del lavoro che un tale felice successo ha costato! Quante questioni da risolvere! quanti ostacoli da superare! Provvedere agli alloggi, al nutrimento, ai trasporti, ai passaporti, ai cambi delle monete, alle tessere; curare l'assistenza spirituale delle innumerevoli moltitudini di tutte le classi e di tutte le lingue; preparare le frequenti solenni funzioni liturgiche dirette con tanta perizia dal Prefetto delle Cerimonie Pontificie; provvedere alla parte tecnica e finanziaria; proporre e regolare le Udienze private, speciali, generali; nel qual campo è doveroso di ricordare l'opera indefessa dell'Ufficio del Maestro di Camera nel difficile e delicato lavoro di compilare esattamente i lunghi cataloghi dei gruppi, di soddisfare il più possibile i desideri e le ben comprensibili esigenze dei pellegrini, che, affollati nella immensa Basilica Vaticana, erano tutti egualmente ansiosi di veder bene, di udir chiaramente, di sentirsi nominare nelle liste, talvolta quasi interminabili, in cui nessuno avrebbe voluto essere dimenticato.

Bisogna riconoscere, ringraziando Dio e tutti coloro di cui Egli si è servito a questo fine, che le cose sono riuscite nel modo migliore.

Le ricorrenze del Santo Natale e del nuovo Anno Ci hanno apportato, come di consueto, numerosissime lettere, specialmente di Rev.mi Vescovi di tutto il inondo cattolico. Ebbene, esse Ci hanno dato la testimonianza della gioia profonda, spesso anzi dell'entusiasmo, dei pellegrini di ritorno alle loro dimore. L'intimo giubilo di sentire in sè i frutti spirituali dell'Anno Santo ha fatto esultare i loro cuori : la loro fede confermata, ritemprata, rinvigorita; la loro devozione verso la Santa Sede e la Chiesa di Roma ravvivata, esaltata, esuberante, sovente, si sarebbe tentati di dire, fino al delirio; il loro desiderio delle cose celesti, la loro sete di purificazione e di santificazione, la loro aspirazione verso la vita eterna, infiammata; la loro gioia, la loro fierezza di appartenere alla vera Chiesa, faro di verità, arca di salvezza, messaggera di pace, infervorata.

Quanti di questi pellegrini porteranno nelle loro patrie il fervido ricordo di ciò che hanno veduto e udito! Quanti se ne faranno apostoli, con immenso vantaggio di tanti altri, che non sono potuti venire a Roma! Ogni uomo onesto potrà, nell'ascoltarli, convincersi dell'assoluta sincerità con cui la Chiesa si muove ed opera; i suoi ammaestramenti e i suoi atti non nascondono secondi fini, non sono ispirati da interessi terreni, non sono mossi da cupidigia di prestigio puramente mondano; in tutta la sua condotta Essa non obbedisce che all'ardore del suo zelo per il bene delle anime, per l'estensione del Regno di Dio sulla terra.

A tutto ciò tendeva la missione che vi era stata confidata. Voi l'avete compiuta con onore, con fede, con fervore, con diligenza, con abnegazione. Voi avete acquistato un merito insigne. La Nostra gratitudine vi è assicurata; Iddio vi riserva una ricompensa più alta. Ora il vostro ufficio, in questo campo, è terminato. Resta, « come torre ferma, che non crolla », la Peregrinatio Romana ad Petri Sedem, la quale, mentre ha reso segnalati servigi al Comitato centrale durante l'Anno Santo, intende di proseguire alacremente l'opera sua.

Scenda dunque su voi tutti, diletti figli, la Nostra Benedizione Apostolica, e sia per voi propiziatrice delle più abbondanti grazie celesti, così per il compimento dei vostri doveri presenti, come per prepararvi a quelle ulteriori attività, a cui consacrerete nell'avvenire la vostra intelligenza e il vostro zelo.


*Discorsi e Radiomessaggi di Sua Santità Pio XII, XII,
 Dodicesimo anno di Pontificato, 2 marzo 1950 - 1° marzo 1951, pp. 417 - 419
 Tipografia Poliglotta Vaticana

 



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