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  DISCORSO DI SUA SANTITÀ PIO PP. XII
NEL CINQUANTENARIO DELL'ISTITUTO
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MARCANTONIO COLONNA
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Aula della Benedizione - Domenica, 27 maggio 1951

 

Siate i benvenuti, voi tutti che rappresentate qui la grande famiglia dei « Christian Brothers »: religiosi, insegnanti, alunni ed ex-alunni dell'Istituto Marcantonio Colonna, ed anche voi, diletti figli e figlie, che nel cinquantenario della sua fondazione vi siete uniti a loro per offrire l'omaggio della vostra devozione al Vicario di Cristo, e soprattutto per elevare al cielo un'ardente preghiera e un inno di lode e di ringraziamento al Signore. Noi abbiamo l'intima fiducia che, dopo i magnifici progressi effettuati nei cinquant'anni trascorsi, nuovi incrementi verranno ancora ad estendere e a rafforzare l'azione così benefica del vostro Istituto. Già, per effetto del felice prolungamento dei corsi scolastici, esso incammina e conduce fino alla soglia dell'Università una numerosa gioventù, ricca di una solida formazione intellettuale, morale e religiosa, e con ciò stesso preparata, durante il periodo più delicato della sua educazione, ad esercitare poi, nelle diverse professioni, una parte altamente onorifica e utile, fino ai gradi più elevati, nel servizio della Chiesa, della società e della patria. Sì, Iddio ha protetto visibilmente l'opera vostra; ne siano rese a Lui umili grazie!

Ma come potreste voi non rivolgere altresì un riconoscente pensiero al vostro venerato fondatore, Edmondo Ignazio Rice, del quale « l'intelligenza penetrante, la consumata prudenza, la rettitudine inflessibile, l'infaticabile energia, la tenace perseveranza » creò in Irlanda un'opera incomparabile di educazione cattolica? In Irlanda; ma dall'Irlanda la sua istituzione, attraversando i mari e gli oceani, si è aperta il cammino in Inghilterra e nell'America del Nord, nell'Africa del Sud e nelle Indie, in Australia e nella Nuova Zelanda e in Gibilterra, e finalmente è venuta a raccogliere anche qui in Roma i frutti del suo assiduo lavoro. Frutti abbondanti anche per la Chiesa, come attesta la lunga serie di sacerdoti, che il vostro Istituto le ha dati e continua ancora a darle. Per non parlare che del presente, non potete voi forse mostrare con santo orgoglio la splendida corona di ben 150 candidati al sacerdozio, che, usciti dalle vostre scuole, sono accorsi da tutte le parti del mondo al centro della Cristianità, ove nei vari Collegi ecclesiastici dell'Urbe si preparano a seguire degnamente la loro vocazione? Eppure essi non sono che una frazione del gran numero dei vostri allievi, i quali di anno in anno vengono a sostenere e ad aumentare la santa falange del clero cattolico.

È un fatto incontestabile che la frequenza delle vocazioni sacerdotali è, non l'unica, ma una delle più sicure norme per misurare il valore di una scuola cattolica e di ogni altra istituzione educativa, la sua fecondità, non solo nel ministero ecclesiastico, ma altresì in tutto il campo di azione anche dei laici.

Da parte Nostra, diletti figli, Ci è caro di ringraziare cordialmente voi e i vostri eccellenti collaboratori secolari per l'opera solerte compiuta in questi cinquant'anni. Continuate dunque ad avanzare, sempre secondo lo spirito del vostro fondatore. Sterile ed inefficace sarebbe l'azione della migliore scuola e della migliore famiglia, se esse lasciassero risonare nel deserto, senza eco, senza farne caso, il grave avvertimento segnalato alla loro coscienza dal fatto che forti e pericolosi influssi colpiscono e conquidono spesso il giovane, il suo carattere e la sua fede sulla via tra la dimora paterna e la scuola, là ove il popolo accorre in folla specialmente a ogni sorta di spettacoli cinematografici.

Un'osservazione, tuttavia, qui s'impone. In alcuni Paesi, persone competenti nelle questioni della educazione e della scuola cattolica hanno promosso inchieste con domande assai precise e particolareggiate, secondo il metodo della psicologia moderna, sulla vita religiosa degli alunni, massime negli anni dell'adolescenza. Se si deve credere alla loro testimonianza, essi sono giunti a questa conclusione sorprendente: il pericolo che il cinematografo fa correre alla fede degli alunni è meno gravemente minaccioso di quello che può derivare dagli eventuali difetti del sacerdote, e poi da quelli dei maestri e degli educatori in generale. In termini positivi: l'influsso del sacerdote e dell'educatore nella casa paterna, nella chiesa e nella scuola, rimane sempre il primo e più forte elemento per fare di un giovane un vero cristiano. Quale potente richiamo al senso della responsabilità! ma anche, per voi, quale stimolo vigoroso!

Christian Brothers! Il Nostro grande Predecessore Leone XIII, or fa un mezzo secolo, vi chiamò a Roma. Alla Nostra volta, con animo lieto, Noi vi confermiamo e rinnoviamo, per lungo volger di anni, la missione che vi fu affidata. Affine di aiutarvi ad adempirla per la maggior gloria di Dio, per il più gran bene della famiglia e della società, della Chiesa e della patria, Noi impartiamo, in auspicio delle più larghe grazie celesti, a voi, ai vostri cooperatori, ai vostri alunni ed ex-alunni, a tutti i Nostri diletti figli e figlie qui presenti, con effusione di cuore, l'Apostolica Benedizione.


*Discorsi e Radiomessaggi di Sua Santità Pio XII, XIII,
 Tredicesimo anno di Pontificato, 2 marzo 1951 - 1° marzo 1952, pp. 115 - 117
 Tipografia Poliglotta Vaticana

 



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