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DISCORSO DI SUA SANTITÀ PIO PP. XII
 A NUMEROSI FERROVIERI DEL COMPARTIMENTO DI NAPOLI*

Aula della Benedizione - Domenica, 6 luglio 1952

 

Quando stamane Ci siamo, come ogni giorno, appressati all'altare di Dio per offrire il santo Sacrificio, andavamo quasi chiedendo a Gesù di suggerirCi quel che avremmo dovuto dire a voi, diletti figli, ferrovieri del Compartimento di Napoli a voi, carissima porzione del gregge a Noi affidato dal supremo invisibile Pastore di tutte le anime.

Ci è parso che Egli abbia voluto indicarcelo, quando i Nostri occhi, e anche più la Nostra attenzione, si sono soffermati alle prime parole della Epistola nella Messa odierna: « Carissimi: omnes unanimes in oratione estote » (1 Petr. 3, 8). Carissimi: siate tutti concordi nella preghiera! Voi stessi, forse, avete già lette o udite queste parole; pensiamo che sarete lieti di sentirvele ripetere, semplicemente, con alcune raccomandazioni dal vostro Padre comune, che non ha bisogno di ridirvi con quanto particolare affetto vi accoglie e con quanta gioia si ritrova in mezzo a figli così laboriosi e fedeli.

Noi conosciamo la vostra giornata faticosa e piena di responsabilità. Il vostro multiforme ufficio richiede, Ci sembra, soprattutto due qualità: una perfetta esattezza e una sempre vigile attenzione, e queste qualità non debbono quasi logorarsi e consumarsi nel decorso del tempo, ma piuttosto perseverare con sempre eguale freschezza ed energia. Pensate, per citare soltanto qualche esempio, quali gravissime conseguenze potrebbe por, tare anche una semplice svista nei segnali di protezione e di avviso, negli scambi, una negligenza nella manutenzione delle linee, dei binari, delle curve, una inavvertenza nel regolare funzionamento dei freni. Ma voi, oltre ad adempire così gravi doveri, vi prodigate anche affinchè la vostra alacrità contribusca a rendere più gradevole il viaggio a tanti vostri fratelli. Noi stessi abbiamo udito varie volte pellegrini italiani ed esteri esprimere la loro soddisfazione per il contegno cortese e cordiale degli addetti al servizio delle ferrovie. Sappiamo altresì che per non pochi di voi l'orario di lavoro finisce col distruggere praticamente la differenza fra il giorno e la notte e perfino fra i giorni festivi e i feriali

Ora questo stato di fatto potrebbe indurvi a credere di essere, per così dire, dispensati dall'obbligo di elevare la mente a Dio. Forse alcuni di voi sarebbero inclinati a pensare che il dovere della preghiera riguarda soltanto le anime sepolte fra le pareti di un chiostro o, comunque si voglia, consacrate a Dio, od anche le vostre spose e i vostri bambini. Ma non è così, diletti figli. Certamente anche voi dovete vivere la vostra vita divina; anche voi dunque dovete far respirare la vostra anima. Ora — come abbiamo già detto altre volte — il respiro dell'anima è la preghiera. Siate dunque tutti, senza eccezione, concordi nell'orazione. Forse che è possibile lasciare agli altri l'incarico di respirare per voi?

Noi abbiamo levato lo scorso febbraio un grido di ansia e di risveglio dinanzi agli imminenti pericoli; ora chi non vede che la causa di questa temuta strage silenziosa ma orrenda è l'asfissia, la mancante respirazione?

Ma subito viene alla Nostra mente e sulle Nostre labbra una seconda esortazione. Voi potreste infatti essere già ben persuasi della necessità del respiro dell'anima, che è quanto dire del bisogno di pregare, ma poi essere indotti a credere che sia sufficiente una volta nella settimana, per esempio nella Messa domenicale, ovvero qualche istante ogni giorno, per esempio prima di coricarvi.

Eppure il divino Maestro ha detto a tutti: Dovete sempre pregare (cfr. Luc. 18, 1), e a tutti ha fatto ripetere dai suoi Apostoli lo stesso invito: Pregate senza intermissione (Thess. 5, 17).

Diletti figli, volete essere veramente cristiani, volete essere uomini, e non soltanto macchine o strumenti, tutt'al più di produzione? Adoperatevi affinchè la vostra preghiera non sia soltanto di qualche istante al giorno o di pochi minuti la settimana. Voi sapete per esperienza che nessuna occupazione, nessun lavoro o fatica interrompe il ritmo del vostro respiro; anche durante il sonno, il respiro continua, e guai se non fosse così! Perché non deve avvenire qualche cosa di simile per il respiro dell'anima, che è la preghiera?

Guardate tutte le creature dell'universo. Dovunque girate lo sguardo, voi vedete Dio; perchè i cieli, la terra, il mare, le piante, gli esseri animati, con misterioso ma preciso linguaggio, vi parlano di Lui e del suo potere. È tutta un'armonia che sentite effondersi soavemente attraverso il creato Specialmente in alcuni luoghi, in alcune ore, è tutto un canto, è tutto un incanto. Voi avete l'impressione che l'universo intero mormori appunto una preghiera.

Quale stupenda cosa sarebbe, se i tasti di questo immenso e meraviglioso organo, che è il creato, fossero toccati incessantemente dalle mani di tutti gli uomini! Sarebbe come una continua melodia e armonia, che salirebbe su su fino al Creatore per dirgli la vostra adorazione profonda e il vostro ringraziamento, come per far giungere a lui il grido della vostra implorazione.

Ma voi forse chiederete : come è possibile, in pratica, questo respiro continuo dell'anima? come è possibile di pregare, mentre si continua a lavorare, si continua a stancarsi, si continua a nutrirsi ed a piangere, a gioire e a soffrire?

Ecco, diletti figli, un metodo semplice e facile, assai probabilmente già noto a non pochi di voi. All'inizio di ogni giornata offrite al divin Cuore di Gesù i vostri pensieri, le vostre parole, le vostre azioni, le vostre gioie, i vostri dolori, in unione con le intenzioni per le quali Egli stesso s'immola quotidianamente sugli altari. Questa offerta, possibilmente rinnovata durante il giorno, soprattutto prima dei fatti più importanti, in ogni modo non mai ritrattata, neanche implicitamente con atti in contrasto con essa, basta affinchè la vostra vita di ogni giorno divenga una continua preghiera. Chi può dire quante grazie attuali questa vostra vita, così trasformata e sublimata, otterrebbe da Dio, e come esse scenderebbero, quasi pioggia di benedizioni, sul mondo inaridito e riarso? Quale aumento di grazia santificante si opererebbe fra le anime in questa vita, e quale aumento di gloria nella eternità?

In tal guisa il macchinista, il capotreno, il verificatore, il bigliettinaio, il guardalinee, il telegrafista, l'impiegato, tutti, con le loro giornate di lavoro, dovunque il dovere li obbliga a trascorrerle, senza aggiungere fatica a fatica, anzi con lo stesso lavoro e con la stessa fatica — possono cooperare con Gesù a salvare tante anime, possono aiutare il mondo a divenire migliore. Allora non si avrebbe più lo spettacolo di una terra, tramutata talvolta quasi in un inferno, nel quale gli uomini sono stanchi di abitare.


*Discorsi e Radiomessaggi di Sua Santità Pio XII, XIV,
 Quattordicesimo anno di Pontificato, 2 marzo 1952 - 1° marzo 1953, pp. 239 - 241
 Tipografia Poliglotta Vaticana

 



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