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DISCORSO DI SUA SANTITÀ PIO PP. XII
ALLE PARTECIPANTI AL I CONVEGNO NAZIONALE
DELLE COLTIVATRICI E LAVORATRICI DEL TABACCO
*

 Domenica, 26 aprile 1953

 

La vostra viva fede, la vostra grande dedizione a Gesù, alla Chiesa, al Vicario di Cristo in terra, vi hanno condotte a Roma, dilette figlie, coltivatrici e lavoratrici del tabacco, e operaie della cara diocesi di Fidenza. E per manifestare questi vostri devoti sensi e portarCi il vostro « messaggio di amore e di fedeltà », voi avete chiesto di adunarvi intorno a Noi, mosse in pari tempo dal desiderio di ricevere l'Apostolica Benedizione e di ascoltare una Nostra parola confortatrice ed esortatrice,

Ogni mattina, mentre offriamo a Dio il santo Sacrificio della Messa, Noi eleviamo al Signore le Nostre ardenti suppliche « per tutti i fedeli cristiani . . ., affinchè sia loro di profitto per la salvezza nella vita eterna » (Ordo Missae). Ma la Nostra orazione diviene, per così dire, più implorante ed intensa, quando, nel Memento dei vivi, ricordiamo le intenzioni e i bisogni di coloro, che la divina Provvidenza viene successivamente mettendo in più diretto contatto con Noi. Così, allorchè ieri, nell'attesa della Udienza di oggi, pensavamo proprio a voi, dilette figlie, i Nostri occhi si erano posati da poco sul tratto di Vangelo, che la Chiesa fa leggere nella festa di S. Marco, e che Ci ha suggerito la parola che stiamo per dirvi; e tale circostanza Ci dà la fiducia di essere, nel rivolgerCi a voi, nulla più che uno strumento, di cui Gesù vuol servirsi per ammaestrarvi e benedirvi.

Narra dunque l'Evangelista (Luc. 10, 1-9) che il Signore designò altri settantadue discepoli e li mandò davanti a Sè in ogni luogo ove Egli stesso sarebbe andato, e, dopo averli ammoniti che la messe era abbondante, ma pochi gli operai, soggiunse : « Io vi mando come agnelli in mezzo a lupi », e concluse esortandoli a dire a quanti li accoglievano : « Sta per venire a voi il regno di Dio ».

Ecco dilette figlie : Noi scegliamo voi e tutte le vostre compagne qui presenti in spirito, e vi rimandiamo ai luoghi del vostro lavoro, ove è necessario che Gesù Cristo ritorni Maestro e Salvatore.

Considerate innanzi tutto quanto grande è la messe, quanto vasto, cioè, il campo di lavoro per il vostro apostolato. Intendiamo di riferirCi specialmente alle vostre fabbriche, ove, secondo la parabola evangelica (Matth. 13, 36 e segg.), per opera del nemico è cresciuta la zizzania in mezzo al buon grano.

Stimiamo qui superfluo di ripetere ciò che abbiamo già in ogni occasione affermato circa il diritto del lavoratore alla giusta mercede, al rispetto della sua dignità, ad una abitazione salubre, ove possa condurre una vita di famiglia cristiana e felice, come abbiamo anche espressa la legittimità di « attribuire agli operai una giusta parte di responsabilità nella costituzione e nello sviluppo della economia nazionale » (Disc. del 7 maggio 1949). Chi lavora non deve sentirsi straniero nel luogo della propria fatica; egli è comproduttore, soggetto dell'impresa e non semplicemente oggetto. Seguiamo quindi con vivo interesse la vostra opera per migliorare le vostre condizioni di lavoro e per richiamare l'attenzione delle autorità e degl'imprenditori sui disagi a cui potete essere esposte.

Ma queste legittime rivendicazioni non giustificano, nè possono in alcun modo spiegare, la effettiva strage di anime, che viene compiuta in mezzo ai lavoratori e alle lavoratrici nelle fabbriche e negli altri luoghi del lavoro, ove non è raro d'incontrare anime accecate da una propaganda, a volte subdola, a volte sfrontata, generatrice di odio e di rivolta.

Grande, dilette figlie, è il campo del vostro apostolato! Mentre con occhio vigile attendete alle vostre macchine e agli altri strumenti del lavoro, non dimenticate di avere accanto a voi schiere di anime immortali, redente anch'esse dal sangue di Gesù, ma allontanatesi da Lui, quando furono miseramente indotte a disperar di trovare nel dolce divino Maestro conforto e salvezza.

Rendete col vostro esempio simpaticamente visibile la vostra fede e la vostra vita cristiana; procurate che la vostra serenità, anche in mezzo alle angustie, la vostra pace, il vostro candore, facciano rinascere in tanti cuori la nostalgia della luce e dell'amore.

Certo — è la Nostra seconda parola — questa opera di apostolato è spesso assai ardua. « Io vi mando — diceva il Redentore divino — come agnelli in mezzo a lupi ». Tutti sanno, infatti, in quale clima di freddezza spirituale voi siete sovente costrette a vivere, e quali scherni talvolta dovete sopportare a causa della vostra fede e dell'azione vostra. Intenti allo stesso lavoro, accanto alle stesse macchine, per guadagnare lo stesso pane quotidiano, gli operai dovrebbero sentirsi affratellati; invece si mantengono spesso divisi da quasi insormontabili barriere.

Dilette figlie! Voi dovete non solo rimanere ferme e forti senza lasciarvi intimorire, ma essere al tempo stesso piene d'inesauribile dolcezza verso quelle povere anime traviate, attendendo pazientemente il giorno e l'ora del ravvedimento.

Vi sia di conforto la speranza di una promettente schiarita nel cielo nuvoloso di questo nostro mondo.

Senza dubbio altre tempeste potranno ancora scatenarsi; ma chi non intravede dalle già, qua e là, squarciate nubi, pronto a sfolgorare coi suoi raggi il sole di una nuova giornata più luminosa e serena?

Andrà forse risonando invano il gemito di milioni di anime, che « invocano un cambiamento di rotta e guardano alla Chiesa di Cristo come a valida ed unica timoniera »? (Esort. 10 febbraio 1952).

Tornate, dilette figlie, ai vostri luoghi di lavoro e dite : « Sta per venire a voi il regno di Dio »! È la Nostra terza parola.

Usate ogni industria per far comprendere ai compagni della vostra fatica quanta tranquillità e gioia inonderebbe le loro anime, se si risolvessero finalmente a risottomettersi al soavissimo dominio di Cristo; fate vedere quale armonia di pace allieterebbe i loro focolari, se in essi regnasse da sovrano Gesù. Spiegate come potrete il vantaggio che ne verrebbe alle stesse strutture del mondo, se coloro, che vogliono rifarle diverse e migliori, operassero con Gesù, in Gesù e per Gesù.


*Discorsi e Radiomessaggi di Sua Santità Pio XII, XV,
 Quindicesimo anno di Pontificato, 2 marzo 1953 - 1° marzo 1954, pp. 117 - 119
 Tipografia Poliglotta Vaticana

 



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