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DISCORSO DI SUA SANTITÀ PIO PP. XII
AGLI ISCRITTI ALLA FEDERAZIONE
ITALIANA PUBBLICI ESERCIZI*

Martedì, 25 ottobre 1955

 

Voi avete desiderato, diletti figli, in occasione del Convegno della « Federazione Italiana Pubblici Esercizi », di porger Ci il vostro omaggio e di renderCi noti i risultati da essa ottenuti durante i suoi primi dieci anni di vita. La stessa vostra presenza Ci attesta la vitalità della vostra istituzione e di tutte le Associazioni nazionali, provinciali e mandamentali, che vi sono rappresentate. Dopo aver percorso un importante tratto di cammino, nel periodo sempre alquanto difficile degli inizi, voi avete ora il vanto di formare un gruppo di carattere ben determinato, nei diversi campi della vita sociale e politica, capace di proteggere efficacemente e di difendere i vostri diritti e i vostri interessi. Il sagace lavoro compiuto dai vostri dirigenti, assistiti dai loro collaboratori, ha contribuito in larga misura ad edificare la organizzazione, da cui ora attendete estesi e pregiati servizi.

L'evoluzione della vita nella società moderna conferisce ai « Pubblici Esercizi » un rilievo sempre più considerevole. Molti di voi hanno l'ufficio di fornire ai viaggiatori, a tutti coloro che lasciano la propria dimora per motivi professionali o a scopo di svago, i servizi di prima necessità, come il cibo e l'alloggio; altri gestiscono imprese destinate ad offrire possibilità di riposo e di sollievo, o a soddisfare diversi analoghi desideri. Per il loro stesso carattere, tali servizi sono sottoposti a minuti regolamenti legali, e si trovano, più che altri, costretti a subire gli effetti della concorrenza e delle fluttuazioni delle condizioni economiche. Essi espongono spesso, l'« esercente » a rischi e incertezze, richiedono dagli amministratori previdenza, abilità, e una cura costante di migliorare la qualità delle prestazioni che forniscono ai loro clienti. Tutto ciò lascia facilmente indovinare che i pubblici esercenti hanno bisogno di sentirsi sostenuti reciprocamente, di sapere che possono fare assegnamento sopra la lealtà e lo spirito di collaborazione dei loro colleghi, sopra la competenza e l'attenzione dei loro dirigenti, per essere difesi contro le mene sleali, spalleggiati nel loro sforzo di sviluppo economico, illuminati sulla opportunità dei provvedimenti da attuare.

Abbiamo preso conoscenza con vivo interesse della operosità che la vostra Federazione ha svolta in questi ultimi anni. Accanto ai problemi che hanno potuto essere risoluti, altri sono stati oggetto di vigile studio, atto a mettere in luce gli elementi per la loro conclusione. Notiamo la importanza particolare che ha assunto per la vostra categoria la costituzione, nel 1953, di un gruppo di parlamentari specialmente competenti nelle questioni della ospitalità e del turismo, e idonei a rappresentarvi adeguatamente negli organi legislativi. Per mezzo del vostro Comitato direttivo voi avete mantenuto un contatto incessante, nello spirito di cordiale collaborazione, con le Autorità governative, con gli organismi politici e sindacali della Capitale, con la Direzione centrale dei vari Enti e Istituti, e con la stampa. Ma rilevanti argomenti dovete ancora prendere a trattare, e voi, allato di altre riforme legislative, considerate quella di una legge sindacale, la cui efficienza sarà considerevole per la struttura stessa delle vostre organizzazioni.

Noi non dubitiamo che il futuro avanzamento della vostra Associazione mostrerà anche maggiormente la sua necessità e la sua efficacia. Vorremmo tuttavia porre qui in evidenza un aspetto, differente certamente dalle considerazioni puramente tecniche — oggetto immediato delle vostre sollecitudini —, ma che non è ad esse estraneo e ne forma anzi in qualche modo la base. Lo scorso mese di Maggio, l'Associazione provinciale dei « Pubblici Esercizi » di Padova, celebrando il decimo anniversario della sua fondazione, ha voluto venerare nel Martire San Teodoto un protettore e un esempio eccelso delle più eroiche virtù. Nobile ispirazione, che avrà certo la sua ricompensa nell'abbondanza dei favori personali e sociali, che deriveranno dalla potente intercessione del Santo. Coinvolti intimamente nel flusso e riflusso della civiltà moderna, a contatto con gente di ogni condizione e di ogni pensamento, i pubblici esercenti abbisognano, più che mai, di ferme convinzioni morali, di un senso profondo della equità e di una viva sensibilità per le esigenze del bene. Essi debbono manifestare nel loro contegno, con una parola detta al momento opportuno, o anche semplicemente con la loro condotta, che non accettano nelle loro istituzioni ciò che potrebbe offendere la onestà, il rispetto che si deve agli altri e a sè stessi. Premurosi di mantenere in ogni circostanza una perfetta cortesia e distinzione, essi intendono di meritare in tal guisa la stima e la fiducia della loro clientela.

Ma occorre andare più oltre, e Noi vorremmo ricordarvi l'esortazione, che l'Apostolo S. Paolo indirizzava ai Colossesi : « Qualunque cosa diciate o facciate, (fate) tutto nel nome del Signore Gesù Cristo, rendendo per lui grazie a Dio e Padre » (Col. 3, 17). Ecco la vera portata del vostro lavoro. Il quale non è soltanto un'attività economica, che deve procurarvi vantaggi materiali, e nemmeno unicamente una funzione sociale, lodevolmente destinata al servizio dei vostri simili; ma, a traverso le più modeste azioni quotidiane, in mezzo alle fatiche, alle contrarietà, alle difficoltà di ogni sorta, è il modo con cui potete manifestare la vostra appartenenza a Gesù Cristo. È questo il fondamento della vostra dignità di uomini, e anche più di cristiani. Conservate sempre l'ansia di servire Dio per tutta la vostra vita. Egli ispira e fa crescere le qualità profonde dell'anima, e dà il coraggio di elevarsi al di sopra delle inevitabili e di tutte le umane debolezze. Con Lui non avrete più alcun motivo di rattristarvi nell'ora della prova, né di scoraggiarvi; voi saprete che, invece di perseguire i vostri propri interessi, difendete quelli di un Padre infinitamente buono, che vi protegge con la sua sollecitudine e si prepara a ricompensare sovrabbondantemente la vostra fedeltà.

Se voi nutrirete questi sentimenti eserciterete su tutti coloro, in mezzo a cui vivete, o che entreranno in relazione con voi, l'influsso più benefico ed efficace. Voi darete così prova della verità della vostra fede e della certezza delle promesse divine, che Gesù Cristo ha lasciate in eredità alla sua Chiesa, affinchè questa le faccia conoscere al mondo e ad esso mostri in tal guisa la sola via di salvezza.

Con tale augurio imploriamo su di voi, sulle vostre famiglie e su tutte le persone che vi sono care l'aiuto divino, in pegno del quale vi accordiamo di cuore la Nostra paterna Apostolica Benedizione.


*Discorsi e Radiomessaggi di Sua Santità Pio XII, XVII,
 Diciassettesimo anno di Pontificato, 2 marzo 1955 - 1° marzo 1956, pp. 337 - 339
 Tipografia Poliglotta Vaticana

 



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