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DISCORSO DI SUA SANTITÀ PIO XII
AI PARTECIPANTI AL XII CONGRESSO
DEI COLTIVATORI DIRETTI*

Mercoledì, 16 aprile 1958

 

Un incontro con voi, diletti figli, è sempre per Noi un dolce conforto; perciò ogni qualvolta, in occasione dei vostri Congressi nazionali, avete chiesto la Nostra benedizione, vi abbiamo accolti, nel miglior modo che Ci era possibile, con affettuosa e paterna tenerezza. Abbiamo voluto così dimostrarvi la Nostra viva speranza, anzi la Nostra certezza, che voi continuerete ad avanzare sulla strada maestra, nella quale vi siete messi con fiducioso ardimento fin dai primi giorni della vostra esistenza. Bisognava superare la mentalità comprensibilmente individualistica di molti e la diffusa sfiducia verso ogni forma di associazione; bisognava, d'altra parte, resistere agli inviti e alle insistenze di chi vi cercava per ottenere il vostro non indifferente apporto alla loro organizzazione; mai voi avete preferito rimanere autonomi, unendo i vostri sforzi allo scopo di poter più facilmente provvedere alla vostra azione di difesa, di conquista, di positiva costruzione.

Noi non abbiamo dimenticato che già al I° Congresso Nazionale voi invitaste tutti a meditare sul fatto che « le famiglie diretto-coltivatrici italiane sono, per tradizione e per profonda convinzione, cristiane »; persuasi quindi che « solo alla luce del Cristianesimo è possibile la elevazione morale e materiale delle famiglie rurali », « affermaste solennemente la vostra adesione ai principi della scuola cristiano-sociale », rompendo ogni indugio e chiudendo la porta a qualsiasi tentativo di equivoco (cfr. I° Congr. della Confederazione Naz. dei Coltivatori Diretti, novembre 1946, pag. 46).

Tale adesione, lungi dal costituire un ostacolo al conseguimento dei vostri legittimi scopi, ha facilitato la vostra azione, conferendo ad essa un carattere di tempestività e di saggezza, che altri in realtà non avrebbero saputo e potuto darle. Ebbe così inizio una serie di meritate conquiste, che non accennano a diminuire di numero e di valore; tanto che ai numerosi felici successi già riportati dalla vostra Confederazione nel campo sindacale, economico, fiscale e previdenziale, si è aggiunto di recente quello di una legge che estende ai Coltivatori Diretti, ai coloni e ai mezzadri la pensione per la invalidità e la vecchiaia, grazie alla quale si prevede che entro il 1958 seicentomila Coltivatori Diretti potranno percepirla. Anche per sviluppare la vostra vita associativa sono stati fatti sforzi notevoli da ogni parte d'Italia. Secondo notizie pervenuteCi, già 2233 sezioni locali hanno una propria sede, dove possono adunarsi periodicamente per leggere la stampa, per informarsi della pubblicazione di nuove leggi a favore dell'agricoltura, per ascoltare lezioni di carattere tecnico e sindacale, per effettuare, infine, quegli amichevoli incontri, che tanto giovano alla mutua comprensione e preludono all'attività intelligente e concorde.

Vorremmo inoltre congratularCi con voi, perchè questo vostro XII Congresso vi trova una volta di più vittoriosi: continuino pure altri ad affermare di essere i veri e gli unici difensori delle classi umili; si affannino pure per sminuire la vostra vittoria.

Voi avete tenuto invece a rinnovare la vostra fiducia in chi non ha deluso le vostre giuste aspirazioni. Il vostro voto è andato a chi nulla ha omesso di quanto poteva esser fatto per la difesa dei vostri diritti fondamentali e per assistervi nelle votre numerose e varie necessità. Da questa buona volontà di esservi d'aiuto sono derivati gli 837 mila ricoveri ospedalieri per un totale di i o milioni di giornate; i 4 milioni di « prestazioni specialistiche », e la costruzione di 90 ambulatori. Ed ora, dopo questo Nostro affettuoso saluto, solleciti come siamo del vostro bene specialmente nell'ordine spirituale, eccovi un pensiero di incitamento a trascorrere, con sempre maggiore coscienza, con sempre maggiore impegno, con sempre maggior dignità, la vostra vita. Anche voi, infatti, avete la possibilità di affermare e sviluppare il vostro essere umano, la vostra vita cristiana. L'avete come uomini, L'avete come coltivatori dei campi.

1° – Fermo restando che ognuno può cercar di migliorare la propria condizione con tutti i mezzi leciti, è certo, tuttavia, che ogni vita è per sè stessa ugualmente pregevole davanti agli uomini e davanti a Dio. Quando, infatti, essa fosse rettamente vissuta, equivarrebbe al compimento perfetto di un sacro dovere; sarebbe, per conseguenza, un autentico servizio di Dio, un atto di amore a Lui e, per Lui, un atto di amore al prossimo. Se poi si considera che tutti i cristiani sono parte di un misterioso edificio, la cui pietra angolare è Cristo (Eph. 2, 20-2 1); che sono innestati sullo stesso tronco vivente, il Salvatore divino (cfr. Rom. II, 24); che sono membra di un unico corpo sotto lo stesso capo, Dio incarnato (Eph. 5, 30); allora si comprende come non importa quale tipo di pietra, di tralcio, di membro essi siano, ma invece e soltanto che ognuno sappia stare al suo posto, adempiendo perfettamente la sua funzione. Perchè ogni opera sarà così esecuzione di un ordine di Gesù, compimento di un desiderio di Lui, e da Lui prenderà consistenza, efficacia e valore.

2° – Ma voi avete anche una missione specifica, e Noi vi esortiamo a comprenderla, a stimarla, a viverla.

a) Dovete anzitutto adoperarvi per il miglioramento del tenore di vita tra coloro che lavorano i campi. Bisogna migliorarlo sempre più mediante la bonifica e una retta e sana riforma fondiaria; bisogna adoperarsi affinché si diffonda sempre più la proprietà diretto-coltivatrice.

Dovete agire per l'incremento e il miglioramento della produzione, per la diminuzione dei costi, e, d'altra parte, perchè le caratteristiche proprie della domanda dei prodotti agricoli, e la rigidità che si riscontra nell'offerta di essi, non danneggino i prezzi e non diminuiscano l'effettiva consistenza dei vostri redditi.

Non possiamo omettere di richiamare la vostra attenzione su un particolare gruppo, che fra tutti è più economicamente depresso, meno sviluppato socialmente e meno tutelato: vogliamo dire il gruppo rappresentato dalle categorie dei braccianti, la cui condizione sta aggravandosi per il peso della disoccupazione e della sotto-occupazione, specialmente nelle zone di piccola proprietà frammentata.

b) Di pari passo col miglioramento materiale deve procedere il miglioramento spirituale.

Vi è stato, tempo fa, un grido di apprensione, che sarebbe pericoloso stimare del tutto infondato, anche se appaia necessario non esagerarne la portata. L'indifferenza religiosa, la miscredenza dichiarata, l'ostilità preconcetta, che nel remoto passato erano proprie di alcune classi intellettuali e di recente avevano contaminato le categorie operaie, starebbero impadronendosi anche dei lavoratori dei campi; questo accadrebbe, in verità, mentre si nota un consolante movimento di ritorno dei primi e un arresto nel processo materialistico dei secondi.

Voi non dovete nulla omettere, affinché le sane tradizioni religiose delle campagne italiane restino intatte e prevalgano contro i tentativi di pervertimento che da varie parti e con ogni mezzo vengono compiuti. Certamente i Coltivatori Diretti danno, in questo senso, uno spettacolo confortevole: tutto nella loro vita e nella loro azione vuole ispirarsi alla fede cristiana, sicché dal Vangelo e dalla dottrina della Chiesa siano mutuati i principi, gli scopi, il metodo. Di particolare aiuto è per loro il carattere esplicitamente familiare della loro azienda; nulla, quindi, che disgreghi la famiglia viene accolto favorevolmente da voi, e ciò spiega perchè il materialismo ateo urti e s'infranga come contro un solido muro, ogniqualvolta tenta di aprirsi un varco per penetrare fra voi.

c) Missione particolarissima e veramente provvidenziale della vostra organizzazione è dare un esempio concreto del come si possa col massimo impegno tendere al raggiungimento di mète materiali, senza cedere in alcun modo agli allettamenti dei nemici di Cristo. Voi siete la prova evidente di quanto si travisa, di come si giuoca sull'equivoco, quando si tenta di accreditare la voce, secondo la quale un Cristianesimo, accettato nelle sue verità e praticato nelle sue norme, provocherebbe arresti o rallentamenti nel cammino verso il vero progresso.

Possano tanti illusi, tanti traviati guardare alla vostra ferma, serena volontà di progresso nell'ordine e nella pace. Possa l'Italia ancora una volta ritrovare nei campi una delle più solide basi morali e sociali per il suo necessario sviluppo. Siate voi, diletti figli, Coltivatori Diretti, gli italiani più genuini e più semplici, più cristiani e più umani!

 


*Discorsi e Radiomessaggi di Sua Santità Pio XII, XX,
Ventesimo anno di Pontificato, 2 marzo - 9 ottobre 1958, pp. 101-104
Tipografia Poliglotta Vaticana;
A.A.S., vol. L (1958), n. 6-7, pp. 287-291

   



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