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PAPA FRANCESCO

UDIENZA GENERALE

Aula Paolo VI
Mercoledì, 15 febbraio 2017

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La Speranza cristiana - 11. La speranza non delude (cfr Rm 5,1-5)

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Fin da piccoli ci viene insegnato che non è una bella cosa vantarsi. Nella mia terra, quelli che si vantano li chiamano “pavoni”. Ed è giusto, perché vantarsi di quello che si è o di quello che si ha, oltre a una certa superbia, tradisce anche una mancanza di rispetto nei confronti degli altri, specialmente verso coloro che sono più sfortunati di noi. In questo passo della Lettera ai Romani, però, l’Apostolo Paolo ci sorprende, in quanto per ben due volte ci esorta a vantarci. Di cosa allora è giusto vantarsi? Perché se lui esorta a vantarsi, di qualcosa è giusto vantarsi. E come è possibile fare questo, senza offendere gli altri, senza escludere qualcuno?

Nel primo caso, siamo invitati a vantarci dell’abbondanza della grazia di cui siamo pervasi in Gesù Cristo, per mezzo della fede. Paolo vuole farci capire che, se impariamo a leggere ogni cosa con la luce dello Spirito Santo, ci accorgiamo che tutto è grazia! Tutto è dono! Se facciamo attenzione, infatti, ad agire – nella storia, come nella nostra vita – non siamo solo noi, ma è anzitutto Dio. È Lui il protagonista assoluto, che crea ogni cosa come un dono d’amore, che tesse la trama del suo disegno di salvezza e che lo porta a compimento per noi, mediante il suo Figlio Gesù. A noi è richiesto di riconoscere tutto questo, di accoglierlo con gratitudine e di farlo diventare motivo di lode, di benedizione e di grande gioia. Se facciamo questo, siamo in pace con Dio e facciamo esperienza della libertà. E questa pace si estende poi a tutti gli ambiti e a tutte le relazioni della nostra vita: siamo in pace con noi stessi, siamo in pace in famiglia, nella nostra comunità, al lavoro e con le persone che incontriamo ogni giorno sul nostro cammino.

Paolo però esorta a vantarci anche nelle tribolazioni. Questo non è facile da capire. Questo ci risulta più difficile e può sembrare che non abbia niente a che fare con la condizione di pace appena descritta. Invece ne costituisce il presupposto più autentico, più vero. Infatti, la pace che ci offre e ci garantisce il Signore non va intesa come l’assenza di preoccupazioni, di delusioni, di mancanze, di motivi di sofferenza. Se fosse così, nel caso in cui riuscissimo a stare in pace, quel momento finirebbe presto e cadremmo inevitabilmente nello sconforto. La pace che scaturisce dalla fede è invece un dono: è la grazia di sperimentare che Dio ci ama e che ci è sempre accanto, non ci lascia soli nemmeno un attimo della nostra vita. E questo, come afferma l’Apostolo, genera la pazienza, perché sappiamo che, anche nei momenti più duri e sconvolgenti, la misericordia e la bontà del Signore sono più grandi di ogni cosa e nulla ci strapperà dalle sue mani e dalla comunione con Lui.

Ecco allora perché la speranza cristiana è solida, ecco perché non delude. Mai, delude. La speranza non delude! Non è fondata su quello che noi possiamo fare o essere, e nemmeno su ciò in cui noi possiamo credere. Il suo fondamento, cioè il fondamento della speranza cristiana, è ciò che di più fedele e sicuro possa esserci, vale a dire l’amore che Dio stesso nutre per ciascuno di noi. E’ facile dire: Dio ci ama. Tutti lo diciamo. Ma pensate un po’: ognuno di noi è capace di dire: sono sicuro che Dio mi ama? Non è tanto facile dirlo. Ma è vero. E’ un buon esercizio, questo, dire a se stessi: Dio mi ama. Questa è la radice della nostra sicurezza, la radice della speranza. E il Signore ha effuso abbondantemente nei nostri cuori lo Spirito - che è l’amore di Dio - come artefice, come garante, proprio perché possa alimentare dentro di noi la fede e mantenere viva questa speranza. E questa sicurezza: Dio mi ama. “Ma in questo momento brutto?” – Dio mi ama. “E a me, che ho fatto questa cosa brutta e cattiva?” – Dio mi ama. Quella sicurezza non ce la toglie nessuno. E dobbiamo ripeterlo come preghiera: Dio mi ama. Sono sicuro che Dio mi ama. Sono sicura che Dio mi ama.

Adesso comprendiamo perché l’Apostolo Paolo ci esorta a vantarci sempre di tutto questo. Io mi vanto dell’amore di Dio, perché mi ama. La speranza che ci è stata donata non ci separa dagli altri, né tanto meno ci porta a screditarli o emarginarli. Si tratta invece di un dono straordinario del quale siamo chiamati a farci “canali”, con umiltà e semplicità, per tutti. E allora il nostro vanto più grande sarà quello di avere come Padre un Dio che non fa preferenze, che non esclude nessuno, ma che apre la sua casa a tutti gli esseri umani, a cominciare dagli ultimi e dai lontani, perché come suoi figli impariamo a consolarci e a sostenerci gli uni gli altri. E non dimenticatevi: la speranza non delude.


Saluti:

Je suis heureux de saluer les pèlerins de langue française, en particulier les jeunes et les paroisses venant de France et de Suisse. Que l’Esprit Saint ouvre nos cœurs à l’amour dont Dieu nous a comblés pour que nous devenions en Jésus-Christ les témoins de l’espérance auprès de tous, en particulier des petits et des pauvres. Que Dieu vous bénisse!

[Sono lieto di salutare i pellegrini di lingua francese, in particolare i giovani e le parrocchie venuti da Francia e Svizzera. Lo Spirito Santo apra i nostri cuori all’amore di cui Dio ci ha riempiti per divenire in Gesù Cristo i testimoni della speranza verso tutti, in particolare i piccoli e i poveri. Dio vi benedica!]

I greet the English-speaking pilgrims and visitors taking part in today’s Audience, particularly those from England, Denmark and the United States of America. Upon all of you, I invoke the grace of the Lord Jesus, that you may a sign of Christian hope in your homes and communities. May God bless you!

[Saluto i pellegrini di lingua inglese presenti all’odierna Udienza, specialmente quelli provenienti da Inghilterra, Danimarca e Stati Uniti d’America. Su tutti voi e sulle vostre famiglie invoco la grazia del Signore Gesù affinché possiate essere un segno della speranza cristiana nelle vostre case e nelle vostre comunità. Dio vi benedica!]

Sehr herzlich heiße ich die Pilger und Besucher deutscher Sprache willkommen. Insbesondere grüße ich die Gruppe katholischer und evangelischer Pfarrer aus Kärnten in Begleitung von Bischof Alois Schwarz. Die Hoffnung ist ein wunderbares Geschenk Gottes, und wir alle sollen zu ihrem „Kanal“ für alle werden. So lernen wir als Kinder Gottes, einander Trost zu schenken und Stütze zu sein. Der Heilige Geist erfülle euch mit seinem Frieden und seiner Freude.

[Un caloroso benvenuto ai pellegrini e ospiti di lingua tedesca. In particolare saluto il gruppo di parroci cattolici e evangelici provenienti dalla Carinzia, accompagnati da Mons. Alois Schwarz. La speranza è un dono meraviglioso di Dio: siamo chiamati a farci suoi “canali” per tutti. In tal modo, come figli di Dio, impariamo a consolarci e a sostenerci gli uni gli altri. Lo Spirito Santo vi ricolmi con la sua pace e la sua gioia.]

Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española. En particular a los formadores y alumnos del Seminario Diocesano de Orihuela-Alicante, Monseñor Murgui tiene un buen seminario. Pidamos a María, Madre de misericordia, que interceda por nosotros para que nos ayudemos mutuamente con el testimonio de nuestra fe y perseverancia, y así crezca nuestra esperanza. Que el Señor los bendiga. Muchas gracias.

Saúdo os peregrinos de língua portuguesa presentes nesta Audiência. Possa este encontro, que nos faz sentir membros da única família dos filhos de Deus, renovar a vossa esperança no Deus misericordioso que não exclui ninguém e nos convida a ser testemunhas do seu amor sobretudo para com os mais necessitados. Obrigado.

[Saluto i pellegrini di lingua portoghese presenti a quest’Udienza. Auguro che questo incontro, che ci fa sentire membri dell'unica famiglia dei figli di Dio, rinnovi la vostra speranza nel Dio misericordioso che non esclude nessuno e ci invita a essere testimoni del suo amore, particolarmente verso i più bisognosi. Grazie.]

أُرحّبُ بالحجّاجِ الناطقينَ باللغةِ العربيّة، وخاصةً بالقادمينَ من الشّرق الأوسط. أيّها الإخوةُ والأخواتُ الأعزّاء، إنّ الرّجاء المسيحيّ ثابت ولا يخيّب لأنّه يقوم على المحبّة التي يحملها الله لكلّ فرد منّا. لنكُن إذًا قنوات لهذه العطيّة الرائعة ولنحملها للجميع! ليبارككُم الرّبّ!

[Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua araba, in particolare a quelli provenienti dal Medio Oriente! Cari fratelli e sorelle, la speranza cristiana è solida e non delude perché è fondata sull’amore che Dio stesso nutre per ciascuno di noi. Diventiamo allora “canali” di questo dono straordinario e portiamolo a tutti. Il Signore vi benedica!]

Pozdrawiam przybyłych na audiencję pielgrzymów polskich. Wczoraj wspominaliśmy świętych patronów Europy: Cyryla, mnicha, i Metodego, biskupa. Ci dwaj bracia, pochodzący z Salonik, przynieśli Ewangelię narodom Słowiańskim. Także dzisiaj przypominają oni Europie i nam wszystkim o potrzebie zachowania jedności wiary, tradycji, kultury chrześcijańskiej i życia na co dzień Ewangelią. Wam wszystkim, którzy te wyzwania podejmujecie i wspieracie swoją modlitwą, z serca błogosławię.

[Saluto i pellegrini polacchi venuti a quest’udienza. Ieri abbiamo ricordato i santi Patroni d’Europa: Cirillo monaco, e Metodio vescovo. Questi due fratelli di Salonicco hanno portato il Vangelo ai popoli Slavi. Ancor oggi essi ricordano all’Europa, e a noi tutti, il bisogno di mantenere l’unità della fede, la tradizione, la cultura cristiana e di vivere ogni giorno il Vangelo. A voi tutti che affrontate queste sfide, sostenendole con la vostra preghiera, imparto di cuore la mia Benedizione.]

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Rivolgo un cordiale benvenuto ai fedeli di lingua italiana. Saluto i gruppi parrocchiali e le associazioni, in particolare Nessuno escluso di Taranto, esortando a promuovere sempre una cultura inclusiva per le persone sole e per i senza fissa dimora. Saluto il Coro Prealpi di Villapedergnano-Erbusco e Note Ascendenti di Sant’Eufemia-Lamezia Terme, e li ringrazio per la bella esibizione. Quando si vuole una cosa, si fa così! Così noi dobbiamo fare con la preghiera, quando chiediamo qualcosa al Signore: insistere, insistere, insistere, … è un bell’esempio, un bell’esempio di preghiera! Grazie! Auspico che questo incontro susciti in ciascuno rinnovati propositi di testimonianza cristiana nella famiglia e nella società.

Un saluto speciale porgo ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli. Ieri abbiamo celebrato la festa dei Santi Cirillo e Metodio, evangelizzatori dei popoli slavi e compatroni d’Europa. Il loro esempio aiuti voi, cari giovani, a diventare in ogni ambiente discepoli missionari; la loro tenacia incoraggi voi, cari ammalati, ad offrire le vostre sofferenze per la conversione dei lontani; e il loro amore per il Signore illumini voi, cari sposi novelli, a porre il Vangelo come regola fondamentale della vostra vita familiare.



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