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DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
ALLA DELEGAZIONE DEL CENTRO INTERNAZIONALE DEL DIACONATO

Sala dei Papi
Sabato, 4 giugno 2016

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Cari fratelli e sorelle,

sono lieto di accogliervi in occasione del cinquantesimo  anniversario del Centro Internazionale del Diaconato, ricorrenza che avete celebrato alla fine dello scorso anno. La vostra visita ha luogo nell’Anno Santo della Misericordia, un contesto spirituale che vuole rinnovare in noi la consapevolezza dell’importanza della misericordia nella nostra vita e nel nostro ministero. Vi ringrazio per la vostra presenza, e un grazie speciale va a Mons. Fürst e al Prof. Kießling per le loro gentili parole.

Il Signore Gesù ha affidato agli Apostoli un comandamento nuovo: «Che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri» (Gv 13,34). Gesù stesso è questa “novità”. Ci ha dato un esempio perché, come ha fatto Lui, facciamo anche noi (cfr Gv 13,15). Tale comandamento d’amore è l’ultima volontà di Gesù, consegnata ai discepoli nel cenacolo dopo la lavanda dei piedi. Ed Egli la sottolinea ancora una volta: «Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io ho amato voi» (Gv 15,12). Nell’amarsi gli uni gli altri, i discepoli continuano la missione per la quale il Figlio di Dio è venuto nel mondo. E comprendono, aiutati dallo Spirito Santo, che questo comandamento implica il servizio ai fratelli e alle sorelle. Per potersi prendere concretamente cura delle persone con le loro necessità, gli Apostoli scelgono alcuni “diaconi”, cioè servitori. I diaconi manifestano in modo particolare il comandamento di Gesù: imitare Dio nel servizio degli altri, imitare Dio che è amore e si spinge persino a servirci. Il modo di agire di Dio, il suo agire con pazienza, benevolenza, compassione e disponibilità per renderci migliori, deve distinguere anche tutti i ministri: i Vescovi come successori degli Apostoli, i sacerdoti, loro collaboratori, e – nel concreto «servire alle mense» (At 6,2) – i diaconi. Proprio i diaconi sono volto della Chiesa nella vita quotidiana, di una comunità che vive e cammina in mezzo alla gente e dove non è grande chi comanda, ma chi serve (cfr Lc 22,26).

Cari diaconi, auspico che il vostro pellegrinaggio a Roma durante questo Giubileo sia un’esperienza intensa della misericordia di Dio e vi aiuti a crescere nella vostra vocazione di ministri di Cristo. Il Signore vi sostenga nel vostro servizio e vi faccia giungere ad una fede sempre più grande nel suo amore, per viverlo con gioia e dedizione. Sappiate che la mia preghiera e la mia benedizione vi accompagnano sempre; e, per favore – per favore: questo è un servizio diaconale che vi chiedo – non dimenticatevi di pregare per me.

 



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