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DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
AI PARTECIPANTI ALL'INCONTRO MONDIALE "IO POSSO"

Aula Paolo VI
Sabato, 30 novembre 2019

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Cari ragazzi e ragazze,
cari insegnanti e cari genitori!

Vi saluto tutti e vi ringrazio di essere qui oggi al termine del vostro incontro mondiale. Ringrazio in particolare la Presidente della FIDAE per le sue parole di introduzione.

Mi piace vedere nel vostro impegno quotidiano la bellezza in azione. Una bellezza formata dalla condivisione di tanti piccoli gesti. Mi viene in mente l’arte del mosaico, in cui tanti tasselli vanno a integrarsi per formare un’immagine più grande. Visti da vicino, quei pezzettini di pietra sembrano non avere significato, ma insieme creano una visione stupefacente.

Nella nostra tradizione ebraica e cristiana, bellezza e bontà sono legate, sono inseparabili. Ad esempio, nel libro della Genesi si legge che Dio – nella creazione – separa i diversi elementi del mondo, la luce dalle tenebre, la terra dalle acque… Popola la terra di vegetali e di animali e, quando è tutto pronto, crea l’uomo e la donna. Al termine della creazione di ogni cosa si legge: «Dio vide che era cosa buona»; e per l’uomo e la donna: «Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona» (Gen 1,31).

Il termine “buono” in ebraico ha un valore molto esteso e si può tradurre non solo come buono ma anche come armonioso. Si tratta di un’armonia polifonica, fatta di bellezza, di bontà e di condivisione. Il creato ci stupisce per il suo splendore e per la sua varietà e, nello stesso tempo, ci riporta con i piedi per terra, facendoci comprendere quale sia il nostro ruolo nel mondo di fronte a tanta grandezza.

Quando guardiamo con stupore e ammirazione il cielo e le stelle, o di fronte al mormorare di un ruscello con le sue acque limpide, la nostra mente è portata a contemplare l’autore di tanta bellezza (cfr Sap 13,3), un tesoro donato al genere umano, che a sua volta lo deve coltivare e custodire (cfr Gen 2,15). Nelle Sacre Scritture, quindi, c’è una strettissima relazione tra bello e buono, tra bellezza e bontà intesa come servizio per gli altri.

Come Dio ha messo a disposizione degli esseri umani l’opera della sua creazione, così gli uomini stessi trovano la loro piena realizzazione dando vita a una “bellezza condivisa”. Siamo di fronte a una “chiave” dell’universo, da cui dipende anche la sua sopravvivenza: questa chiave è il disegno di alleanza di Dio. Si tratta di riconoscere l’intenzione che c’è scritta nella bellezza del creato, cioè il desiderio del Creatore di comunicare, di offrire un meraviglioso messaggio a chi lo può interpretare, cioè noi esseri umani.

Non dobbiamo illuderci «di poter sostituire una bellezza irripetibile e non recuperabile con un’altra creata da noi» (Enc. Laudato si’, 34). Non possiamo correre il rischio di Prometeo. Forse avete già sentito la storia di questo giovane che – seppure in buona fede – vuole diventare quasi una divinità. Vuole sostituirsi a Dio. A volte anche noi, senza accorgercene, cadiamo in questa tentazione, quando il nostro “io” diventa il centro di tutto e di tutti. Invece, cari amici, questo vostro progetto, ispirato all’Enciclica Laudato si’, dice giustamente che non possiamo essere noi stessi senza l’altro e senza gli altri. Non dobbiamo farci ingannare e cadere nella trappola dell’esclusività. Voi avete capito che “io posso” deve diventare “noi possiamo insieme”. Insieme è più bello e più efficace! Io posso, noi possiamo, insieme.

Insieme, certamente, con gli insegnanti. Un cordiale saluto e ringraziamento a tutti i docenti che accompagnano col loro prezioso lavoro questo progetto. Insieme ci stiamo preparando al Patto Globale sull’Educazione e all’evento che avverrà a Roma il prossimo 14 maggio 2020. Siamo tutti chiamati a costruire un “villaggio globale dell’educazione”. È bella questa parola: “villaggio globale dell’educazione”. Com’era la parola?... [tutti ripetono] Non sento bene... [ripetono di nuovo] Adesso va bene! Dove chi lo abita genera una rete di relazioni umane, le quali sono la migliore medicina contro ogni forma di discriminazione, violenza e bullismo. In questo grande villaggio, l’educazione si fa portatrice di fraternità e creatrice di pace tra tutti i popoli della famiglia umana, e anche di dialogo tra le loro religioni.

Insieme, naturalmente, con i genitori. Questo è decisivo per il successo delle vostre iniziative. I genitori non solo contribuiscono alla realizzazione finale ma, nello stesso tempo, partecipano al progetto educativo attraverso un bel confronto fatto di curiosità e novità. Anche noi adulti possiamo imparare dai ragazzi che, per tutto ciò che riguarda la protezione della natura, sono all’avanguardia. Grazie alle mamme e ai papà per il loro contributo e il loro paziente sostegno.

Cari ragazzi e care ragazze, vedo in voi una fiducia coraggiosa. Sì, la fiducia e il coraggio di un progetto di miglioramento ambientale e sociale che si fa concreto; un progetto che possa lasciare un’impronta. Avete fatto una scelta giusta: avete distolto lo sguardo dallo schermo del cellulare e vi siete rimboccati le maniche per mettervi al servizio della comunità. E avete messo anche i cellulari al servizio di questo impegno! La creatività e la fantasia hanno reso le vostre iniziative ancora più interessanti. Avete dimostrato che la sola intelligenza artificiale non è in grado di dare quel calore umano di cui tutti abbiamo bisogno. Ricordo ancora quando, durante il Sinodo dei Giovani, due bambine hanno presentato passo dopo passo le attività del vostro progetto.

Quello che mi fa tanto piacere – vedendo i vostri occhi sorridenti – è che avete preferito la solidarietà, il lavoro comune e la responsabilità a tante altre cose che il mondo vi offre. In effetti è così: certe cose ti divertono per un momento, e poi basta. Invece questo impegno insieme ti dà una soddisfazione che rimane dentro. Questo è anche il frutto di un metodo educativo che coinvolge la testa, le mani e il cuore, cioè le nostre diverse dimensioni, che sono sempre connesse tra loro. Ecco perché mi sembrate più felici di chi ha tutto e non vuole dare nulla. Voi siete più felici di coloro che vogliono tutto e non danno nulla. Soltanto attraverso il dare si può raggiungere la felicità (cfr At 20,35).

Grazie! Vi ringrazio per la vostra visita e di cuore vi benedico. Grazie.

E adesso in piedi, in silenzio preghiamo gli uni per gli altri, tutti, dal nostro cuore rivolgiamo la preghiera e chiediamo al Signore, chiediamo a Dio che ci benedica tutti. Amen.



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