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GIOVANNI PAOLO II

REGINA COELI

Festa di S. Giuseppe Artigiano
 1 maggio 1982

1. “Qualunque cosa facciate, fatela di cuore come per il Signore... Servite a Cristo Signore” (Col 3,23s).

Come non vedere in queste parole della liturgia di oggi il programma e la sintesi dell’intera esistenza di san Giuseppe, la cui testimonianza di generosa dedizione al lavoro la Chiesa propone alla nostra riflessione in questo primo giorno di maggio? San Giuseppe, “uomo giusto”, passò gran parte della sua vita faticando accanto al banco del carpentiere, in un umile borgo della Palestina. Una esistenza apparentemente non diversa da quella di molti altri uomini del suo tempo, impegnati come lui nello stesso duro lavoro. Eppure, un’esistenza così singolare e degna di ammirazione, da indurre la Chiesa a proporla come modello esemplare a tutti i lavoratori del mondo.

La ragione di una simile distinzione? Non è difficile riconoscerla. Essa sta nell’orientamento a Cristo, che sostenne tutta la fatica di san Giuseppe. La presenza nella casa di Nazaret del Verbo Incarnato, Figlio di Dio e figlio della sua sposa Maria, offriva a Giuseppe il quotidiano perché del tornare a curvarsi sul banco di lavoro, per trarre dalla sua fatica il sostentamento necessario alla famiglia. Veramente “tutto quello che fece”, Giuseppe lo fece “per il Signore” e lo fece “di cuore”.

2. All’esempio di questo “uomo giusto” sono oggi invitati a guardare tutti i lavoratori. L’esperienza singolare di san Giuseppe si riflette in qualche modo nella vita di ciascuno di loro. Per quanto diverso, infatti, sia il lavoro a cui essi attendono, la loro attività è sempre volta a soddisfare qualche necessità umana, è orientata a servire l’uomo. Il credente sa bene, peraltro, che Cristo ha voluto nascondersi in ogni essere umano, asserendo esplicitamente che “qualunque cosa si faccia per un fratello anche piccolo, è come se la si facesse a lui medesimo” (cf. Mt 25,40). In ogni lavoro è dunque possibile “servire Cristo”, adempiendo la raccomandazione di san Paolo e imitando l’esempio di san Giuseppe, custode e servitore del Figlio di Dio.

Nel rivolgere oggi, primo maggio, un cordialissimo saluto a tutti voi, convenuti qui nel Cortile san Damaso, il mio affettuoso pensiero va in modo speciale ai lavoratori qui presenti e, mediante loro, a tutti i lavoratori del mondo, esortandoli a prendere rinnovata coscienza della dignità che è loro propria: con la loro fatica essi servono i fratelli: servono l’uomo e, nell’uomo, Cristo. Li aiuti san Giuseppe a vedere in questa prospettiva il lavoro, per valutarne tutta la nobiltà e non mancare mai di forti motivazioni a cui fare ricorso nei momenti difficili.

3. Oggi ha inizio il mese che la pietà popolare ha consacrato in modo speciale al culto della Vergine Maria. Parlando di san Giuseppe e della casa di Nazaret, il pensiero va spontaneamente a Colei che, in quella casa, fu per anni sposa affettuosa e madre tenerissima, esempio incomparabile di serena fortezza e di fiducioso abbandono. Come non auspicare che la Vergine santa entri anche nelle nostre case, ottenendo con la forza della sua intercessione materna – come dicevo nell’esortazione apostolica Familiaris Consortio – che “ogni famiglia cristiana possa diventare veramente una "piccola Chiesa", nella quale si rispecchi e riviva il mistero della Chiesa di Cristo”? (Giovanni Paolo II, Familiaris Consortio, 86).

Perché questo avvenga è necessario che nelle famiglie rifiorisca la devozione a Maria, specialmente mediante la recita del Rosario. Il mese di maggio, che oggi incomincia, può essere l’occasione opportuna per riprendere questa bella pratica che tanti frutti di generoso impegno e di spirituale consolazione ha recato, nei secoli, alle generazioni cristiane. Torni fra le mani dei cristiani la corona del Rosario e col suo aiuto si intensifichi quel dialogo tra la terra e il cielo che è garanzia del perseverare del dialogo fra gli uomini stessi, affratellati sotto lo sguardo amorevole della Madre comune.


Dopo la recita del Regina Coeli


Ad un centinaio di pellegrini croati.

Mi è ben noto con quanto amore avete desiderato di vedere il Papa prima di ritornare nella vostra cara Croazia. Il Papa vi accoglie con le braccia aperte, prega per voi e vi benedice di tutto il cuore. Siate sempre fedeli a Dio, devoti alla Madonna e attaccati alla Sede Apostolica. Queste sono state in ogni tempo le caratteristiche più belle della vostra gloriosa patria. Non dovete tradirle mai!


Ad un gruppo di fedeli di lingua inglese

My special greetings go this morning to the English-speaking visitors. It is a joy to welcome you on this first day of May, the feast of Saint Joseph the Worker, when the attention of the world is turned to the dignity of work, and above all, and fill your hearts and your homes with his peace.

 

© Copyright 1982 - Libreria Editrice Vaticana



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