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GIOVANNI PAOLO II

ANGELUS

Domenica, 9 ottobre 1983

 

1. Tra i molti aspetti che i Papi, i santi e gli studiosi hanno rivelato nel Rosario, uno va doverosamente ricordato in quest’Anno Giubilare. Il Santo Rosario è una memoria continua della Redenzione, nelle sue tappe salienti: l’Incarnazione del Verbo, la sua Passione e Morte per noi, la Pasqua che egli ha inaugurato e che si compirà eterna nei cieli.

Considerando infatti gli elementi contemplativi del Rosario, cioè i misteri attorno ai quali si snoda la preghiera vocale, possiamo meglio capire perché questa corona di Ave sia stata chiamata “Salterio della Vergine”. Come i Salmi ricordavano a Israele le meraviglie dell’Esodo e della salvezza operata da Dio, e richiamavano costantemente il popolo alla fedeltà verso il patto del Sinai, così il Rosario ricorda continuamente al popolo della nuova alleanza i prodigi di misericordia e di potenza che Dio ha dispiegato in Cristo a favore dell’uomo, e lo richiama alla fedeltà nei confronti degli impegni battesimali. Noi siamo il suo popolo, egli è il nostro Dio.

2. Ma questo ricordo dei prodigi di Dio e questo richiamo costante alla fedeltà passa, in certo modo, attraverso Maria, la Vergine fedele. Il susseguirsi delle Ave ci aiuta a penetrare, di volta in volta, sempre più profondamente, nell’altissimo mistero del Verbo incarnato e salvatore (cf. Lumen Gentium, 65), “con il cuore di colei che al Signore fu più vicina” (Paolo VI, Marialis Cultus, 47). Perché anche Maria, come Figlia di Sion ed erede della spiritualità sapienziale di Israele, ha cantato i prodigi dell’Esodo; ma, come la prima e più perfetta discepola di Cristo, ha precorso e vissuto la Pasqua della nuova alleanza, custodendo in cuore e meditando ogni parola e ogni gesto del Figlio, associandosi a lui con fedeltà incondizionata, indicando a tutti la strada del nuovo patto: “Fate quello che vi dirà” (Gv 2, 5). Glorificata oggi nel cielo, mostra realizzato in sé l’itinerario del nuovo popolo verso la Terra promessa.

3. Il Rosario dunque ci immerga nei misteri di Cristo, e nel volto della Madre proponga ad ogni fedele e a tutta la Chiesa il modello perfetto di come si accoglie, si custodisce e si vive ogni parola e ogni evento di Dio, nel cammino ancora in atto della salvezza del mondo.


Ai fedeli di lingua spagnola

Mi particular saludo a todas las personas de lengua española, que han acudido a plaza San Pedro para recitar con el Papa la plegaria del ángelus. En especial saludo a los peregrinos españoles de Becerril de la Sierra y Moralzarzal.

Con mi Bendición para todos y cada uno.

Il mio saluto particolare va a tutti i fedeli di lingua spagnola che sono convenuti in piazza San Pietro per recitare con il Papa la preghiera dell’Angelus. Un saluto speciale ai pellegrini spagnoli di Becerrie de la Sierra e Moralzarzal. Con la mia benedizione per tutti e ciascuno.

Saluto infine tutti i pellegrini di lingua italiana qui presenti; in particolar modo il pellegrinaggio diocesano di Genova, guidato dal Cardinale Arcivescovo Giuseppe Siri. Carissimi, mi compiaccio per la vostra presenza, che ha avuto il momento più significativo nella celebrazione per l’acquisto dell’indulgenza giubilare. Mentre auspico per voi e per ogni persona a voi cara l’abbondanza di elette grazie celesti, vi rinnovo la mia speciale benedizione.

 

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