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GIOVANNI PAOLO II

ANGELUS

Domenica, 28 gennaio 1996

 

Carissimi Fratelli e Sorelle!

1. Il 24 gennaio scorso, memoria di san Francesco di Sales, Patrono della stampa cattolica, è stato reso pubblico il messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, in programma il prossimo 19 maggio, che avrà come tema: "I media: areopago per la promozione della donna nella società". Gli strumenti della comunicazione sociale offrono possibilità straordinarie per l’annuncio del Vangelo, come già sottolineava il decreto Inter mirifica, col quale il Concilio Vaticano II si è appunto occupato di essi. I Padri conciliari con atteggiamento di fiducia e, insieme, di lucido realismo hanno riconosciuto innanzitutto gli aspetti positivi di questi mezzi, ma non si sono nascosti che "gli uomini possono usarli contro il piano di Dio creatore e volgerli a propria rovina" (IM, 2). E come negare che proprio tale ambivalenza è venuta in questi decenni sempre più in luce?

Innegabile è il valore dei mass-media. Ben usati, essi possono rendere un servizio inestimabile alla cultura, alla libertà ed alla solidarietà. Nel messaggio per la prossima Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali mi è piaciuto tratteggiarli come "il moderno areopago", "dove si forgiano comportamenti e dove di fatto va delineandosi una nuova cultura". Ma quanto diversi e contraddittori sono i messaggi che essi veicolano, influenzando, in positivo o in negativo, le persone e le famiglie, il costume e la vita della gente! Può essere che un campo così delicato resti privo di regole e di equilibrati orientamenti etici e morali?

2.

Appaiono a tal proposito lungimiranti i moniti del decreto Inter mirifica, specialmente per quanto concerne il diritto all’informazione. Il Concilio ricorda che "il retto esercizio di questo diritto richiede che la comunicazione nel suo contenuto sia sempre vera e, salve la giustizia e la carità, integra" (IM, 5). Ma va curato anche il modo di informare, che deve essere "onesto e conveniente", ossia rispettoso delle leggi morali, dei legittimi diritti, della dignità dell’uomo (IM, 5).

È una responsabilità che grava primariamente su quanti operano, a diverso livello, nel mondo dei "media", oggi diventati straordinariamente potenti, ma coinvolge l’intera società civile, che non può essere destinataria passiva di ogni messaggio ed informazione. Un settore tanto decisivo della società non va, infatti, abbandonato ai giochi del mercato, ma va opportunamente tutelato. Ciò sia per garantire un equilibrato e democratico confronto delle opinioni, sia per salvaguardare i diritti dei singoli membri della comunità, specialmente dei più giovani e dei meno dotati di senso critico.

3.

Ci aiuti la Vergine Santa a trovare, in questo delicato ambito dell’esistenza moderna, l’orientamento che meglio corrisponde alle esigenze della dignità umana e del disegno di Dio. Metta nel cuore degli uomini e delle donne impegnati in questo tipo di servizio un profondo senso di responsabilità. Aiuti tutti a capire che la libertà non è fine a se stessa; essa è autentica solo quando viene posta al servizio della verità, della solidarietà e della pace.

Dopo l'Angelus

Saluto i pellegrini presenti, in particolare quelli provenienti dalle parrocchie di Cristo Re in Trapani e dell’Immacolata in Monreale, dalla Chiesa Madre di Rosolini (diocesi di Noto) e da Santa Maria del Mazzaro di Mazzarino (diocesi di Piazza Armerina). A tutti auguro un cammino di fede ricco di frutti spirituali.

Oggi si celebra la Giornata Mondiale dei malati di lebbra, che ha come tema: "Cambiare noi per cambiare il mondo". Rivolgo un pensiero affettuoso a coloro che ancora sono colpiti da questa malattia, accompagnata spesso da povertà e solitudine. Grazie ai moderni progressi della medicina, essa può essere definitivamente debellata: ciò però richiede lo sforzo concorde di tutti. Mentre, pertanto, saluto gli "Amici di Raoul Follereau", presenti in Piazza San Pietro, incoraggio la loro associazione a proseguire generosamente, insieme ad altri movimenti attivi in questo importante e delicato settore, nel curare i malati di lebbra e nel diffondere sempre più nel mondo la cultura della solidarietà e dell’amore.

Accolgo con gioia i numerosi ragazzi dell’Azione Cattolica di Roma che, accompagnati dal Cardinale Vicario e dai loro responsabili, sono venuti questa mattina in Piazza San Pietro in occasione della "Giornata della Pace" organizzata dalla loro Associazione. Carissimi, so che durante tutto il mese di gennaio avete approfondito il messaggio per la recente Giornata Mondiale della Pace, coinvolgendo i vostri coetanei delle scuole della Città. Grazie per il vostro entusiasmo e per la vostra generosità! Ho molta fiducia in voi, perché‚, come ho sottolineato nel citato Messaggio, quando i bambini sono "convenientemente aiutati ed amati", sanno farsi "testimoni e maestri di speranza e di pace a beneficio degli adulti stessi" (n. 7).

Esprimo vivo apprezzamento per le varie iniziative con le quali cercate di testimoniare concretamente il vostro impegno per la pace. Mi riferisco, in particolare, alla mostra intitolata "Diamo ai bambini un futuro di pace", da voi allestita in diverse parrocchie romane, ed alla fattiva solidarietà verso la scuola interetnica di Sarajevo. Ora, come abbiamo già fatto in altre simili circostanze, libereremo due colombe: possa il loro volo recare simbolicamente un messaggio di speranza e di pace al mondo intero.

 

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