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GIOVANNI PAOLO II

ANGELUS

Piazza San Pietro
Domenica, 18 febbraio 1996

 

Carissimi Fratelli e Sorelle!

1. Concludiamo oggi la riflessione da tempo intrapresa sui documenti del Concilio Vaticano II, soffermandoci sulla dichiarazione Dignitatis humanae, dedicata alla libertà religiosa.

È noto che, in tema di rapporti tra le diverse culture e religioni, non sempre gli atteggiamenti delle varie comunità umane, degli Stati e talora degli stessi credenti sono stati improntati a rispetto e tolleranza. La Chiesa, da parte sua, ha fatto esperienza di persecuzioni fin dall’inizio della sua storia. D’altra parte, proprio il Concilio ha riconosciuto con franchezza che pure tra i cristiani "di quando in quando si sono avuti modi di agire poco conformi allo spirito evangelico, anzi ad esso contrari" (cf. DH, 12).

La Dignitatis humanae, in nome della retta ragione e della rivelazione, proclama un vero e proprio diritto alla libertà religiosa, in forza del quale "tutti gli uomini devono essere immuni dalla coercizione da parte di singoli, di gruppi sociali e di qualsivoglia potestà umana, così che in materia religiosa nessuno sia forzato ad agire contro la sua coscienza né sia impedito, entro debiti limiti, di agire in conformità alla sua coscienza privatamente o pubblicamente, in forma individuale o associata" (DH, 2).

2.

A fondamento di questo diritto non c’è il relativismo o l’indifferentismo religioso, quasi che non esistesse una verità ed ogni opzione rivestisse lo stesso valore. C’è invece la dignità della persona umana, la quale ha, per natura, il diritto e il dovere di cercare la verità, e può farlo in modo veramente umano, solo se è effettivamente libera. "La verità - afferma il Concilio - non si impone che in forza della verità stessa, la quale penetra nelle menti soavemente e insieme con vigore" (DH, 1).

Il Concilio, tuttavia, aggiunge che il diritto di libertà religiosa, come quello di ogni altra libertà, va esercitato nel rispetto dei diritti e delle esigenze del giusto ordine pubblico (DH, 2). Sotto questo profilo è chiamato in causa il potere civile che, in realtà, non ha alcuna competenza di "dirigere o di impedire gli atti religiosi" (DH, 3), ma ha il preciso dovere di tutelare la società da eventuali "abusi", che si pretendesse di compiere col pretesto della libertà religiosa (DH, 7).

3.

Preghiamo, cari Fratelli e Sorelle, perché in ogni nazione sia garantito a tutti tale fondamentale diritto.

La Vergine Santa, donna libera e mite, ci educhi a coltivare il senso di Dio, che, se è autentico e profondo, si accompagna a sentimenti di rispetto e di amore per tutti. Ai figli della Chiesa ottenga, in particolare, la grazia di assimilare totalmente le grandi ispirazioni del Vaticano II, che, in questo come in tutti i suoi documenti, si rivela sempre più, col passare degli anni, un patrimonio di inestimabile valore, e una traccia sicura nel cammino verso il terzo Millennio ormai vicino.

Dopo aver guidato la recita dell’Angelus Domini, il Papa ha invitato a pregare per il buon esito dei negoziati di Roma sulla Bosnia ed Erzegovina.

In queste ore, in cui Roma accoglie importanti negoziati per il consolidamento della pace in Bosnia ed Erzegovina, il nostro pensiero e la nostra preghiera raggiungono quelle popolazioni che vivono ancora nell'attesa di condizioni di vita più degne. Pensiamo anche agli alti responsabili politici che, con l'aiuto della comunità internazionale, si sono qui riuniti.

Preghiamo Dio affinché ispiri a ciascuno iniziative e gesti coraggiosi per il definitivo raggiungimento di una pace civile, fondata sulla giustizia. 

Ai fedeli italiani:

Saluto con affetto i pellegrini di lingua italiana, in particolare i ragazzi e le ragazze della parrocchia di santo Stefano in Fino Mornasco (Como), accompagnati dai sacerdoti e dai catechisti. Carissimi, il pellegrinaggio, che state svolgendo in preparazione alla Cresima, rafforzi la vostra fede e sia di stimolo a comunicare con gioia la speranza suscitata in voi dal Vangelo.

Ai fedeli polacchi:

Saluto anche tutti i pellegrini venuti dalla Polonia. Dio vi benedica!

Prima di congedarsi dai fedeli, Giovanni Paolo II ha pronunciato le seguenti parole:

Maria Immacolata è molto venerata in America Latina, specialmente in Nicaragua. La ringrazio per avermi condotto attraverso questi Paesi che ho potuto visitare durante la settimana scorsa. E grazie per le vostre preghiere.

Sia lodato Gesù Cristo!

 

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