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GIOVANNI PAOLO II

ANGELUS

Castel Gandolfo - Domenica, 11 agosto 1996

 

Carissimi Fratelli e Sorelle,

1. Continuando la riflessione sull’Oriente cristiano, desidero oggi richiamare l’attenzione sullo sviluppo della teologia orientale, che anche nei secoli successivi all’epoca dei Padri e alla dolorosa divisione con la Sede Apostolica, ha elaborato prospettive profonde e stimolanti, a cui guarda con interesse tutta la Chiesa. Se in un punto o nell’altro permangono dissensi, non si deve tuttavia dimenticare che quanto ci unisce è molto più di quanto ci divide.

Uno sviluppo dottrinale importante si realizzò tra i secoli Ottavo e Nono in seguito alla crisi "iconoclasta", scatenata da alcuni imperatori di Bisanzio, decisi a soffocare radicalmente la venerazione per le immagini sacre. Resistendo a così assurda imposizione, tanti dovettero soffrire: il pensiero va, in particolare, a san Giovanni Damasceno e a san Teodoro Studita. L’esito vittorioso della loro resistenza si dimostrò decisivo non solo per la devozione e l’arte sacra, ma per lo stesso approfondimento del mistero dell’Incarnazione. La difesa delle immagini poggiava infatti, in ultima analisi, sul fatto che, in Gesù di Nazaret, Dio si è fatto veramente uomo. Legittimamente, pertanto, l’artista si sforza di riprodurne il volto, aiutandosi non solo con la forza del genio, ma soprattutto con la docilità interiore allo Spirito di Dio. Le immagini rimandano al Mistero che le supera e aiutano a sentirne la presenza nella nostra vita.

2.

Un altro caratteristico momento della teologia orientale si ebbe nella cosiddetta controversia sull’esicasmo. Con questo termine si indica in Oriente una prassi di preghiera caratterizzata dalla profonda quiete dello spirito, impegnato nella contemplazione incessante di Dio attraverso l’invocazione del nome di Gesù. Su alcuni risvolti di questa prassi non mancarono tensioni col punto di vista cattolico. Ma è doveroso riconoscere la bontà dell’intenzione che ha guidato la difesa di questo metodo spirituale, quella cioè di sottolineare la concreta possibilità offerta all’uomo di unirsi a Dio uno e trino nell’intimo del cuore, in quella profonda unione di grazia, che la teologia orientale ama qualificare, col termine particolarmente intenso di "theosis", "divinizzazione".

Proprio su questa linea, la spiritualità orientale ha accumulato un’esperienza ricchissima, che è stata riproposta con vigore soprattutto dalla celebre raccolta di testi fatta alla fine del Settecento da Nicodemo Aghiorita col significativo titolo di Filocalia, o "amore per la bellezza". Anche nei secoli successivi e fino ai giorni nostri la riflessione teologica orientale ha conosciuto interessanti sviluppi, non solo nei luoghi classici della tradizione bizantina e russa, ma anche nelle comunità ortodosse sparse nel mondo. Basti ricordare, fra i tanti approfondimenti degni di rilievo, la teologia della bellezza elaborata da Pável Nikolájevic Evdokimov a partire dall’arte orientale dell’icona e l’approfondimento della dottrina della "divinizzazione", operata dalla studiosa ortodossa Loth Borovine.

Quante cose ci accomunano! È ora che cattolici e ortodossi facciano uno sforzo supplementare per capirsi di più, riconoscendo con rinnovato stupore di fraternità quanto lo Spirito sta operando nelle loro rispettive tradizioni in vista di una nuova primavera cristiana.

3.

Chiediamo a Maria, Madre della sapienza, che ci educhi a riconoscere prontamente le infinite espressioni della presenza di Dio nella storia degli uomini. Ella ci aiuti a guardare il positivo, prima e più che il negativo, e ad usare tutte le inventive della reciproca comprensione, per dialogare con frutto anche sui punti dove permangono divergenze. Ci ottenga per questo dallo Spirito Santo la sapienza del cuore, tanto cara alla spiritualità orientale, ed essenziale in ogni autentica esperienza cristiana.

Dopo l'Angelus:

Oggi, giorno in cui si ricorda Santa Chiara d’Assisi, il mio pensiero va alle Clarisse e a tutte le monache di clausura. Ad esse esprimo l’altissima stima che la comunità cristiana nutre verso questo genere di vita "segno dell’unione esclusiva della Chiesa-Sposa con il suo Signore, sommamente amato" (Esort. Ap. Vita consecrata, 59). Offrendosi con Gesù per la salvezza del mondo, esse si pongono come "gioioso annunzio ed anticipazione profetica della possibilità offerta ad ogni persona ed all’umanità intera di vivere unicamente per Dio in Cristo Gesù" (Ivi). A loro va pertanto la riconoscenza mia e di tutta la Chiesa, con l’incoraggiamento a perseverare fedelmente nella vita claustrale secondo il proprio carisma.

Ai pellegrini di lingua francese

J 'accueille avec plaisir les personnes de langue française venus ici pour la prière mariale de l' «Angelus». Je salue en particulier le groupe des courageux Pèlerins de la Mer. Je souhaite que votre passage dans cette belle région soit pour vous tous l'occasion de rendre gloire à Dieu pour les merveilles de la création qu'il a confiée à l'homme. Que le Seigneur vous guide sur les chemins de la sérénité et de la paix du coeur!

Ai fedeli di espressione linguistica inglese

I am pleased to welcome all the English-speaking visitors who have joined us for this "Angelus" prayer. May these summer holidays be a time of relaxation and spiritual renewal for you and your families.

Ai pellegrini di lingua tedesca

Еinen herzlichen Gruß richte ich an Euch, liebe Schwestern und Brüder aus den Ländern deutscher Sprache, die Ihr zu unserem gemeinsamen sonntäglichen Gebet gekommen seid. Euch, Euren lieben Angehörigen und Freunden daheim gelten meine besten Wünsche und mein besonderer Segen.

Ai fedeli di espressione linguistica spagnola

Saludo muy cordialmente a las personas de lengua española aquí presentes, en especial a las Religiosas de la Compañía de Santa Teresa de Jesús y аl Grupo de Espiritualidad « La Verdadera Vida en Dios ». A todos deseo que el verano sea un tiempo fecundo para afianzarse en el compromiso cristiano, de modo que, dando una respuesta generosa al Señor, seáis en el mundo testigos de su amor. Que os acompañe la Bendición Apostólica que con afecto os imparto a vosotros y a vuestros seres queridos.

Ai pellegrini di lingua portoghese

Dirijo agora uma saudação cordial aos peregrinos de língua portuguesa, de modo particular ao Grupo brasileiro « Servos da Rainha », desejando que a vinda a Roma fortaleça a vossa fé e vos encha de paz e alegria em Cristo. A Santíssima Virgem guie maternalmente os vossos passos. Acompanho estes votos, com a minha Bênção Apostólica.

Ai fedeli polacchi

Serdecznie pozdrawiam wszystkich pielgrzymów z Polski, w szczególności: z Poznania, z Obry, z Krzywinia, z Międzyrzecza, z Poddębia, z Wodzisławiа, z Krakowa - Budostal, ze Szczecina i z Orawy. Szczególne słowo pozdrowienia kieruję do wszystkich pielgrzymów zdążających na Jasną Górę. Polecamy się ich modlitwom. Szczęść Boże!

Traduzione italiana del saluto ai fedeli di lingua polacca:

Saluto cordialmente tutti i pellegrini giunti dalla Polonia, in particolare da: Poznan, Obra, Krzywin, Miedzyrzecz, Poddebie, Wodzislaw, Cracovia - gruppo di Budostal, Stettino e Orawa. Un saluto speciale rivolgo a tutti i pellegrini che si stanno recando a Jasna Gora. Ci raccomandiamo alle loro preghiere. Dio vi benedica!

Saluto ai fedeli di lingua italiana:

Desidero rivolgere ora il mio cordiale saluto ai pellegrini italiani, che oggi sono convenuti qui a Castel Gandolfo per la recita dell’Angelus, ed a quanti mi seguono attraverso la radio e la televisione.

In particolar modo, do il mio benvenuto al gruppo di imprenditori di Castelli Calepio di Bergamo, ai fedeli della Parrocchia di San Pietro Apostolo di Bari, come pure ai parrocchiani del Sacro Cuore al Romito di Firenze ed ai giovani dell’Associazione "Opera di Nazaret", che partecipano all’annuale corso di Esercizi Spirituali.

Saluto di cuore i rappresentanti del Centro Giovanile di Sotto il Monte Giovanni XXIII che, in preparazione al Giubileo del 2000, sono qui convenuti per far benedire la fiaccola votiva che toccherà i paesi natali dei Pontefici del XX secolo.

Carissimi, esprimo la mia gratitudine per la vostra partecipazione e vi auguro che queste iniziative contribuiscano a rafforzare in voi generosi propositi di testimonianza cristiana.

A tutti la mia Benedizione Apostolica.

***

Oggi, giorno in cui si ricorda Santa Chiara d'Assisi, il mio pensiero va alle Clarisse e a tutte le monache di clausura. Ad esse esprimo l'altissima stima che la comunità cristiana nutre verso questo genere di vita « segno dell'unione esclusiva della Chiesa-Sposa con il suo Signore, sommamente amato » (Ioannis Pauli PP. II Vita Consecrata, 59).

Offrendosi con Gesù per la salvezza del mondo, esse si pongono come « gioioso annuncio ed anticipazione profetica della possibilità offerta ad ogni persona ed all'umanità intera di vivere unicamente per Dio in Cristo Gesù »(Ibid.). A loro va pertanto la riconoscenza mia e di tutta la Chiesa, con l'incoraggiamento a perseverare fedelmente nella vita claustrale secondo il proprio carisma.

 

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