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GIOVANNI PAOLO II

UDIENZA GENERALE

Mercoledì, 20 ottobre 1982

 

1. Mercoledì scorso abbiamo parlato dell’integrale eredità dell’alleanza con Dio, e della grazia unita originariamente alla divina opera della creazione. Di questa integrale eredità - come conviene dedurre dal testo della lettera agli Efesini 5, 22-33 - faceva parte anche il matrimonio, come sacramento primordiale, istituito dal “principio” e collegato con il sacramento della creazione nella sua globalità. La sacramentalità del matrimonio non è soltanto modello e figura del sacramento della Chiesa (di Cristo e della Chiesa), ma costituisce anche parte essenziale della nuova eredità: quella del sacramento della Redenzione, di cui la Chiesa viene gratificata in Cristo. Occorre qui ancora una volta riportarsi alle parole di Cristo in Matteo 19, 3-9 (cf. etiam Mc 10, 5-9), in cui Cristo, nel rispondere alla domanda dei Farisei circa il matrimonio e il suo carattere specifico, si riferisce soltanto ed esclusivamente alla istituzione originaria di esso da parte del Creatore al “principio”. Riflettendo sul significato di questa risposta alla luce della lettera agli Efesini, e in particolare di Efesini 5, 22-33, concludiamo ad un rapporto in certo senso duplice del matrimonio con tutto l’ordine sacramentale che, nella Nuova Alleanza, emerge dallo stesso sacramento della Redenzione.

2. Il matrimonio come sacramento primordiale costituisce, da una parte, la figura (e dunque: la somiglianza, l’analogia), secondo cui viene costruita la fondamentale struttura portante della nuova economia della salvezza e dell’ordine sacramentale, che trae origine dalla gratificazione sponsale che la Chiesa riceve da Cristo, insieme con tutti i beni della Redenzione (si potrebbe dire, servendosi delle parole iniziali della lettera agli Efesini: “Di ogni benedizione spirituale”) (Ef 1, 3). In tal modo il matrimonio, come sacramento primordiale, viene assunto ed inserito nella struttura integrale della nuova economia sacramentale, sorta dalla Redenzione in forma, direi, di “prototipo”: viene assunto ed inserito quasi dalle sue stesse basi. Cristo stesso, nel colloquio con i Farisei (Mt 19, 3-9), riconferma prima di tutto la sua esistenza. A ben riflettere su questa dimensione, bisognerebbe concludere che tutti i sacramenti della Nuova Alleanza trovano in un certo senso nel matrimonio quale sacramento primordiale il loro prototipo. Ciò sembra prospettarsi nel classico brano citato della lettera agli Efesini, come diremo ancora fra poco.

3. Tuttavia, il rapporto del matrimonio con tutto l’ordine sacramentale, sorto dalla gratificazione della Chiesa con i beni della Redenzione, non si limita soltanto alla dimensione di modello. Cristo, nel suo colloquio con i Farisei (cf. Mt 19), non solo conferma l’esistenza del matrimonio istituito dal “principio” dal Creatore, ma lo dichiara anche parte integrale dalla nuova economia sacramentale, del nuovo ordine dei “segni” salvifici, che trae origine dal sacramento della Redenzione, così come l’economia originaria è emersa dal sacramento della creazione; e in realtà Cristo si limita all’unico Sacramento, che era stato il matrimonio istituito nello stato dell’innocenza e della giustizia originarie dell’uomo, creato come maschio e femmina “ad immagine e somiglianza di Dio”.

4. La nuova economia sacramentale, che viene costituita sulla base del sacramento della Redenzione, emergendo dalla sponsale gratificazione della Chiesa da parte di Cristo, differisce dalla economia originaria. Essa, infatti, è diretta non all’uomo della giustizia e innocenza originarie, ma all’uomo gravato dall’eredità del peccato originale e dallo stato di peccaminosità (“status naturae lapsae”). È diretta all’uomo della triplice concupiscenza, secondo le classiche parole della prima lettera di Giovanni (cf. 1 Gv 2, 16), all’uomo, in cui “la carne . . . ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne” (Gal 5, 17), secondo la teologia (e antropologia) paolina, alla quale abbiamo dedicato molto spazio nelle nostre precedenti riflessioni.

5. Queste considerazioni, sulla scorta di un’approfondita analisi del significato dell’enunciato di Cristo nel discorso della Montagna circa lo “sguardo concupiscente” quale “adulterio del cuore”, preparano a comprendere il matrimonio come parte integrante del nuovo ordine sacramentale, che trae origine dal sacramento della Redenzione, ossia da quel “grande mistero” che, come mistero di Cristo e della Chiesa, determina la sacramentalità della Chiesa stessa. Queste considerazioni, inoltre, preparano a comprendere il matrimonio come sacramento della Nuova Alleanza, la cui opera salvifica va organicamente unita con l’insieme di quell’ethos, che nelle analisi precedenti è stato definito “ethos della redenzione”. La lettera agli Efesini esprime, a suo modo, la stessa verità: parla infatti del matrimonio come sacramento “grande” in un ampio contesto parenetico, cioè nel contesto delle esortazioni di carattere morale, concernenti appunto l’ethos che deve qualificare la vita dei cristiani, cioè degli uomini consapevoli della elezione che si realizza in Cristo e nella Chiesa.

6. Su questo vasto sfondo delle riflessioni che emergono dalla lettura della lettera agli Efesini (cf. speciatim Ef 5, 22-33), si può e si deve infine toccare ancora il problema dei Sacramenti della Chiesa. Il testo citato agli Efesini ne parla in modo indiretto e, direi, secondario, sebbene sufficiente affinché anche questo problema trovi posto nelle nostre considerazioni. Tuttavia conviene qui precisare, almeno brevemente, il senso che adottiamo nell’uso del termine “sacramento”, che è significativo per le nostre considerazioni.

7. Finora, infatti, ci siamo serviti del termine “sacramento” (conformemente d’altronde a tutta la tradizione biblico-patristica) (cf. Leone XIII, Acta, vol. II, 1881, p. 22) in un senso più lato di quello che è proprio della terminologia teologica tradizionale e contemporanea, che con la parola “sacramento” indica i segni istituiti da Cristo e amministrati dalla Chiesa, i quali esprimono e conferiscono la grazia divina alla persona che riceve il relativo sacramento. In questo senso, ciascuno dei sette Sacramenti della Chiesa è caratterizzato da una determinata azione liturgica, costituita attraverso la parola (forma) e la specifica “materia” sacramentale - secondo la diffusa teoria ilemorfica proveniente da Tommaso d’Aquino e da tutta la tradizione scolastica.

8. In rapporto a questo significato così circoscritto, ci siamo serviti nelle nostre considerazioni di un significato più largo e forse anche più antico e più fondamentale del termine “sacramento” (cf. Giovanni Paolo II, Allocutio in Audientia Generali, die 8 sept. 1982, adnot. 1: vide supra, p. 389). La lettera agli Efesini, e specialmente 5, 22-23, sembra in modo particolare autorizzarci a questo. Sacramento significa qui il mistero stesso di Dio, che è nascosto fin dall’eternità, tuttavia non in nascondimento eterno, ma anzitutto nella sua stessa rivelazione e attuazione (anche: nella rivelazione mediante l’attuazione). In tal senso, si è parlato anche del sacramento della creazione e del sacramento della Redenzione. In base al sacramento della creazione, occorre intendere l’originaria sacramentalità del matrimonio (sacramento primordiale). In seguito, in base al sacramento della Redenzione si può comprendere la sacramentalità della Chiesa, o piuttosto la sacramentalità dell’unione di Cristo con la Chiesa che l’Autore della lettera agli Efesini presenta nella similitudine del matrimonio, dell’unione sponsale del marito e della moglie. Un’attenta analisi del testo dimostra che in questo caso non si tratta solo di un paragone in senso metaforico, ma di un reale rinnovamento (ovvero di una “ri-creazione”, cioè di una nuova creazione) di ciò che costituiva il contenuto salvifico (in certo senso la “sostanza salvifica”) del sacramento primordiale. Questa constatazione ha un significato essenziale, sia per chiarire la sacramentalità della Chiesa (e a ciò si riferiscono le parole molto significative del primo capitolo della costituzione Lumen Gentium), sia anche per comprendere la sacramentalità del matrimonio, inteso proprio come uno dei Sacramenti della Chiesa.


Ai fedeli di lingua francese

Chers frères et sœurs,

Le mariage, dont je continue à traiter lors de ces audiences, s’inscrit dans la structure intégrale de la nouvelle économie sacramentelle, issue de la Rédemption, dont il est pour ainsi dire le prototype.

Il convient de noter que, dans mon exposé de ces dernières semaines, j’ai utilisé le terme “sacrement” en un sens plus large que celui auquel nous a habitués la théologie depuis saint Thomas d’Aquin. J’ai repris une terminologie plus ancienne, biblique et patristique, et plus fondamentale aussi. Selon cette terminologie, la sacramentalité renvoie au mystère de Dieu lui-même, caché depuis toujours, mais aussi révélé et traduit en actes. C’est ainsi que l’on a parlé du “sacrement” de la création et de la rédemption. On peut alors mieux comprendre la sacramentalité de l’union du Christ et de l’Eglise, présentée par l’auteur de l’épître aux Ephésiens dans la similitude de l’union matrimoniale.

Je salue tous les pèlerins de langue française ici réunis, en particulier un groupe de prêtres de Suisse romande venus à Rome à l’occasion de leurs dix ans de sacerdoce; et aussi un groupe de fonctionnaires en provenance du Danemark.

A vous tous, à vos familles et plus spécialement à ceux qui souffrent, j’accorde volontiers ma Bénédiction Apostolique.

Ai fedeli di lingua inglese

Dear brothers and sisters,

The theme of our talks has been marriage - marriage as it was instituted by God in the beginning, and marriage as it is a figure and model of the union of Christ and the Church.

But marriage is not only a figure and model of the Church; it constitutes an essential part of the Sacrament of Redemption, which, in turn, is the very mystery of God, hidden from eternity, but revealed in Christ. Indeed, marriage is like the prototype of all the sacrements of the New Covenant. Christ himself confirms the fact that marriage belongs to the new sacramental design of God, to the new order of sacramental signs. This new order, this new design of God, determines the sacramentality of the Church herself.

On the basis of the Sacrament of Redemption we come to understand the sacramentality of the Church, or rather the sacramentality of the union of Christ and his Church, which is represented as the conjugal union of husband and wife in marriage. And in the Redemption effected by Christ; the first sacrament - marriage - undergoes a new creation as a sign of salvation.

I extend a cordial welcome to all the individuals and groups who have come from England, Scotland, Ireland, from Australia, Trinidad and the United States.

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In particular I greet the members of the Congregation of the Resurrection of our Lord Jesus Christ, who are holding their Extended General Council Meeting. It is a great privilege for you to perform your apostolate in the name of the Risen Christ. By the power of his Resurrection, may you all walk in “newness of life”, giving personal witness to Christ’s victory over sin, and to his call to holiness.

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My cordial welcome goes to the group from Trinidad. Your presence in Rome is deeply appreciated because you are loved in the heart of the Church. May the Holy Spirit help you to live always in Christ Jesus.

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I am very pleased to offer the warm welcome of the Church in Rome to a distinguished group of Anglican clergymen meeting with members of the Roman Curia. Your presence takes me back in spirit to Canterbury. It evokes anew the great hope that is ours in Jesus Christ, and in the power of his prayer to effect full unity among his followers, for the glory of his Father in heaven.

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With respect and esteem I greet the members of the International Federation of Surgical Colleges who are assembled for their annual conference. Be assured that the Holy See applauds you in your resolution to promote standards of excellence and advances in medicine. May God sustain you in true service to humanity.

Ai fedeli di espressione tedesca

Liebe Brüder und Schwestern!

Herzlich grüße ich die genannten Gruppen und auch alle Einzelpilger zu ihrem Besuch in Rom und im Vatikan. Möge eure heutige Begegnung mit dem Nachfolger Petri und mit so vielen Gläubigen aus aller Welt eure Verbundenheit mit der Kirche Jesu Christi vertiefen und euch eures Glaubens froh machen. Das ist mein Segenswunsch und mein Gebet für euch.

Das Thema meiner italienischen Ansprache war auch heute wiederum das Thema des Ehesakramentes. Die Ehe als zentrale Gegebenheit der Schöpfungsordnung nimmt teil an der Grundbestimmung und dem Schicksal der Schöpfung als solcher im Heilsplane Gottes. Sie war Zeichen der übernatürlichen Begnadung des Menschen vor dem Sündenfall, verlor jedoch durch die Ursünde ihre heiligende Wirkkraft. Im Neuen Bund wird die eheliche Verbindung von Mann und Frau zum Gleichnis für den Liebesbund zwischen Christus und der Kirche, ja zum ”Prototyp“ der neutestamentlichen Gnadenordnung. Christus bestätigt nich nur die Existenz der Ehe, wie sie am Anfang vom Schöpfer geschaffen worden ist, sondern macht sie zugleich zum integrierenden Bestandteil der neuen, sakramentalen Heilsökonomie. Er erhebt die Ehe zu einem Sakrament des Neuen Bundes. ”Sakrament“ bedeutet hierbei nach dem allgemeinen theologischen Sprachgebrauch: ein von Christus der Kirche überantwortetes äußeres Zeichen, das die innere Gnade bezeichnet, die von Gott dem Empfänger dadurch zugleich vermittelt wird.

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Liebe Kapellknaben aus Dresden! Seid mir herzlich willkommen! Hier beim Petrusgrab hat das Konzil vor 19 Jahren verkündet, daß ”der Schatz der Kirchenmusik einem Reichtum darstellt“, der ”mit größter Sorgfalt gepflegt werden soll“. Das tut ihr in vorbildlicher Weise, mit opferbereitem Einsatz und - wie ich hoffe - auch mit großer Freude. Ihr singt gleichsam das Wort Gottes hinein in die Herzen und das Wort des Menschen hinauf zu Gott. Ein großer Teil eurer Texte und Melodien stammt aus Italien. So freue ich mich mit euch, daß ihr dieses Land besuchen dürft. Ich wünsche euch noch erlebnisreiche Tage und danke euch und euren Eltern im Namen der Kirche für euren Dienst.

Ai fedeli di lingua spagnola

Amadísimos hermanos y hermanas,

A todos los peregrinos de lengua española, venidos de España y de diversos Países de América Latina, doy mi cordial saludo y bienvenida a esta Audiencia.

En nuestras reflexiones sobre la sacramentalidad del matrimonio, vemos que ésta no es solamente modelo y figura del sacramento de la redención. El matrimonio, como sacramento primordial, es figura de la estructura fundamental de la nueva economía de la salvación y del orden sacramental, fruto de la gratificación esponsal que la Iglesia recibe de Cristo. Por lo cual, todos los sacramentos de la Nueva Alianza encuentran en el matrimonio, como sacramento primordial, su prototipo.

La nueva economía sacramental está dirigida al hombre marcado por la nerencia del pecado original y por el estado de pecaminosidad: el hombre de la triple concupiscencia, según San Juan.

Estas consideraciones ayudan a comprender el matrimonio como sacramento de la Nueva Alianza, cuya acción salvífica está unida al ethos de la redención. Sin embargo, conviene precisar el sentido que damos al término “sacramento”. Lo estamos usando en un sentido más amplio que en la terminología teológica tradicional y contemporánea. Sacramento significa aquí, como nos sugiere la Carta a los Efesios, el misterio mismo de Dios, que está escondido desde la eternidad, sobre todo en su misma revelación y actuación. En este sentido se ha hablado del sacramento de la creación y del sacramento de la redención.

A todos los aquí presentes de lengua española mi afectuosa Bendición Apostólica.

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Saludo de modo particular al grupo de sacerdotes claretianos aquí presentes.

Habéis venido a Roma para un curso de renovación y estudio sobre vuestra vida religiosa. Permaneced siempre firmes en vuestro amor y servicio a la Iglesia, siguiendo el ejemplo que os dio vuestro fundador San Antonio María Claret.

Ai pellegrini di espressione portoghese

Queridos peregrinos e ouvintes de língua portuguesa!

Ao dar-vos as boas-vindas a esta audiência, desejo transmitir-vos também um breve pensamento sobre o sacramento do matrimónio. Cristo aponta para o matrimónio como o protótipo de todos os sacramentos. Instituído desde o início, pelo Criador, torna-se também parte integrante da nova economia da salvação, ou seja, da nova ordem de “sinais” salvíficos que tem sua origem na Redenção.

A nova economia sacramental surge da gratificação esponsal da Igreja por parte de Cristo. Não se dirige mais ao homem em sua justiça e inocência originais, mais ao homem atingido pelo pecado, submetido à concupiscência. Por este motivo o seu olhar não é mais puro. Cristo fala do adultério do coração, para fazer-nos compreender o matrimónio como Sacramento da Nova Aliança, que implica um novo modo de agir para o cristão.

Com os votos de todo o bem, dou-vos, extensiva às pessoas que vos são queridas e que se recomendam às vossas orações, a minha Bênção.

Ad un gruppo di pellegrini ungheresi

Desidero salutare un gruppo di pellegrini provenienti dall’Ungheria: sono dei laici che hanno seguito e terminato il corso di teologia presso l’Accademia Teologica di Budapest; uomini e donne, giovani e meno giovani che hanno voluto approfondire la loro fede seguendo un corso completo di teologia.

Voi che avete conosciuto la profondità e la bellezza della teologia, impegnatevi con maggior entusiasmo ad annunziare il regno di Dio. Per questa intenzione impartisco la mia benedizione apostolica.

Ad alcuni pellegrini sloveni di Dobrovnik

Saluto cordialmente il gruppo di pellegrini sloveni della parrocchia di Dobrovnik nella diocesi di Maribor. Sono contento della vostra visita e ve ne ringrazio. Essa testimonia la vostra devozione e la fedeltà alla santa Chiesa, e offre a voi occasione di un approfondito rinnovamento spirituale.

Confermati nella fede, ritornate alle vostre case e con tutta la vostra vita siate annunciatori di Cristo. Benedico paternamente voi, i vostri cari rimasti a casa, specialmente i giovani e gli ammalati. Sia lodato Gesù Cristo.

Ai fedeli polacchi

Dziś Kocio w Polsce czci pamięć świętego Jana z Kęt. Zapisał się trwale w pamięci Kościoła i Narodu ten święty Profesor Wszechnicy Jagiellońskiej. Po pięciu wiekach jest ona nadal żywa i wymowna.

Przy relikwiach świętego Jana Kantego, w akademickim kościele świętej Anny w Krakowie, od pokolèń skupia się życie uniwersyteckie. Wiedza i mądrość szuka przymierza ze świętością.

Pani Jasnogórska!

Pragnę w tym dniu polecić Ci wszystkie w Polsce uczelnie akademickie, profesorów i studentów. Pragnę polecić Ci te uczelnie jako szczególnie doniosłe warsztaty, na których wypracowuje się przyszłość społeczeństwa i kształt jego kultury.

Niech nauczający kierują się umiłowaniem prawdy, bo ona “wyzwala” (wedle słow samego Chrystusa - Cfr. Io. 8, 32). Niech wychowują prawością swoich czynów i postaw.

Młodzi niechaj rzetelnie szukają prawdy i dojrzewają w prawości. Do młodych odnoszą się słowa listu, który dotarł w ostatnim czasie do moich rąk:

“Wierzcie w wartości. One są. Sprawdziły je dzieje ludzkości, sformułowało chrześcijaństwo i każda dobra myśl ludzka. Bo nad każdą dobrą i mądrą myślą unosi się Duch Boży . . . Te wartości to dobro, praca, uczciwość, rzetelność, solidarność, miłość, koleżeństwo. Nie zatruwajcie tych wartości . . .”.

W dniu świętego Jana z Kęt modlę się o te wartości, które muszą przetrwać wszelkie próby i doświadczenia naszych czasów - i odnieść zwycięstwo.

Wraz ze Świętym Patronem profesorów i studentów polecam je Tobie, Jasnogórska Królowo Polski.

Ed ecco la nostra traduzione italiana del discorso rivolto dal Papa ai suoi connazionali.

Oggi la Chiesa in Polonia celebra la memoria di san Giovanni di Kety. Questo santo professore dell’Università Jaghiellonica si è iscritto in modo duraturo nella memoria della Chiesa e della Nazione. Dopo cinque secoli essa è sempre viva ed eloquente.

Presso le reliquie di san Giovanni di Kety, nella Chiesa universitaria di sant’Anna a Cracovia, si concentra, da generazioni, la vita accademica. La scienza e la sapienza cercano l’alleanza con la santità.

Signora di Jasna Góra!

Desidero in questo giorno raccomandarti tutte le scuole accademiche in Polonia, i professori e gli studenti. Desidero raccomandarti queste scuole superiori come le officine particolarmente importanti, in cui si elabora il futuro della società e la qualità della sua cultura.

I docenti si lascino guidare dall’amore alla verità, poiché questa “libera”, secondo le parole di Cristo stesso (cf. Gv 8, 32). Educhino con la rettitudine delle loro opere e dei loro atteggiamenti.

I giovani cerchino onestamente la verità e si maturino nella rettitudine. Ai giovani si riferiscono le parole di una lettera che è giunta recentemente nelle mie mani.

Credete nei valori. Essi esistono. Li ha verificati la storia dell’umanità e li ha formulati il cristianesimo e ogni buon pensiero umano, poiché su ogni buono e saggio pensiero aleggia lo Spirito di Dio . . .

Questi valori sono: il bene, il lavoro, l’onestà, la probità, la solidarietà, l’amore, l’amicizia. Non avvelenate questi valori . . .”.

Nel giorno di san Giovanni di Kety prego perché questi valori abbiano a sopravvivere a tutte le prove e alle esperienze dei nostri tempi e riporti la vittoria.

Insieme col santo patrono dei professori e degli studenti, li raccomando a te, Regina della Polonia di Jasna Góra.

A gruppi italiani

Sono presenti all’Udienza i partecipanti al Congresso Straordinario di Gerontologia e Geriatria, che sta tenendo i suoi lavori presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Nel rivolgervi, illustri Signori, il mio cordiale saluto, desidero esprimervi il mio apprezzamento per l’opportuna iniziativa, che vi vede impegnati nell’approfondire dei problemi connessi con la cosiddetta “terza età” in questo anno, che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha voluto fosse dedicato all’Anziano.

La vecchiaia è fenomeno di sempre, ma essa presenta oggi caratteristiche nuove sia per le conseguenze sociali che l’accresciuto numero delle persone anziane comporta, sia per i risvolti umani di emarginazione e di avvilimento, che spesso accompagnano questo periodo dell’esistenza. Molte cose è necessario prevedere, programmare ed attuare per far fronte alle richieste di questa vasta schiera di fratelli e di sorelle. Ciò che urge maggiormente è un cambiamento di mentalità: alla cultura utilitaristica e materialistica che misura il valore dell’uomo sulla base di ciò che egli può produrre e consumare, è necessario sostituire una cultura che riconosca il valore “assoluto” di ogni persona, qualunque sia il grado della sua capacità ed efficienza. A tale nobile fine auspico possano recare un valido contributo i lavori del vostro Congresso, sul quale invoco l’abbondanza dei celesti favori.

A tutti imparto di cuore la propiziatrice benedizione.

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Ed ora il mio saluto va a voi, cari giovani che siete qui presenti. Il cuore del Papa ha sempre per voi un pensiero speciale, perché ama profondamente quanto c’è di bello nella vostra età, e ancor più si sente vicino alle difficoltà proprie della vostra condizione. Per questo, voglio ricordarvi che ad ogni età Dio dà luce e forza sufficienti per superare le prove proprie di essa: abbiate dunque chiara coscienza, alla luce di Cristo, di quanto c’è di buono e di bello nella vostra gioventù, e ciò vi permetterà di superare ogni difficoltà.

La preghiera del Papa vi accompagna in questa vostra ricerca.

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E voi, cari ammalati, che ora affettuosamente saluto, sapete vedere un aspetto di bellezza nella vostra condizione? Oh, sappiamo cosa è la sofferenza: quando si soffre, tutta la realtà in noi e attorno a noi sembra rabbuiarsi. Ma, nell’intimo del vostro cuore, ciò non può spegnere la luce consolante della fede, nella quale comprendiamo che, vicino a Gesù crocifisso, quella è l’“occasione favorevole”, quella è l’“ora” della salvezza (cf. 2 Cor 6, 2)! Possa questa luce farvi gustare la bellezza soprannaturale della vostra condizione, fino al momento della guarigione, che vi auguro di cuore.

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Quanto al vostro stato d’animo, cari Sposi novelli, esso è invece probabilmente tutto gioia ed esultanza, adesso che avete coronato il vostro sogno d’amore: ed è giusto che sia così. Siano tuttavia questi vostri sentimenti la viva espressione di gratitudine a Dio che vi ha uniti, cosicché, quando giungerà l’inevitabile momento della prova, possiate essere in grado di superarla riandando col pensiero e con la volontà a quel dono di Dio che ha fatto di voi “una cosa sola” per un amore fecondo e imperituro.

Questo il mio augurio, carissimi sposi novelli, questa la mia preghiera. A tutti i giovani, agli ammalati, agli sposi va la mia benedizione più affettuosa.

 

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