Index   Back Top Print

[ DE  - EN  - ES  - FR  - IT  - PT ]

GIOVANNI PAOLO II

UDIENZA GENERALE

Mercoledì 12 dicembre 2001

 

Cantico: Dn 3, 52-57, Ogni creatura lodi il Signore
Lodi Domenica 2a Settimana (Lettura: Dn 3, 52-53.55-57).

1. Il cantico che abbiamo or ora sentito proclamare è costituito dalla prima parte di un lungo e bell’inno che si trova incastonato nella traduzione greca del libro di Daniele. Lo cantano tre giovani ebrei gettati in una fornace per aver rifiutato di adorare la statua del re babilonese Nabucodonosor. Un’altra parte dello stesso canto viene proposta dalla Liturgia delle Ore per le Lodi della domenica, nella prima e nella terza settimana del Salterio liturgico.

Il libro di Daniele, come è noto, riflette i fermenti, le speranze e anche le attese apocalittiche del popolo eletto, il quale, nell’epoca dei Maccabei (secondo secolo a.C.) era in lotta per poter vivere secondo la Legge data da Dio.

Dalla fornace, i tre giovani, miracolosamente preservati dalle fiamme, cantano un inno di benedizione rivolto a Dio. Questo inno è simile a una litania, ripetitiva e insieme nuova: le sue invocazioni salgono a Dio come volute d’incenso, che percorrono lo spazio in forme simili eppure mai uguali. La preghiera non teme la ripetizione, come l’innamorato non esita a dichiarare infinite volte all’amata tutto il suo affetto. Insistere nelle stesse questioni è segno d’intensità e di molteplici sfumature nei sentimenti, nelle pulsioni interiori e negli affetti.

2. Abbiamo sentito proclamare l’avvio di questo inno cosmico, contenuto nel capitolo terzo di Daniele, ai versetti 52-57. È l’introduzione, che precede la grandiosa sfilata delle creature coinvolte nella lode. Uno sguardo panoramico a tutto il canto nel suo distendersi litanico, ci fa scoprire una successione di componenti che costituiscono la trama di tutto l’inno. Questo inizia con sei invocazioni rivolte direttamente a Dio; ad esse segue un appello universale alle "opere tutte del Signore", perché aprano le loro labbra ideali alla benedizione (cfr v. 57).

È questa la parte che oggi consideriamo e che la liturgia propone per le Lodi della domenica della seconda settimana. Successivamente il canto si distenderà convocando tutte le creature del cielo e della terra a lodare e magnificare il loro Signore.

3. Il nostro brano iniziale verrà ripreso un’altra volta dalla liturgia, nelle Lodi della domenica della quarta settimana. Sceglieremo, perciò, ora solo alcuni elementi per la nostra riflessione. Il primo è l’invito alla benedizione: "Benedetto sei tu…", che diverrà alla fine: "Benedite…!".

Nella Bibbia esistono due forme di benedizione, che s’intrecciano tra loro. Da un lato, c’è quella che scende da Dio: il Signore benedice il suo popolo (cfr Nm 6, 24-27). È una benedizione efficace, sorgente di fecondità, felicità e prosperità. Dall’altro c’è la benedizione che sale dalla terra al cielo. L’uomo, beneficato dalla generosità divina, benedice Dio, lodandolo, ringraziandolo, esaltandolo: "Benedici il Signore, anima mia!" (Sal 102, 1; 103, 1).

La benedizione divina è spesso mediata dai sacerdoti (cfr Nm 6, 22-23.27; Sir 50, 20-21) attraverso l’imposizione delle mani; la benedizione umana è invece espressa nell’inno liturgico, che sale al Signore dall’assemblea dei fedeli.

4. Un altro elemento che consideriamo all’interno del brano ora proposto alla nostra meditazione è costituito dall’antifona. Si potrebbe immaginare che il solista, nel tempio gremito di popolo, intonasse la benedizione: "Benedetto sei tu, Signore…", elencando le diverse meraviglie divine, mentre l’assemblea dei fedeli ripeteva costantemente la formula: "Degno di lode e di gloria nei secoli". È quanto già accadeva col Salmo 135, il cosiddetto "Grande Hallel", cioè la grande lode, ove il popolo ripeteva: "Eterna è la sua misericordia", mentre un solista enumerava i vari atti di salvezza compiuti dal Signore in favore del suo popolo.

Oggetto della lode, nel nostro Salmo, è innanzitutto il nome "glorioso e santo" di Dio, la cui proclamazione risuona nel tempio, pur esso "santo glorioso". I sacerdoti e il popolo, mentre contemplano nella fede Dio che siede "sul trono del suo regno", ne avvertono su di sé lo sguardo che "penetra gli abissi" e questa consapevolezza fa scaturire dal loro cuore la lode: "Benedetto… benedetto…". Dio, che "siede sui cherubini" ed ha come sua abitazione il "firmamento del cielo", è tuttavia vicino al suo popolo, che si sente per questo protetto e sicuro.

5. La riproposta di questo cantico al mattino della domenica, la Pasqua settimanale dei cristiani, è un invito ad aprire gli occhi di fronte alla nuova creazione che ha avuto origine appunto con la risurrezione di Gesù. Gregorio di Nissa, un Padre della Chiesa greca del quarto secolo, spiega che con la Pasqua del Signore "vengono creati un cielo nuovo e una nuova terra… viene plasmato un uomo diverso rinnovato ad immagine del suo creatore per mezzo della nascita dall’alto" (cfr Gv 3, 3.7). E continua: "Come chi guarda verso il mondo sensibile deduce per mezzo delle cose visibili la bellezza invisibile… così chi guarda verso questo nuovo mondo della creazione ecclesiale vede in esso Colui che è divenuto tutto in tutti conducendo per mano la mente, per mezzo delle cose comprensibili dalla nostra natura razionale, verso ciò che supera la comprensione umana" (Langerbeck H., Gregorii Nysseni Opera, VI, 1-22 passim, p. 385).

Nel cantare questo cantico il credente cristiano viene invitato dunque a contemplare il mondo della prima creazione, intuendovi il profilo della seconda, inaugurata con la morte e la risurrezione del Signore Gesù. E questa contemplazione conduce per mano tutti a entrare, quasi danzando di gioia, nell’unica Chiesa di Cristo.


Saluti:

I am pleased to welcome the participants in the Conference on "International Bilateral Legal Relations between the Holy See and the States" being held under the auspices of the Slovak Foreign Ministry, the Slovak Embassy to the Holy See and the Pontifical Oriental Institute. Upon all the English-speaking pilgrims and visitors present at today’s Audience I cordially invoke the grace and peace of our Lord Jesus Christ.

J’accueille avec joie les pèlerins de langue française. Que ce temps de l’Avent, pendant lequel chacun est invité à prier et à jeûner pour la paix entre les peuples, renouvelle votre foi et vous prépare à accueillir le Prince de la paix ! À tous, j’accorde bien volontiers la Bénédiction apostolique.

Herzlich begrüße ich alle Pilger und Besucher aus den Ländern deutscher Sprache. Besonders heiße ich die Schwestern aus dem Kloster der heiligen Crescentia in Kaufbeuren willkommen. Gerne erteile ich euch allen und euren Lieben daheim den Apostolischen Segen.

Amados peregrinos de língua portuguesa, também vós sois convidados a bendizer o Criador, que é «digno de louvor e glória para sempre». Sois uma bênção de Deus e obra do seu amor. Eu bendigo o Senhor por cada um de vós; e imploro, para o coração e o lar de todos, a alegria e a paz do natal do Deus Menino.

Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española, en especial a los oficiales y cadetes de la Escuela Penitenciaria de la Nación y de la Escuela Federal de Policía, de Argentina. Invito ardientemente a todos a que, reconociendo y alabando a Dios, creador y padre del género humano, acrecienten su respeto por cada persona y fomenten la paz.

Gracias por vuestra atención.

Saluto in lingua ucraina:

Cлава Ісусу Христу.

Вітаю українських паломників, які прибули до Риму, щоб подякувати за мій недавній візит в Україну.

Дорогі брати і сестри, дякуючи за вашу присутність, сердечно бажаю, щоб ваше паломництво було багате на духовні плоди.

Нехай цей ваш візит до міста святих Апостолів Петра і Павла зміцнить вашу віру i заохотить ставати дедалі достовірнішими свідками Євангелія.

Усім вам, а також вашим близьким від щирого серця уділяю Апостольське Благословення.

Слава Ісусу Христу.

Traduzione italiana del saluto in lingua ucraina:

Sia lodato Gesù Cristo!

Saluto i pellegrini ucraini, venuti a Roma per restituirmi la Visita da me compiuta nella loro Terra.

Cari Fratelli e Sorelle, vi ringrazio della vostra presenza ed auguro di cuore che il vostro pellegrinaggio sia ricco di frutti spirituali. Possa la visita alle tombe degli Apostoli Pietro e Paolo rafforzare la vostra fede, così da diventare sempre più credibili testimoni del Vangelo.

A tutti voi ed ai vostri cari imparto di cuore la Benedizione Apostolica.

Sia lodato Gesù Cristo.

 

* * * * *

Rivolgo un cordiale pensiero ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto i Vescovi della Sardegna, qui convenuti con i Seminaristi, i Superiori e quanti cooperano, in diversi modi, alla realizzazione del nuovo Pontificio Seminario Regionale. Mi compiaccio per questa importante opera che sta per essere costruita: essa costituisce motivo di speranza per l’intera Chiesa di Sardegna. Sono lieto di benedire la prima pietra della Cappella ed auspico che essa sia il centro dell’intero Istituto di formazione sacerdotale, dove coloro che si preparano al presbiterato imparino ad amare Cristo sopra di ogni cosa.

Saluto poi i Seminaristi dei corsi propedeutici, provenienti dalla Calabria e li esorto a fondare la loro vita sulla salda roccia della Parola di Dio, per esserne coraggiosi annunciatori agli uomini del nostro tempo. Rivolgo, inoltre, una parola di incoraggiamento ai membri della "Casa dei piccoli operai", che ricordano il 50° anniversario della approvazione canonica.

Il mio saluto va, infine, ai giovani, ai malati e agli sposi novelli. Nel clima spirituale dell’Avvento, tempo di speranza che ci prepara al Natale, è particolarmente presente Maria, la Vergine dell’attesa. A Lei affido voi, cari giovani, perché possiate accogliere con slancio l’invito di Cristo a realizzare pienamente il suo Regno. Esorto voi, cari malati, e in modo speciale voi, cari piccoli ospiti del "Piccolo Cottolengo don Orione" di Tortona, ad offrire la vostra sofferenza insieme a Maria, per la salvezza dell’umanità. La materna intercessione della Madonna aiuti voi, cari sposi novelli, a fondare la vostra famiglia su di un amore fedele e aperto all’accoglienza della vita.


INAUGURAZIONE DEL SITO WEB
DELLA BASILICA DI NOSTRA SIGNORA DI GUADALUPE (MESSICO)

Al termine delle parole che riportiamo di seguito, Giovanni Paolo II attiva il sito Web della Basilica di Nostra Signora di Guadalupe (Messico):

Hoy, fiesta litúrgica de Nuestra Señora de Guadalupe, Emperatriz de México y Reina de América, se inaugura el Sitio Oficial de su Insigne y Nacional Basílica. Allí, en el Tepeyac, la Madre de Dios pidió al Beato Juan Diego un lugar para hacer presente el amor de Cristo en aquellas tierras. Desde ese templo, Ella, como Madre celeste, ha asistido, consolado y fortalecido en la fe durante siglos a los millones de peregrinos que la han invocado.

Con el nuevo Sitio, el mensaje de Guadalupe puede llegar aún más lejos, ayudando a quienes buscan sentido a sus vidas y razones para la esperanza. Pidamos a Nuestra Señora que esta nueva forma de comunicación haga visible con mayor amplitud su consoladora protección, especialmente a los más pobres y marginados; y que, con la difusión de la imagen mestiza guadalupana, impulse la fraternidad entre las razas, acreciente el diálogo entre las culturas y promueva la paz.

              



Copyright © Dicastero per la Comunicazione - Libreria Editrice Vaticana