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GIOVANNI PAOLO II

UDIENZA GENERALE

Mercoledì, 21 maggio 2003

 

 

Salmo 143, 1-10 - Preghiera del Re per la vittoria e per la pace
Lodi del martedì della 4a settimana (Lettura: Sal 143, 1-4.9-10).

1. Abbiamo ora ascoltato la prima parte del Salmo 143. Essa ha le caratteristiche di un inno regale, intessuto di altri testi biblici, così da dar vita ad una nuova composizione orante (cfr Sal 8,5; 17,8-15; 32,2-3; 38,6-7). A parlare in prima persona è lo stesso sovrano davidico, che riconosce l’origine divina dei suoi successi.

Il Signore è raffigurato con immagini marziali, secondo l’antico uso simbolico: è visto, infatti, come un istruttore militare (cfr Sal 143,1), una fortezza inespugnabile, uno scudo protettivo, un trionfatore (cfr v. 2). Si vuole, per questa via, esaltare la personalità di Dio, che s’impegna contro il male della storia: egli non è una potenza oscura o una sorta di fato, né un sovrano impassibile e indifferente rispetto alle vicende umane. Le citazioni e la tonalità di questa celebrazione divina risentono dell’inno di Davide conservato nel Salmo 17 e nel capitolo 22 del Secondo Libro di Samuele.

2. Di fronte alla potenza divina il re ebraico si riconosce fragile e debole come lo sono tutte le creature umane. Per esprimere questa sensazione l’orante regale fa ricorso a due frasi presenti nei Salmi 8 e 38, e le intreccia conferendo loro una nuova e più intensa efficacia: «Signore, che cos’è un uomo perché te ne curi? Un figlio d’uomo perché te ne dia pensiero? L’uomo è come un soffio, i suoi giorni come ombra che passa» (vv. 3-4). Qui emerge la ferma convinzione che noi siamo inconsistenti, simili a un alito di vento, se il Creatore non ci conserva in vita, Lui che - come dice Giobbe - «ha in mano l’anima di ogni vivente e il soffio di ogni carne umana» (12,10).

Solo col sostegno divino possiamo superare i pericoli e le difficoltà che costellano ogni giorno della nostra vita. Solo contando sull’aiuto del Cielo potremo impegnarci, come l’antico re di Israele, a camminare verso la libertà da ogni oppressione.

3. L’intervento divino è dipinto con le tradizionali immagini cosmiche e storiche, allo scopo di illustrare la signoria divina sull’universo e sulle vicende umane. Ecco, allora, monti che fumano in improvvise eruzioni vulcaniche (cfr Sal 143,5). Ecco le folgori che sembrano frecce scagliate dal Signore e pronte ad annientare il male (cfr v. 6). Ecco, infine, le «grandi acque» che, nel linguaggio biblico, sono simbolo del caos, del male e del nulla, in una parola, delle presenze negative all’interno della storia (cfr v. 7). A queste immagini cosmiche se ne associano altre di indole storica: sono «i nemici» (cfr v. 6), gli «stranieri» (cfr v. 7), i menzogneri e gli spergiuri, cioè gli idolatri (cfr v. 8).

È, questo, un modo molto concreto e orientale per rappresentare la malvagità, le perversioni, l’oppressione e l’ingiustizia: realtà tremende da cui il Signore ci libera, mentre ci inoltriamo nel mondo.

4. Il Salmo 143, che la Liturgia delle Lodi ci propone, finisce con un breve inno di ringraziamento (cfr vv. 9-10). Esso sorge dalla certezza che Dio non ci abbandonerà nella lotta contro il male. Per questo l’orante intona una melodia accompagnandola con la sua arpa a dieci corde, certo com’è che il Signore «dà vittoria al suo consacrato e libera Davide suo servo» (vv. 9-10).

La parola «consacrato» in ebraico è «Messia»: siamo, quindi, in presenza di un Salmo regale che si trasforma, già nell’uso liturgico dell’antico Israele, in un canto messianico. Noi cristiani lo ripetiamo tenendo fisso lo sguardo su Cristo, che ci libera da ogni male e ci sostiene nella battaglia contro i perversi poteri nascosti. Essa, infatti, «non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti» (Ef 6,12).

5. Concludiamo, allora, con una considerazione che ci è suggerita da san Giovanni Cassiano, monaco del quarto-quinto secolo, vissuto in Gallia. Nella sua opera L’Incarnazione del Signore egli, prendendo spunto dal v. 5 del nostro Salmo, - «Signore, piega il tuo cielo e scendi», - vede in queste parole l’attesa dell’ingresso di Cristo nel mondo.

E continua così: «Il Salmista supplicava che… il Signore si manifestasse nella carne, apparisse visibilmente nel mondo, fosse assunto visibilmente nella gloria (cfr 1Tm 3,16) e che finalmente i santi potessero vedere, con gli occhi del corpo, tutto quello che era stato da loro spiritualmente previsto» (L’Incarnazione del Signore, V,13, Roma 1991, pp. 208-209). Proprio questo ogni battezzato testimonia nella gioia della fede.


Saluti:

I extend a special welcome to the English-speaking pilgrims here today, including groups from England, Ireland, Scotland, Sweden and the United States of America. Upon all of you I invoke the grace and peace of the Risen Lord, and I wish you a happy stay in Rome.

Je salue cordialement les pèlerins de langue française présents à cette audience. Que le Seigneur vous donne confiance et paix pour témoigner de l’Évangile de Pâques à travers les événements de chaque jour. Bon pèlerinage à tous !

Einen frohen Gruß richte ich an die Pilger und Besucher aus Deutschland, Österreich und der Schweiz, besonders an die vielen Jugendlichen. Seid mir herzlich willkommen hier auf dem Petersplatz! Gott führt uns im Kampf gegen die Mächte des Bösen. Nur mit ihm gelingt der Sieg des Guten – in uns selbst und in der Welt, in der wir leben. Vertraut seiner Macht und laßt seine Gnade wirken! Der Herr behüte euch!

Saúdo cordialmente os peregrinos de língua portuguesa com votos de paz e de alegrias pascais. De modo especial, desejo saudar o grupo de portugueses da paróquia de Nossa Senhora do Rosário do Barreiro e um grupo de visitantes, inclusive alguns brasileiros de Petrópolis, do Estado do Rio de Janeiro. Faço votos de que o Ressuscitado seja sempre o fundamento das mais nobres aspirações para uma autêntica vida cristã e, como penhor de abundantes dons divinos, concedo de bom grado a minha Bênção Apostólica.

Saludo con afecto a los peregrinos de lengua española, en especial a los peregrinos de Riobamba, Ecuador, con su Obispo, Mons. Víctor Corral Mantilla; saludo igualmente a los diversos peregrinos de España y de otros países latinoamericanos. Os exhorto a todos a renovar vuestra confianza plena en el Señor.

Muchas gracias.

Saluto in lingua ceca:

Milí poutníci z Veselí nad Moravou, z Valče, z Dalešic a z Koněšína!

V pátek jsme slavili svátek svatého mučedníka Jana Nepomuckého. Nechť jeho příklad věrnosti Bohu vyburcuje velkodušnost všech pastýřů i věřících, aby dokázali vždy odhodlaně jednat podle slov svatého Petra: "Více je třeba poslouchat Boha než lidi." (srov. Sk 5,29)

Všem vám srdečně žehnám!

Chvála Kristu!

Traduzione italiana del saluto in lingua ceca:

Cari pellegrini di Veselí nad Moravou, di Valeč, di Dalešice e di Koněšín!

Venerdì scorso abbiamo celebrato la festa del Santo martire Giovanni Nepomuceno. Possa il suo esempio di fedeltà a Dio risvegliare la magnanimità in tutti i pastori e i fedeli, affinché sappiano sempre prontamente agire secondo l'esortazione di S. Pietro: "Bisogna obbedire piuttosto a Dio che agli uomini." (cfr. At 5,29).

Di cuore vi benedico tutti!

Sia lodato Gesù Cristo!

Saluto in lingua slovacca: 

Zo srdca vítam pútnikov z Nitry a Bratislavy, z Košíc a Nových Zámkov, z Trstenej a Ihľan, ako aj mladých zo Spoločnosti priateľov detí z detských domovov „ ÚSMEV AKO DAR".

Drahí bratia a sestry, prajem vám, aby váš pobyt v Ríme bol povzbudením pre váš kresťanský život a rád vám udeľujem Apoštolské požehnanie.

Pochválený buď Ježiš Kristus!

Traduzione italiana del saluto in lingua slovacca:

Di cuore do un benvenuto ai pellegrini provenienti da Nitra e Bratislava, da Košice e Nové Zámky, da Trstená e Ihľany, come pure ai giovani della Società degli amici dei bambini nell’orfanotrofio "SORRISO COME DONO".

Carissimi, auguro che il vostro soggiorno a Roma sia un incoraggiamento per la vostra vita cristiana e volentieri vi imparto la Benedizione Apostolica.

Sia lodato Gesù Cristo!

Saluto in lingua ungherese:

Szeretettel köszöntöm a magyar híveket, akik Úrkútról érkeztek!

Isten hozott Benneteket!

Szívbôl adom apostoli áldásomat Rátok és otthonmaradt családtagjaitokra.

Dicsértessék a Jézus Krisztus!

Traduzione italiana del saluto in lingua ungherese:

Saluto cordialmente i fedeli ungheresi venuti da Úrkút.

Di cuore imparto a tutti voi e alle persone a voi care la Benedizione Apostolica.

Sia lodato Gesù Cristo!

Saluto in lingua polacca:

Serdecznie witam pielgrzymów języka polskiego.

W dzisiejszej katechezie rozważaliśmy słowa Psalmu 143. Jest to hymn królewski, w którym Dawid wyznaje, że wszystkie jego sukcesy, są dziełem Boga. Jeżeli człowiek uznaje swoją słabość i niemoc wobec zła, a równocześnie ufa mocy Boga, odniesie zwycięstwo. Miłosierny Bóg będzie jego "mocą" i "warownią", "osłoną" i "wybawcą" (Ps 144/143/, 2).

Przykład tej postawy zaufania wszechmogącemu Bogu dają nam święci - również ci nowi polscy święci, których dane mi było kanonizować w minioną niedzielę: biskup Józef Sebastian Pelczar i matka Urszula Ledóchowska. Za ich wstawiennictwem polecam Bożej dobroci wszystkich moich rodaków. Niech wam Bóg błogosławi!

Traduzione italiana del saluto in lingua polacca:

Saluto cordialmente i pellegrini di lingua polacca.

Nella catechesi odierna abbiamo meditato le parole del Salmo 143. E’ un inno regale, in cui Davide confessa che tutti i suoi successi sono un’opera di Dio. Se un uomo riconosce la sua debolezza e l’impotenza davanti al male, e nello stesso tempo si fida della potenza di Dio, vincerà. Dio misericordioso gli sarà "fortezza" e "roccia", "scudo" e "rifugio" (cf. Sal 143, 2).

Un esempio di questo atteggiamento della fiducia verso Dio Onnipotente, ce lo danno i santi - anche i nuovi santi polacchi che ho avuto la gioia di canonizzare domenica scorsa: il Vescovo Jozef Sebastian Pelczar e la madre Orsola Ledochowska. Per la loro intercessione affido alla bontà di Dio tutti i miei connazionali. Dio vi benedica!

Saluto in lingua lituana:

Su džiaugsmu sveikinu piligrimus lietuvius!

Dievo Sūnaus Prisikėlimas yra Bažnyčios tikėjimo pagrindas.

Prisikėlusio Kristaus Dvasiă teaugina jumyse dvasinį žmogų, kuris mus įgalina pilnai išgyventi Viešpaties džaiugsmą ir garbę. Dievas visus jus telaimina ir telydi jūsų kelyje!

Garbė Jėzui Kristui!

Traduzione italiana del saluto in lingua lituana:

Saluto con gioia i pellegrini lituani!

La fede della Chiesa ha il suo fondamento nella Risurrezione del Figlio di Dio. Lo Spirito di Cristo Risorto faccia crescere in voi l’uomo spirituale che ci aiuta a vivere in pienezza la gioia e la gloria del Signore. Dio vi benedica tutti e vi sostenga nel vostro cammino!

Sia lodato Gesù Cristo!

Traduzione italiana del saluto in lingua ucraina:

Rivolgo un cordiale saluto al gruppo delle Forze Armate Ucraine, accompagnato dal loro cappellano il Vescovo Mons. Mychajl Koltun.

Carissimi, vi ringrazio per la vostra visita e, mentre invoco volentieri su di voi e sulle vostre famiglie la continua assistenza divina, cordialmente vi imparto una speciale Benedizione, che estendo all’intero popolo ucraino.

Sia lodato Gesù Cristo!

*****

Rivolgo un cordiale pensiero ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto i fedeli di Avigliano venuti a Roma con il loro Pastore Mons. Agostino Superbo; i rappresentanti dell’Associazione "Semplice-Mente" di Chiavari, accompagnati dal Vescovo Mons. Alberto Careggio; i partecipanti al pellegrinaggio in onore della Madonna della Salute; la delegazione dell’Amministrazione Provinciale di Bergamo, come pure quella del Consiglio Comunale di Taranto.

Saluto infine i giovani, i malati e gli sposi novelli. In questo Anno dedicato al Rosario, il mese di maggio costituisce un’occasione di più intenso incontro con la Madonna. Maria, che nel Cenacolo attese con gli Apostoli la discesa dello Spirito Santo, vi aiuti, cari giovani, a realizzare con prontezza la missione che Dio vi affida. Sostenga voi, cari malati, ad accettare le vostre sofferenze in unione a Cristo. Interceda per voi, cari sposi novelli, affinchè la vostra famiglia sia un’autentica chiesa domestica, animata dalla luce della fede , della speranza, della carità.

    



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