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VIAGGIO APOSTOLICO IN ESTREMO ORIENTE E A MAURITIUS

SANTA MESSA NELLA SPIANATA DI TASSI TOLI DI DILI

OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II

Dili (Indonesia) - Giovedì, 12 ottobre 1989

 

Cari fratelli e sorelle.

1. “Voi siete il sale della terra . . . voi siete la luce del mondo” (Mt 5, 13-14).

Queste sono le parole di Gesù ai suoi primi discepoli. E oggi il Vescovo di Roma le rivolge a voi, discepoli di Cristo nel Timor orientale, nella diocesi di Dili. Attraverso queste parole siamo uniti nella comune vocazione; da esse impariamo che cosa significhi vivere come cristiani.

Come Vescovo di Roma e successore di Pietro, io faccio di queste parole il mio saluto a tutti coloro che sono riuniti qui dal Dili, da Atambua e da Kupang. Porgo i saluti all’amministratore apostolico del Dili, il Vescovo Belo, ai Vescovi Pain Ratu e Manteiro e a tutto il clero, religiosi, religiose e laici delle diocesi del Timor.

Molti di voi hanno intrapreso viaggi lunghi e difficili dai vostri villaggi nel Timor orientale ed occidentale per stare insieme al Papa. Ringrazio tutti, specialmente coloro che hanno lavorato per rendere possibile questo incontro.

Cari fratelli e sorelle: il ministero speciale di Pietro per “rafforzare i suoi fratelli” mi ha portato oggi nel Timor orientale. È stato a Pietro che Cristo disse prima della Passione: “e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli” (Lc 22, 32). Durante la Passione del Maestro, Pietro era stato un debole, ma il Signore lo ha chiamato ugualmente a pascolare il suo gregge (cf. Gv 21, 15-19) e per questo gli ha dato una grazia speciale per diventare “luce” e “sale” nel servizio a tutti coloro che credono in Cristo. Sono venuto a voi come testimone di Cristo e come un anziano nella famiglia della fede (cf. 1 Pt 5, 1). Fin dall’inizio del mio pontificato, ho seguito la vostra situazione con grande sollecitudine. È da molto tempo che desidero dirvi che tutta la Chiesa, e il Papa in particolar modo, vi stimano e vi amano molto. Adesso sono molto contento di poter celebrare questa Eucaristia con voi, qui, a Tasi-Tolu.

2. Consideriamo il significato che Gesù dà alle immagini “sale della terra” e “luce del mondo”. Nel Timor avete molta familiarità con il sale. Lo estraete lungo le coste del Cassaid, del Tibar, di Manatuto, di Sical e dal lago salato a Laga. Il sale conserva i cibi e cattura il loro sapore. Nel Vangelo “sale” si riferisce alla conservazione dalla corruzione del peccato e dalla morte. Si riferisce alla pienezza spirituale di ogni discepolo il cui dovere è di animare ed elevare l’umanità con l’aiuto della grazia divina.

L’immagine di “luce” si riferisce non soltanto alla saggezza che deriva dalla Rivelazione della divina verità, ma anche alla saggezza nell’agire quotidiano. È la saggezza che viene dall’esperienza di vita come anche la saggezza che dà la vita: la saggezza che illumina coloro che vivono attraverso la fede. In qualunque luogo questa “luce” si trovi, essa modella la vita umana e il comportamento e guida il Popolo a Dio.

Questa è la saggezza che segna la vita dei santi. Ecco perché ogni santo è una luce che non può essere offuscata, ma deve essere posta in alto, in modo da illuminare tutta la casa (cf. Mt 5, 15). I santi illuminano tutti noi nella Chiesa, che è la casa di Dio sulla terra. E molte volte questa luce brilla oltre la Chiesa, verso altri popoli e luoghi.

3. Le parole “voi siete il sale della terra . . . voi siete la luce del mondo” sono dirette dal Signore a tutti i discepoli, a tutti noi che “siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo” (1 Cor 12, 13), che è la Chiesa. Agli occhi del mondo la Chiesa è una società visibile di persone. Ma per mezzo della fede, noi sappiamo che questa Chiesa è anche il corpo di Cristo attraverso la potenza dello Spirito Santo.

Nella potenza dello stesso Spirito, tutti noi lavoriamo insieme per costruire la Chiesa attraverso “una varietà di ministeri” e attraverso la testimonianza cristiana nella risposta di ognuno alla propria vocazione (cf. 1 Cor 12 4-7). È così perché “a ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l’utilità comune” (1 Cor 12, 7). Perciò, quando rispondiamo alla chiamata di Cristo ad essere “sale della terra” e “luce del mondo”, noi aiutiamo a costruire la Chiesa non solo nelle nostre comunità locali, ma come una, santa, cattolica ed apostolica, diffusa in tutto il mondo. Perché la Chiesa è una in tutto il mondo e la stessa in ogni luogo. È “universale” e “locale”. Questo è il risultato dell’azione dello Spirito, nel quale si è manifestato “lo stesso Dio che ispira ogni cosa in ognuno” (cf. 1 Cor 12, 6).

4. Cosa vuol dire essere “sale della terra” e “luce del mondo” nel Timor orientale oggi? Per molti anni avete sperimentato distruzione e morte come risultato dei conflitti; avete saputo cosa significhi essere vittime dell’odio e della violenza. Molti innocenti sono morti, mentre altri sono stati vittime della vendetta e delle rappresaglie. Per troppo tempo avete sofferto per la mancanza di stabilità che ha reso il vostro futuro incerto. Questa situazione sconvolgente è tra le cause principali delle difficoltà economiche che, nonostante qualche miglioramento, impediscono lo sviluppo necessario per alleviare il peso che ancora grava duramente sulla popolazione.

Dev’essere fermamente assicurato il rispetto dei diritti che rendono la vita più umana: diritti degli individui e diritti delle famiglie. Prego affinché tutti coloro che hanno responsabilità per la vita del Timor orientale agiscano con saggezza e buona volontà verso tutti, mentre cercano una soluzione giusta e pacifica alle difficoltà attuali, con lo scopo di favorire un veloce miglioramento delle condizioni di vita che vi permetteranno di vivere in armonia sociale, secondo le vostre tradizioni e necessità, in serena e fruttuosa prosperità.

5. Cari fratelli e sorelle in Cristo: chi sarà il sale che conserva la vita nella morte, se non voi? Chi sarà la luce che illumina la saggezza nell’oscurità, se non voi? Voi che siete rimasti saldi nella fede da quando il Vangelo si è diffuso per la prima volta in questi luoghi quattro secoli fa? La vostra terra ha bisogno di salvezza cristiana e di riconciliazione. Ma la comunità ecclesiale stessa dev’essere una comunità riconciliata, se deve svolgere l’importante ruolo che deriva dalle parole di Cristo: “Voi siete il sale . . . voi siete la luce”. Non è sempre facile trovare il coraggio, la determinazione, la pazienza necessari alla riconciliazione. Tuttavia sappiamo attraverso la fede che l’amore supera ogni confine fra le nazioni, fra i popoli, fra le culture. Non importa quali siano le differenze, quali le ferite o le offese, noi che siamo seguaci di Cristo dobbiamo tenere a mente queste parole: “perdonate e vi sarà perdonato” (Lc 6, 37); “amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori” (Mt 5, 44).

Voi che siete cattolici, nel Timor orientale avete una tradizione in cui la vita familiare, la cultura e le abitudini sociali sono profondamente radicate nel Vangelo e questa tradizione costituisce una parte importante della vostra identità. La vostra è una tradizione ricca di insegnamenti e dello spirito delle beatitudini, una tradizione di umile fiducia in Dio, di perdono e misericordia e, quando è necessario, di paziente sofferenza nella dura prova (cf. Mt 5, 3-10). Ci sono situazioni in cui la comunità ecclesiale ha bisogno di essere particolarmente capace di vivere il messaggio evangelico dell’amore e della riconciliazione. La forza per fare ciò viene dalla conversione interiore. Solo quando siamo rinati nello Spirito comprendiamo la forza delle parole del Vangelo. “Beati i miti . . . Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia . . . Beati gli operatori di pace” (Mt 5, 5. 6. 9). La chiamata ad essere “sale” e “luce” non è un compito facile. Non è se non la chiamata ad essere “perfetto in Cristo” (Col 1, 28).

Inoltre, le vostre parrocchie, la vostra catechesi, le vostre scuole cattoliche, le vostre piccole comunità ed altre forme di associazione, tutte hanno un ruolo importante nell’educare a una forte vita familiare che rispetti il progetto di Dio per la vita e per l’amore, per l’onestà e la competenza nel mondo del lavoro e dei servizi pubblici, per la virtù e la bontà in ogni campo dei comportamenti umani. Dovete mostrarvi degni della vostra vocazione cristiana, che è una chiamata alla santità, alla preghiera, alla pratica dei sacramenti e al sacrificio di sé senza cui è impossibile essere discepoli. Vi esorto a perseverare nella vostra vocazione. Esorto tutti voi a vivere “nel vincolo della pace”, in unione con il Papa, con l’amministratore apostolico e con i sacerdoti della vostra diocesi che sono stati così generosi nel loro lavoro in questi anni difficili. Il Signore che vede e sa tutto ricompenserà i fratelli e le sorelle nella Chiesa e quei laici che si sono impegnati in particolar modo a servizio delle necessità degli altri. Una speciale parola di stima deve andare ai valenti missionari che sono rimasti vicino alla popolazione nei momenti più difficili della vostra recente storia, testimoniando l’amore che essi hanno per la Chiesa, per il Popolo di Dio pellegrino nel Timor.

Sono consapevole che il tema delle vostre sante ore di preparazione alla mia venuta è stato: “Neon ida deit, laran ida deit” (cf. At 4, 32). Queste parole indicano il sentiero che la Chiesa nel Dili deve seguire per rispondere alle sfide particolari di oggi. L’unità nella fede, espressa e nutrita specialmente nella Comunione eucaristica, vi porterà ad una comunione di carità e solidarietà con gli altri e vi aiuterà a vivere il comandamento evangelico dell’amore attraverso le opere pratiche di misericordia e giustizia necessarie a quest’isola. Il Timor, forte nell’amore evangelico, è certamente capace di portare a compimento questa missione di essere “sale della terra” e “luce del mondo”.

6. “Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli” (Mt 5, 16).

Non è solo il Papa che vi chiama a questo compito. Sono le parole di nostro Signore Gesù Cristo stesso. Egli vi sfida, ma vi promette anche la sua presenza e la sua grazia. È con voi sempre.

E c’è qualcun altro che accompagna il popolo del Timor nel suo pellegrinaggio giorno dopo giorno verso il Regno di Dio: Maria, vostra madre nella Chiesa, Maria dell’Immacolata Concezione, la patrona nella diocesi del Dili e della vostra nuova cattedrale, che sono stato felice di benedire oggi. Ella intercede per la salvezza spirituale dei figli e delle figlie del Timor. I cattolici del Timor orientale che hanno cantato le sue lodi nei secoli possono essere sicuri della sua attenzione materna in questo periodo di incertezza in cui sono più che mai necessarie pace e riconciliazione.

Nel pellegrinaggio della vita, camminate con Maria. Poi, seguendo il suo esempio, e pieni dello Spirito “che rinnova la faccia della terra” (Sal 104,30), tutto il Popolo di Dio nel Timor ripeterà le parole piene di gioia del Salmo responsoriale: “Benedici il Signore anima mia! . . . / La gloria del Signore sia per sempre! . . . / Gioisca il Signore delle sue opere!” (Sal 104, 1. 31).

Sì, possa l’Eucaristia che stiamo ora celebrando aiutare il popolo di quest’isola ad essere sempre veramente “un cuore solo e un’anima sola” - come una città costruita su una collina che non può essere nascosta, come una luce che illumina tutti nella casa. Possa lo Spirito di verità portare a termine quest’opera di salvezza. Amen.

 

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