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VIAGGIO APOSTOLICO IN TANZANIA, BURUNDI, RWANDA E YAMOUSSOUKRO

CELEBRAZIONE DELLA PAROLA NELL’«ALI HASSAN MWINYI STADIUM»

OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II

Tabora (Tanzania) - Martedì, 4 settembre 1990

 

San Paolo ha scritto ai Corinzi: “Come infatti il corpo, pur essendo uno, ha molte membra e tutte le membra, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche Cristo” (1 Cor 12, 12).  

Cari fratelli e sorelle in Cristo,

1. Oggi, il Successore di Pietro è venuto a Tabora per rallegrarsi con voi nella comunione che è nostra nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo. Quale vostro fratello in Cristo, ho atteso a lungo con ansia di essere tra di voi. E adesso, mi sento già a casa in mezzo a voi!

In questa felice occasione, è mio dovere pastorale confermarvi nella fede che avete ricevuto, e incoraggiarvi nell’opera di diffusione della Buona Novella di salvezza in Gesù Cristo nostro Signore.

Nella fratellanza dello Spirito, saluto tutti voi. Innanzitutto saluto cordialmente l’Arcivescovo Mario Mgulunde, che ringrazio per le sue cortesi parole di benvenuto, l’Arcivescovo Mark Mihayo e tutti i Vescovi, sacerdoti, religiosi e laici dell’Arcidiocesi di Tabora e delle Diocesi di Kaharna, Kigoma, Singida e Sumbawanga. Saluto con particolare affetto i giovani che stanno studiando per diventare sacerdoti al Seminario di San Paolo a Kipalapala. È con stima e gratitudine saluto le autorità civili e i capi religiosi che ci onorano con la loro presenza questo pomeriggio.

2. San Paolo ha detto ai membri della Chiesa di Corinto che i molti carismi o doni spirituali che essi avevano ricevuto, erano il frutto dello Spirito Santo, che li “opera, distribuendoli a ciascuno come vuole” (1 Cor 12, 11). Come il padrone della parabola del Vangelo (cf. Mt 20, 1-16), Dio distribuisce la sua grazia quale parte del suo piano misterioso per la salvezza del mondo in Gesù, suo Figlio (cf. Ef 1, 9-10). Tutti i nostri doni e talenti ci sono stati dati in pegno, e devono essere usati per incoraggiare i nostri fratelli e le nostre sorelle sul cammino della fede, della speranza e dell’amore.

Ad ogni persona i doni dello Spirito Santo sono stati dati per il bene comune (cf. 1 Cor 12, 7). Da una parte è stata affidata al Popolo di Dio un’abbondanza di carismi e di doni che conducono alla santità di vita e alla testimonianza delle opere buone. Dall’altra, nella Chiesa esiste anche una ricca varietà di ministeri, uffici e ruoli di servizio, che concorrono tutti alla costruzione del Regno di Dio di grazia e pace. Ogni persona ha la propria vocazione e la propria collocazione nel Corpo di Cristo. Nessuno è escluso dal lavoro nella vigna del Signore!

3. Il ministero ordinato di diaconi, sacerdoti e Vescovi è naturalmente il canale essenziale attraverso cui Cristo continua ad insegnare, santificare e guidare i suoi seguaci nella via del Vangelo. La testimonianza di religiosi, uomini e donne, manifesta l’amore e la dolcezza di Cristo, la sua completa consacrazione alla volontà del Padre e la sua libertà interiore nel servizio alle necessità spirituali e materiali degli altri. Le vostre Chiese locali hanno bisogno di buoni sacerdoti e religiosi! Oggi ve ne sono molti. Dobbiamo pregare incessantemente per le vocazioni, affinché molti giovani uomini e donne rispondano generosamente alla chiamata del Signore.

Ma sono i laici, uomini e donne, che devono svolgere un ruolo diretto nel trasformare il mondo in cui vivono, che devono portare la fede nelle realtà della vita di ogni giorno, affinché le famiglie, le società e le nazioni sempre progrediscano nello spirito delle Beatitudini.

I padri e le madri di famiglia, uomini e donne nelle case, nei campi, nelle miniere o nelle fabbriche, in ogni forma di lavoro e di vita sociale sono chiamati ad esercitare il loro “sacerdozio regale” (1 Pt 2, 19), offrendo tutte le loro vite a Dio come un “sacrificio santo” (Rm 12, 1), manifestando la bontà di Dio nel mondo e riconciliando tutte le cose create col Padre attraverso Cristo (cf. Col 1, 20).

La parabola della Lettura del Vangelo di oggi si applica a tutti i fedeli: nessuno può rimanere in ozio. Ognuno, a seconda della grazia ricevuta, ha molto da fare nel costruire la Chiesa e la società. A ciascuno il Signore dice: “Andate anche voi nella mia vigna” (Mt 20, 7).

4. Cari fratelli e sorelle: come sono numerosi e diversi i doni con cui lo Spirito ha costruito la Chiesa in Tanzania! Attraverso l’impegno saggio e generoso dei missionari, il Vangelo è stato predicato tra di voi per la prima volta. Attraverso il lavoro paziente e gli eroici sacrifici di innumerevoli sacerdoti, religiosi e religiose, catechisti, insegnanti e genitori cristiani, la Chiesa ha messo radici nella vostra nazione. Vedendo tutti voi qui presenti oggi, sono pieno di speranza e fiducia che lo Spirito Santo continuerà a suscitare uomini e donne, che si dedicheranno con altruismo alla fioritura di autentica santità, e al generoso servizio ai loro fratelli e alle loro sorelle.

Cosa resta ancora da fare? Dov’è il Signore che guida la Chiesa in Tanzania dopo oltre cent’anni di evangelizzazione e alle soglie di un nuovo millennio cristiano? L’Assemblea Speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi, attualmente in preparazione, è un “segno” che questa è un’ora speciale di grazia per la Chiesa di questo Continente (cf. Lineamenta, 13). Venendo nel vostro Paese, una delle mie intenzioni principali è quella di rivolgervi un appello affinché affrontiate le sfide di questa nuova tappa dell’evangelizzazione con tutti i vostri “doni” e con tutte le risorse delle vostre Chiese locali. Né l’evento specifico del Sinodo, né il compito generale dell’evangelizzazione sono istanze che riguardano i soli vescovi e sacerdoti. Il ruolo che i laici dovranno sostenere è di importanza vitale, perché si tratta di guadagnare l’Africa alle verità e ai valori che, per essere creduti e accettati, devono essere sperimentati nella concreta esistenza quotidiana della comunità cristiana. Quando il mondo vedrà il vostro spirito di preghiera e di adorazione a Dio, la vostra solidarietà verso gli altri, soprattutto i più poveri e bisognosi, il vostro coraggio nei periodi di sofferenza e di difficoltà, il vostro autocontrollo di fronte alla violenza e ai torti, e la vostra temperanza in tutte le cose, allora il mondo si chiederà: Perché sono così? Chi ispira un amore tanto grande ai cristiani della Tanzania? A questo punto, le ben note parole di Cristo echeggeranno in tutta la loro verità: “Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte” (Mt 5, 14).

5. Esistono innumerevoli modi con cui i laici, uomini e donne, possono annunciare la parola di Dio e far conoscere “le imperscrutabili ricchezze di Cristo” (Ef 3, 8). In particolare, desidero incoraggiare le madri e i padri di famiglia a continuare a guidare i loro bambini nella preghiera e ad insegnar loro l’amore di Dio e le regole della vita cristiana. Una forma speciale di annuncio è l’opera dei catechisti nelle parrocchie, nelle scuole e nei Movimenti giovanili:

Ringrazio tutti i catechisti qui presenti e quelli di tutta la Tanzania per il loro impegno esemplare.

Non abbandonate mai il vostro zelo nel predicare l’intera verità su Cristo crocifisso, altrimenti la croce di Cristo si svuoterà del suo potere (cf. 1 Cor 1, 17). Nel diffondere la parola di Dio, tuttavia, sia la proclamazione che la catechesi devono essere accompagnate inoltre da un corretto spirito di dialogo in verità, e amore con tutti coloro che non condividono la nostra fede cattolica di modo che possano crescere la comprensione e l’armonia. Le convinzioni religiose e morali non possono essere imposte; esse devono suscitare l’accoglienza grazie alla loro bellezza intrinseca e al loro potere di persuasione.

La verità che il Vangelo di Gesù Cristo rivela non è “sapienza di questo mondo” (1 Cor 1, 20) ma è la realtà dell’infinito e misericordioso amore del Padre manifestata nella compassione di Gesù per le moltitudini (cf. Mt 9, 36) e nella cura incessante della comunità cristiana per gli ultimi tra i fratelli e le sorelle di Cristo (cf. Mt 25, 40). Adesso come sempre, la solidarietà pratica con il nostro prossimo è l’esigenza più impellente ed immediata dell’amore cristiano, e il modo più efficace di comunicare il messaggio del Vangelo. Nella crescente complessità delle società moderne, impegnarsi per lo sviluppo umano e per la promozione di una maggiore giustizia e di quei cambiamenti strutturali che permetteranno ai popoli e alle nazioni di provvedere al benessere di tutti i loro membri, è un’altra valida e necessaria forma di impegno da parte dei cristiani. Ciò che viene chiamato “l’amore preferenziale per i poveri”, dato che non esclude nessuno, manifesta la strenua difesa da parte della Chiesa della dignità umana, che è diritto inalienabile di ogni individuo.

Voi, i laici cattolici della Tanzania, uomini e donne, siete chiamati a diventare sempre più responsabili, insieme ai vostri pastori, della missione della Chiesa nel vostro Paese e in Africa.

Non fatevi sfuggire quest’“ora di grazia”. Il raccolto è pronto (cf. Mc 4, 29).

6. Qui a Tabora, desidero menzionare la particolare sollecitudine della Chiesa per quei membri della comunità che sono anziani o malati, soprattutto i ciechi e i sordi, alcuni dei quali sono presenti a questa celebrazione.

Cari amici, anche voi avete una missione nobile e molto importante all’interno del Corpo di Cristo, la Chiesa! Attraverso la vostra unione con il Signore nel mistero della sua sofferenza, siete sfidati a crescere in santità, a conoscere più profondamente e a condividere più generosamente con gli altri il dono dell’amore di Dio come è stato rivelato nelle sofferenze di suo Figlio. Attraverso la solidarietà spirituale che ci unisce nella “comunione dei santi”, le vostre sofferenze contribuiscono a realizzare la diffusione del Regno di Dio e il trionfo della sua grazia. Siate certi che la presenza del Papa tra di voi oggi è un chiaro segno dell’amore della Chiesa per voi, in Cristo, suo Capo.

Desidero inoltre riconoscere con gratitudine lo zelante servizio offerto ai nostri fratelli e sorelle sofferenti e handicappati dalla Arcidiocesi di Tabora, dalle Missionarie della Carità e dai nostri fratelli e sorelle della Chiesa Pentecostale. Anche qui, esprimo con gioia l’apprezzamento della Chiesa per gli sforzi di quanti si adoperano al servizio dei sofferenti e di quanti si impegnano, attraverso il loro coinvolgimento nella vita politica del vostro Paese, a rendere testimonianza a Cristo e a garantire una vita migliore e più sicura a tutto il popolo della Tanzania.

7. Cari fratelli e sorelle, nel Vangelo della Liturgia di oggi, il generoso padrone va a più riprese sul luogo del mercato a cercare lavoratori da mandare alla sua vigna. Alcuni erano presenti ad accogliere la sua chiamata all’alba; altri più tardi nella mattinata, ed alcuni vennero mandati soltanto quando il giorno volgeva alla fine. Questa parabola non ci ricorda forse che non è mai troppo tardi per servire il Signore e per beneficiare della sua infinita generosità? La Chiesa oggi ha un grande bisogno di giovani, pieni di vita e di entusiasmo, che mostrino agli altri la speranza e la gioia che vengono dall’abbracciare Cristo e la sua via di salvezza. Essa ha bisogno di cristiani maturi, che siano cresciuti in saggezza e prudenza poiché hanno imparato a far sì che la loro fede in Cristo permei ogni aspetto del loro pensiero e del loro comportamento. La Chiesa ha bisogno di credenti santi ed impegnati di ogni età, che siano nutriti nella preghiera, solidi nella fede e zelanti nel proclamare al mondo la salvezza, la gioia e la pace che vengono dal Signore Risorto!

Mentre vi impegnate ad impiegare i molti doni che avete ricevuto nel Battesimo per la costruzione della Chiesa in Tanzania, vi affido alle preghiere della Beata Vergine Maria. Attraverso la sua obbedienza alla parola di Dio e alla sua apertura allo Spirito, lei è diventata la Madre di Dio e la Madre della Chiesa. Prego affinché vi guidi tutti sul cammino della santità e vi assista nei vostri sforzi di vivere pienamente la grande vocazione che avete ricevuto in Cristo!

Che Dio vi benedica tutti! Amen.

 

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