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VISITA PASTORALE ALLA PARROCCHIA ROMANA
DI SAN BERNARDO DI CHIARAVALLE

OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II

Domenica, 6 marzo 1994

 

Fratelli e sorelle della parrocchia di San Bernardo,

Oggi la Parola di Dio nella Liturgia ci parla del tempio. Voi avete la gioia di avere un nuovo tempio, una nuova chiesa parrocchiale costruita a costo di tanti sforzi e sacrifici. I bambini della Prima Comunione hanno cantato su questo tema, illustrando con le mani e con le voci, come si sia posto mattone su mattone per costruire questa chiesa.

Mi congratulo con voi, con i progettisti, con i costruttori, con tutta la vostra comunità, con il vostro parroco, con il vostro clero. È una grande gioia anche per me.

Questa chiesa nuova appartiene alla Chiesa di Roma e così, attraverso di essa, si consolida la Chiesa di Roma. Non essendo potuto venire in novembre, la mia gioia per questa visita odierna è tanto maggiore.

La Liturgia ci parla di un tempio metaforico. Si tratta non solo del tempio costruito dalle pietre, ma anche del tempio costruito dalle persone. Per questo concentriamo la nostra riflessione sulla famiglia, perché la tradizione antica della Chiesa dei Padri ha chiamato la famiglia chiesa domestica. Essa è costituita dai padri, dalle madri, dai figli e dalla figlie. In mezzo a loro abita Dio. Egli vuol trovare la sua dimora in questo tempio vivo. Così la famiglia è chiesa domestica, ma per esserlo deve essere basata su un fondamento solido che è la Verità, come ho ricordato nell’Enciclica Veritatis splendor.

La forza della verità consente di costruire un tempio dentro di noi e fra di noi, di costruirlo nella famiglia, nella società, nell’umanità intera.

Vi sono alcuni che vorrebbero costruirlo senza la Verità e contro la Verità. Soprattutto viene attaccato il tempio, la chiesa domestica della famiglia. Si vuole togliere il fondamento della Verità, approfittando delle debolezze umane, affermando la legittimità dei divorzi, delle separazioni, e di tutto ciò che è contro la vita dei nascituri e degli anziani. Si afferma ciò contro il fondamento e contro il precetto che invece è chiaramente a favore della vita. La vita è sacra.

Lo stesso discorso vale per il tentativo di dare legittimità a false famiglie costituite da due uomini o da due donne. Noi rispettiamo ogni uomo e ogni donna, ma costruire una famiglia su queste basi è sbagliato e pericoloso.

Durante quest’Anno della Famiglia tutta la Chiesa deve essere molto prudente e molto coraggiosa per difendere la vera famiglia. Dobbiamo avere grande comprensione verso tutte le debolezze umane, come faceva Cristo, ma per la famiglia, intesa come principio di costruzione della società, dobbiamo essere intrepidi ed intransigenti. Cerco anch’io di esserlo, benché il Papa sia per sua natura un uomo dolce, non severo e rigido. Ma è necessario essere rigorosi sui principi. La costruzione viene basata sulla verità e quindi sui precetti. La Chiesa ci ricorda oggi il Decalogo, i Dieci Comandamenti, che sono le pietre inamovibili. Non se ne può abolire nessuna, tutte queste pietre devono tenere fortemente. Così si costruisce la Chiesa.

Accanto al brano del Vecchio Testamento che ci ricorda i Dieci Comandamenti, c’è la Lettura del Vangelo in cui Cristo, nel tempio di Gerusalemme dice che la costruzione sarà distrutta, prevedendo la catastrofe dell’anno 70. Si può distruggere il tempio costruito dalle pietre, dice Gesù, potete anche distruggere il tempio del mio corpo, ma in tre giorni lo ricostruirò. Era la promessa della Risurrezione.

Cristo, morto e risorto, è rimasto per noi la prima pietra, la pietra angolare di tutta la costruzione della chiesa domestica e dell’umanità intera. Il ministero della Chiesa Cattolica è proprio quello di costruire la vita umana sulla pietra che è Gesù. San Paolo dice che Gesù crocifisso è la nostra sapienza e la nostra forza. È un paradosso, ma da questo Crocifisso nasce tutta la nostra forza, la forza dei sofferenti e di tutti coloro che nella vita non vogliono sbagliare, che vogliono mantenersi sulla linea retta, che vogliono costruire e non distruggere.

In questa Quaresima, con grande energia, presentiamo Cristo crocifisso come nostra saggezza, come nostra forza a tutto il mondo. Guardatelo, non lasciatelo da parte. Se volete escludere il nome di Dio, tutta la vostra costruzione risulterà vana. Si distruggerà da sola.

C’è una certa drammaticità nella Liturgia della Parola durante la Quaresima, più che negli altri periodi: il Decalogo, il discorso di Gesù nel tempio, le parole di Paolo.

Attraverso queste parole dobbiamo sempre ritrovare la serenità: Dio è più forte delle debolezze umane, delle deviazioni umane. Dio è sempre più forte, avrà sempre l’ultima parola. Dobbiamo avere lo spirito di San Bernardo, che era un dottore mariano e in Maria, anche nei turbolenti tempi medioevali, sapeva sempre trovare la serenità mariana.

Seguiamo il Patrono della vostra parrocchia e cerchiamo in Maria la serenità per risolvere i conflitti del nostro tempo.

 

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