Index   Back Top Print

[ DE  - EN  - ES  - FR  - IT  - PL  - PT  - UK ]

VISITA PASTORALE IN UCRAINA
(23-27 GIUGNO 2001)

CELEBRAZIONE EUCARISTICA IN RITO LATINO E BEATIFICAZIONI

OMELIA DEL SANTO PADRE

Lviv - Martedì, 26 giugno 2001

 

1. "Fate quello che vi dirà" (Gv 2,5).

Il brano del Vangelo, appena proclamato, presenta il primo intervento di Maria nella vita pubblica di Gesù e pone in risalto la sua cooperazione alla missione del Figlio. A Cana, nel corso di un convito nuziale a cui prendono parte Maria, Gesù e i suoi discepoli, viene a mancare il vino. Manifestando la sua fede nel Figlio e venendo in soccorso ai due giovani sposi in difficoltà, Maria sollecita il Salvatore a provvedere compiendo il primo miracolo.

"Che ho da fare con te, o Donna? Non è ancora giunta la mia ora" (Gv 2,4), le risponde Gesù. Di fronte a queste parole Maria non si scoraggia e rivolta ai servi dice: "Fate quello che vi dirà" (Gv 2,5). Ella rinnova la sua fiducia nel Figlio e vede premiata col miracolo la sua intercessione.

L'episodio evangelico ci invita quest'oggi a contemplare Maria quale "Aiuto dei cristiani" in ogni necessità. Sarebbe istruttivo ripercorrere le vicende del popolo fedele per riconoscervi i segni della protezione materna di Maria, sempre sollecita del bene dei suoi figli. Potremmo raccogliere tante testimonianze degli interventi di Maria a salvaguardia dei singoli e della comunità. Ma le testimonianze più belle le possiamo raccogliere nella vita dei vostri santi.

Fermiamo oggi il nostro sguardo su due figli di questa Terra, che dalla devozione alla Vergine Santissima trassero stimolo per un cammino di perfezione, oggi solennemente riconosciuto. Essi sono l'Arcivescovo Giuseppe Bilczewski e il sacerdote Zygmunt Gorazdowski. Ambedue nutrirono un profondo amore per la Madre del Signore. La loro vita ed il loro servizio pastorale furono una continua risposta al suo invito: "Fate quello che vi dirà". Eroicamente obbedienti agli insegnamenti del Signore, percorsero la via stretta della santità. Entrambi vissero qui a Leopoli, quasi negli stessi anni. Insieme vengono oggi iscritti nell'albo dei Beati.

2. Nel loro ricordo, mi è gradito salutare tutti voi qui presenti. Saluto, in modo speciale, i Signori Cardinali Marian Jaworski e Lubomyr Husar, i Vescovi della Conferenza Episcopale Ucraina e quelli del Sinodo dei Vescovi della Chiesa Greco-cattolica Ucraina. Saluto pure voi, sacerdoti, religiosi e religiose, seminaristi e quanti siete attivamente impegnati nelle varie attività pastorali. Un saluto affettuoso ai giovani, alle famiglie, agli ammalati e all'intera Comunità qui idealmente adunata per accogliere il messaggio spirituale dei nuovi Beati.

Sono lieto che l'Arcidiocesi di Leopoli ottenga un secondo Arcivescovo beato. Dopo Jakub Strzemi", che guidò questo popolo negli anni 1391-1409 e fu beatificato nel 1790, viene oggi elevato alla gloria degli altari un altro Pastore di quest'Arcidiocesi, Giuseppe Bilczewski. Non è questa una testimonianza della continuità della fede di questo popolo e della benedizione di Dio, che gli manda Pastori degni della loro vocazione? Come non ringraziare Dio per questo dono concesso alla Chiesa di leopoli?

Dall'Arcivescovo Giuseppe Bilczewski riceviamo l'invito a vivere con generosità l'amore di Dio e del prossimo. Fu questa la regola suprema della sua vita. Sin dai primi anni di sacerdozio, egli coltivò un'ardente passione per la Verità rivelata, che lo condusse a fare della ricerca teologica una via originale per tradurre in comportamenti concreti il comandamento dell'amore verso Dio. Nella vita sacerdotale, come nelle varie importanti mansioni ricoperte presso l'Università "Giovanni Casimiro" di Leopoli, egli seppe sempre testimoniare, insieme con l'amore per Dio, anche un grande amore per il prossimo. Nutrì una particolare attenzione ai poveri e coltivò rapporti rispettosi e cordiali sia verso i colleghi, sia verso gli studenti, che lo ricambiarono sempre con grande stima ed affetto.

La nomina ad Arcivescovo gli offrì l'occasione per dilatare a dismisura i confini della sua carità. Nel periodo particolarmente difficile del primo conflitto mondiale, il nuovo Beato apparve come l'icona vivente del Buon Pastore, pronto ad incoraggiare e sostenere i suoi fedeli con parole ispirate e piene di benevolenza. Venne in soccorso dei bisognosi, verso i quali nutrì una predilezione tale, da voler rimanere con loro anche dopo la sua morte, decidendo di essere sepolto nel cimitero di Janow in Leopoli, che accoglieva le spoglie mortali dei diseredati. Servo buono e fedele del Signore, animato da profonda spiritualità e incessante carità, fu amato e stimato da tutti i suoi concittadini, senza distinzione di confessioni, rito o nazionalità.

Oggi la sua testimonianza brilla dinanzi a noi come incoraggiamento e stimolo, perché anche la nostra azione apostolica, alimentata da profonda preghiera e da tenera devozione alla Vergine, sia tutta dedita alla gloria di Dio e al servizio della santa Madre Chiesa per il bene delle anime.

3. Questa beatificazione costituisce anche per me un motivo particolare di gioia. Il beato Giuseppe Bilczewski rimane nella linea della mia successione apostolica. Infatti egli consacrò l'Arcivescovo Boleslao Twardowski, il quale a sua volta ordinò vescovo Eugenio Baziak, dalle cui mani ho ricevuto l'ordinazione vescovile. Oggi, dunque, anch'io ricevo un nuovo, particolare patrono. Ringrazio Dio per questo mirabile dono.

C'è anche un altro particolare che non può essere trascurato in questa occasione. Il beato Arcivescovo Bilczewski fu consacrato dal Cardinale Giovanni Puzyna, Vescovo di Cracovia. Gli erano al fianco come con-consacranti il beato Giuseppe Sebastiano Pelczar, Vescovo di PrzemyÑl, e il Servo di Dio Andrey Sheptytskyj, Arcivescovo greco-cattolico. Non fu questo un evento stupendo? In quella circostanza lo Spirito Santo fece incontrare tre grandi Pastori, di cui due sono proclamati beati e il terzo, a Dio piacendo, lo sarà. Davvero meritava questa terra di vederli insieme nell'atto solenne della creazione di un successore degli Apostoli. Meritava di vederli uniti. Questa loro unione resta come segno ed una chiamata per i fedeli dei rispettivi greggi, che dal loro esempio sono invitati a costruire la comunione insidiata dal ricordo delle vicende storiche e dai pregiudizi sorti dal nazionalismo.

Oggi, mentre rendiamo lode a Dio per l'invitta fedeltà al Vangelo di questi suoi Servi, avvertiamo l'intima spinta a riconoscere le infedeltà evangeliche in cui sono incorsi non pochi cristiani di radice sia polacca che ucraina, residenti in questi luoghi. E' tempo di prendere le distanze dal doloroso passato. I cristiani delle due Nazioni devono camminare insieme nel nome dell'unico Cristo, verso l'unico Padre, guidate dallo stesso Spirito Santo, fonte e principio di unità. Il perdono offerto e ricevuto si diffonda come balsamo benefico nel cuore di ciascuno. La purificazione della memoria storica disponga tutti a far prevalere quanto unisce su quanto divide, per costruire insieme un futuro di reciproco rispetto, di fraterna collaborazione e di autentica solidarietà. Oggi l'Arcivescovo Giuseppe Bilczewski e i suoi compagni Pelczar e Sheptytskyj vi esortano: siate uniti!

4. Durante gli anni dell'episcopato di Mons. Bilczewski, visse in Leopoli l'ultima parte della sua esistenza terrena anche don Zygmunt Gorazdowski, autentica perla del clero latino di questa Arcidiocesi. La sua straordinaria carità lo portò a dedicarsi senza sosta ai poveri, nonostante le sue precarie condizioni di salute. La figura del giovane sacerdote che, dimentico del grave pericolo di contagio, si aggirava tra gli ammalati di Wojnilow e ricomponeva personalmente i corpi dei morti di colera, è rimasta nella memoria dei contemporanei come vivente testimonianza dell'amore misericordioso del Salvatore.

Ebbe una passione ardente per il Vangelo che lo portò a farsi presente nelle scuole, nel campo dell'editoria e in varie iniziative catechetiche, soprattutto nei confronti dei giovani. La sua azione apostolica era poi convalidata da un impegno caritativo che non conosceva soste. Nel ricordo dei fedeli di Leopoli egli rimane come il "padre dei poveri" e il "sacerdote dei senzatetto". La sua creatività e la sua dedizione in questo ambito quasi non ebbero confini. Come Segretario dell'"Istituto dei poveri cristiani", fu presente dovunque si levasse il grido angosciato della gente, a cui cercò di rispondere, proprio qui a Leopoli, con numerose istituzioni caritative.

Riconosciuto alla sua morte come "un vero religioso, anche se privo di voti speciali", per la sua piena fedeltà a Cristo povero, casto ed obbediente, egli resta per tutti un testimone privilegiato della divina misericordia. Testimone egli è, in particolare, per voi, care Suore di San Giuseppe, che cercate di seguirlo fedelmente nel diffondere l'amore per Cristo e per i fratelli mediante opere educative e assistenziali. Dal beato Zygmunt Gorazdowski voi avete appreso ad alimentare l'attività apostolica con un'intensa vita di preghiera. Il mio augurio è che possiate, come lui, conciliare l'azione con la contemplazione, nutrendo la vostra pietà con un'ardente devozione alla Passione di Cristo, un tenero amore per la Vergine Immacolata e una venerazione tutta speciale per San Giuseppe, del quale don Zygmunt cercava di imitare la fede, l'umiltà, la prudenza ed il coraggio.

5. L'esempio dei beati Giuseppe Bilczewski e Zygmunt Gorazdowski sia di sprone per voi, cari sacerdoti, religiosi e religiose, seminaristi, catechisti e studenti di teologia. A voi penso in maniera tutta speciale in questo momento e vi invito a raccogliere la lezione spirituale e apostolica di questi due Beati pastori della Chiesa. Imitateli! Voi, che in vario modo svolgete un servizio speciale al Vangelo, dovete fare come loro il possibile perché, attraverso la vostra testimonianza, ciascun uomo, qualsiasi sia la sua età, origine, formazione, stato sociale, si senta amato da Dio nel profondo del cuore. E' questa la vostra missione.

Vostro impegno prioritario sia amare tutti ed essere disponibili per ciascuno, mai venendo meno alla vostra fedeltà a Cristo e alla Chiesa. Questa è una strada certo irta di difficoltà e di incomprensioni, che talora può comportare persino persecuzione.

Ne sono ben consapevoli i più anziani. Ci sono tra voi molti che, nella seconda metà del secolo scorso, hanno subito non poche sofferenze a causa della loro adesione a Cristo e alla Chiesa. Voglio rendere omaggio a tutti voi, cari sacerdoti, religiosi e religiose che siete rimasti fedeli a questo Popolo di Dio. Ed a voi, che ora affiancate questi generosi operai del Vangelo cercando di portare avanti la loro missione, dico: non temete! Cristo non promette una vita facile, ma assicura sempre il suo aiuto.

6. Duc in altum! Prendi il largo, Chiesa di Leopoli dei Latini! Il Signore è con Te! Non temere di fronte alle difficoltà che anche oggi insidiano il tuo cammino. Con Cristo tu sarai vittoriosa. Scegli con coraggio la santità: lì è posta la premessa sicura della pace vera e del progresso duraturo.

Carissimi Fratelli e Sorelle, vi affido alla protezione di Maria Benevola Madre di Dio, che da secoli venerate nell'effige che avrò la gioia d'incoronare oggi. Sono lieto di potermi anch'io inchinare davanti a questa immagine che ricorda i voti del re Giovanni Casimiro. La "Graziosa Stella di Leopoli" vi sia di sostegno e vi porti la pienezza delle grazie.

Chiesa di Leopoli dei Latini, intercedano per te tutti i santi e le sante che hanno arricchito la tua storia. Ti proteggano in modo speciale i beati Arcivescovi Jakub Strzemi" e Giuseppe Bilczewski, con il Padre Zygmunt Gorazdowski. Avanza fiduciosa nel nome di Cristo Redentore dell'uomo! Amen.


Prima dell'incoronazione di Maria Benevola Madre di Dio, da secoli venerata a Leopoli, Giovanni Paolo II si è rivolto in lingua italiana ai fedeli presenti con queste parole:

Saluto cordialmente i Signori Cardinali, gli Arcivescovi ed i Vescovi qui convenuti da diversi paesi. Cari fratelli, vi ringrazio della vostra partecipazione a queste giornate che vedono la Chiesa Cattolica in Ucraina raccolta in preghiera attorno al Successore di Pietro. La vostra presenza è segno eloquente e prezioso della comunione e della solidarietà delle vostre Chiese locali con i figli della Chiesa cattolica che vivono in questa terra. Vi aspetto anche domani, per celebrare insieme Cristo Signore, seguito fedelmente come maestro e modello di santità dai martiri e beati della Chiesa greco-cattolica.

Successivamente il Papa ha pronunciato in lingua ucraina il saluto che pubblichiamo in una nostra traduzione italiana:

Carissimi vi ringrazio cordialmente per la vostra gioiosa presenza all'odierna celebrazione.

La mia viva gratitudine si rivolge anche a tutta la città di Leopoli per l'accoglienza sincera e calorosa tributatami ieri, segno di grande ospitalità e di apertura di cuore.

Invito tutti voi alla importante beatificazione dei martiri che avrà luogo domani. Vi aspetto anche questo pomeriggio all'incontro con i giovani.

Sia lodato Gesù Cristo

Traduzione italiana del saluto in lingua russa:

Saluto i fedeli russi che hanno voluto unirsi alla nostra celebrazione. Carissimi, tornando a casa mantenete fisso lo sguardo su Cristo. Ascoltate la sua voce: Cristo vi chiama a testimoniarlo fedelmente nella vostra esistenza. Con affetto vi benedico. Sia lodato Gesù Cristo!

Traduzione italiana del saluto in lingua bielorussa:

Rivolgo ora il mio saluto cordiale ai pellegrini di lingua bielorussa. Carissimi, imitate questi nuovi Beati nella fedeltà a Cristo e nell’impegno apostolico e missionario nella vita quotidiana. Portate nel vostro Paese e nelle vostre case il pensiero affettuoso e la benedizione del Papa per l’intero popolo bielorusso. Sia lodato Gesù Cristo!

Slovacco:

S láskou teraz pozdravujem tu prítomných veriacich zo Slovenska. Nech účast’ na tejto svätej omši vám dodá odvahy a sily svedčit’ o Kristovi. Prineste môi srdečný pozdrav do vašich spoločenstiev, ku ktorému pridávam moje osobitné apoštolské pozehnanie. Pochválený bud’ Jeziš Kristus!

Saluto ora con affetto i fedeli della Nazione slovacca qui presenti. La partecipazione a questa Santa Messa vi renda coraggiosi e forti nel testimoniare Cristo. Portate alle vostre Comunità il mio cordiale saluto, che avvaloro con una speciale Benedizione Apostolica. Sia lodato Gesù Cristo!

Polacco:

Zanim zakończymy tę uroczystą liturgię nie mogę nie wspomnieć tu jeszcze dwóch sławnych postaci związanych z tą ziemią. Wpierw mam na myśli świętego Jana z Dukli, którego relikwie towarzyszą dziś naszemu spotkaniu. Ten duchowy syn św. Franciszka tu we Lwowie pełnił funkcję kustosza kustodii ruskiej, tu zasłynął jako wielki kaznodzieja i spowiednik, i tu dopełnił swojego życia. Dziś powrócił do tego miasta, aby po ponad pięciu wiekach cieszyć się owocami swojej świętości w sercach tego wiernego ludu.

Pragnę również wymienić tu wielką postać arcybiskupa ormiańskiego Józefa Teodorowicza. Ten wybitny teolog i duszpasterz, mąż stanu i Kościoła, z mądrością i oddaniem przewodził ormiańskiej wspólnocie w ciągu pierwszych dziesięcioleciach ubiegłego wieku. Wspominając go, pozdrawiam wszystkich wiernych Kościoła ormiańskiego, który od wieków jest obecny na ukraińskiej ziemi i ubogaca ją swą starożytną duchowością i kulturą. Pamięć ormiańskich męczenników i wyznawców niech Was umacnia w wierze, nadziei i miłości!

Za chwilę dokonam koronacji łaskami słynącego obrazu Matki Bożej Łaskawej Pani Lwowa. Niech Jej opieka stale towarzyszy temu miastu i całej Ukrainie.

Prima di chiudere questa solenne liturgia, non posso far a meno di ricordare qui ancora due famose figure unite con questa terra. Per primo, ho in mente il santo Giovanni di Dukla, le cui reliquie accompagnano oggi il nostro incontro. Questo figlio spirituale di San Francesco esercitava qui, a Lviv, il ruolo di custode della custodia della Rus’, qui si conquistò la fama di grande predicatore e confessore, e qui anche concluse la propria vita. Oggi è ritornato in questa città per gioire, dopo oltre cinque secoli, dei frutti della sua santità nei cuori di questo popolo fedele.

Voglio anche menzionare qui la grande figura dell'Arcivescovo armeno Józef Teodorowicz. Questo insigne teologo e pastore, uomo di Stato e di Chiesa, guidò con sapienza e dedizione la comunità armena nel corso dei primi decenni del secolo scorso. Ricordandolo, saluto tutti i fedeli della Chiesa armena, che da secoli è presente in terra ucraina e la arricchisce con la sua antica spiritualità e cultura. Il ricordo dei martiri e dei confessori armeni vi rafforzi nella fede, nella speranza e nella carità!

Tra breve incoronerò l'immagine, famosa per le grazie che elargisce, della Benevola Madre di Dio, Signora di Lviv. Che la sua protezione accompagni costantemente questa città e l'intera Ucraina.

Rumeno:

Salut cu afectiune credinciosii de limbă română, si le multumesc pentru prezenta lor.
Mult iubitilor, România este mereu prezentă în rugăciunea mea, în special după vizita de neuitat pe care am putut să o fac în urmă cu doi ani. Purtati celor dragi ai vostri salutul meu si Binecuvântarea mea.
Lăudat să fie Isus Cristos !

Saluto con affetto i fedeli di lingua rumena, e li ringrazio per la loro presenza.
Carissimi, la Romania è sempre presente nella mia preghiera, specialmente dopo l'indimenticabile visita che ho potuto compiervi due anni fa. Portate ai vostri cari il mio saluto e la mia Benedizione.
Sia lodato Gesù Cristo!

Ungherese:

Szeretettel köszöntöm a magyar híveket, akik a Püspök Atyákkal együtt érkeztek. Romzsa Tódor élete példája adjon erôt mindannyiunk számára.
Apostoli áldásommal. Dicsértessék a Jézus Krisztus.

Saluto cordialmente i fedeli ungheresi, i quali sono arrivati sotto la guida dei loro Vescovi. L'esempio di Teodor Romża ci dia forza spirituale.
Con la mia Benedizione Apostolica. Sia lodato Gesù Cristo!



Copyright © Dicastero per la Comunicazione - Libreria Editrice Vaticana