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LETTERA DI GIOVANNI PAOLO II
AL CARDINALE PAUPINI IN OCCASIONE
DEL 50° ANNIVERSARIO DELL'ORDINAZIONE SACERDOTALE

 

Al Venerabile Fratello Nostro
GIUSEPPE PAUPINI
Cardinale di Santa Romana Chiesa
Penitenziere maggiore

Stando tu per celebrare felicemente il decimo lustro da quando hai ricevuto il sacerdozio, ti scriviamo questa lettera per manifestarti i nostri migliori auguri e significarti ugualmente con animo lieto il nostro affetto.

Per la verità, in un evento tanto solenne della tua vita noi cogliamo la molto opportuna occasione di notificarti la nostra gratitudine per tutte le attività da te svolte in questo lungo periodo di tempo. Tu hai saputo unire la cura sollecita delle anime, operoso come sei stato, con incarichi da parte della Sede Apostolica. Infatti, ordinato sacerdote, hai seguito l’esempio di Cristo che “non è venuto per essere servito, ma per servire”(Mt 20, 28) e hai rivolto la tua sollecitudine ad introdurre uomini nel popolo di Dio, a riconciliare, col Sacramento della Penitenza, i peccatori con Dio e con la Chiesa(cf. Presbyterorum Ordinis, 5), ad offrire al Padre col Sacrificio Eucaristico l’ostia immacolata, come il nostro Salvatore la istituì nell’ultima Cena e comandò agli apostoli che la sua memoria fosse celebrata nei secoli. Dopo aver assolto ad alcuni incarichi, con diligenza, nella Chiesa di Fano, in qualità di coadiutore del parroco, come assistente spirituale dell’Azione Cattolica, come vicerettore del seminario della medesima diocesi e professore di Dottrina Cristiana nelle scuole, fosti al servizio di questa Sede Apostolica.

Ottenuta la pienezza del sacerdozio, hai esercitato l’incarico di Legato del Sommo Pontefice presso alcuni Stati: e ciò con molto zelo: dapprima sei stato nominato Internunzio nell’Iran, poi, trascorso un anno, Nunzio in Guatemala e in El Salvador, infine sei stato mandato in Colombia.

In ultimo, nell’anno 1969, Paolo VI, nostro predecessore di recente memoria, ti annoverò nel Collegio dei Padri Cardinali e nell’anno 1973, ti mise a capo della Sacra Penitenzieria Apostolica, che al presente dirigi saggiamente. Pur stando in questi uffici, hai continuato e continui ad aver cura delle anime ottimamente. Perciò, venerabile fratello nostro, nel ricordare un giorno così luminoso della tua vita, è giusto che tu renda molte grazie al benignissimo Dio e che celebri la sua provvidenza con queste parole: “Gioirà il mio cuore nella tua salvezza, canterò al Signore che mi ha beneficato”.

Cristo, pastore eterno, per l’intercessione della gloriosa sempre Vergine Maria, ti colmi di doni celesti e si degni di arricchirti della sua grazia abbondantissima. Di ciò annunziatrice e propiziatrice, e testimone del nostro amore, sia la Benedizione Apostolica, che impartiamo nel Signore a te, venerabile fratello nostro, a coloro che ti prestano la loro collaborazione e a tutti i familiari ed amici.

Dai Palazzi Vaticani, il 4 marzo, anno 1980, secondo del nostro pontificato.

GIOVANNI PAOLO II

 

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