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LETTERA DI GIOVANNI PAOLO II
AL CARDINALE OPILIO ROSSI

 

Al Venerabile Fratello Nostro
Opilio di S.R.C. Cardinale Rossi

Fra breve tempo, cioè all’inizio del mese di aprile, la città di Panama avrà un grande onore, perché vi si celebrerà il Quarto Congresso Eucaristico Bolivariano, con la presenza – senza dubbio – di fratelli Vescovi e di sacerdoti, religiosi e laici da tutta l’America Centrale e Meridionale, per testimoniare pubblicamente la loro fede in questo ineffabile mistero del Corpo e Sangue di Cristo, per offrire, così, all’Eucaristico Signore il dono della loro pietà e della loro lode, per far penetrare in maniera più piena, durante il prossimo anno di grazia specialissima, tutto il mistero Pasquale del Redentore nelle loro anime, nelle loro case e nelle comunità parrocchiali.

Perché a una sì grande celebrazione dell’Eucaristia non manchi un nostro inviato speciale, noi designamo e proclamiamo “Inviato Straordinario” te, venerabile fratello nostro, di cui già da lungo tempo conosciamo l’amore e il culto per questa verità della nostra fede, e di cui tante volte abbiamo constatato lo zelo pastorale di avvicinare sempre più tutti i fedeli a così ricca sorgente di grazie e consolazioni, che Gesù Cristo, sul punto di partire da questo mondo, affidò per sempre ai suoi Apostoli, cioè alla Chiesa. Tu, dunque, dall’11 al 18 di aprile presiederai a Panama, in nome e autorità nostra, a quelle solennità eucaristiche e incontri e celebrazioni di ogni genere, che si svolgeranno nel Quarto Congresso Eucaristico Bolivariano: e non ignoriamo con quanto fervore d’animo e ardore di volontà adempirai, in vece nostra, l’incarico a te affidato.

Giustamente ivi si farà ricordo di Gesù “Pane di vita”, poiché tutti crediamo che questo Sacramento divino è come il “centro” e il “culmine” di tutta la vita della Chiesa, anzi il cuore stesso del corpo della Chiesa, nel quale è realmente contenuto l’Autore di tutta la vita spirituale degli uomini, e specialmente dei fedeli che si radunano intorno alla mensa eucaristica per attingere forze spirituali.

Da qui dunque sarà alimentato il vigore di ogni comunità domestica e parrocchiale; da qui principalmente sarà rinvigorita l’“unità” della Chiesa e dei popoli e nazioni credenti, con i vincoli solidissimi della tanto desiderata ed agognata pace. Tutto ciò spiega stupendamente Sant’Agostino ai bambini: “L’Apostolo infatti dice: "un solo pane, un solo corpo siamo noi molti" (1Cor 10,17).

Così spiegò il sacramento della mensa del Signore: noi, molti, siamo un solo pane, un solo corpo. In questo pane viene a voi raccomandato come dobbiate amare l’unità. Forse che quel pane è stato fatto con un chicco solo? Non erano forse molti i chicchi di grano? Ma prima di arrivare ad essere pane erano separati” (S. Agostino, Sermo CCXXVII: PL 38, 1099-1100).

Perciò, se Cristo “Pane di Vita”, non solo starà davanti agli occhi dei partecipanti durante il tempo del Congresso, ma resterà profondamente nelle anime e negli affetti di ognuno di essi, potranno anche accettare per sé ed attuare pienamente questi altri ammonimenti del medesimo Sant’Agostino: “Diffondi l’amore per tutto il mondo, se vuoi amare Cristo; perché le membra di Cristo giacciono a terra per tutto il mondo. Se ne ami una parte sola, sei diviso; se sei diviso, non sei nel corpo; se non sei nel corpo, non sei sotto il capo” (S. Agostino, In Epistolam Ioannis ad Parthos, tract. X, cap. 5, 8: PL 35, 2060). È ammirevole quanto questi insegnamenti, scaturienti direttamente dal Mistero Eucaristico, conferiscano a conciliare vicendevolmente gli animi umani, a rendere pacifico il consorzio umano, a procurare il vero progresso umano.

Tutti i cristiani, perciò, tutti i partecipanti a quel Quarto Congresso Bolivariano, da tali insegnamenti si facciano persuasi di che grandi doveri di carità e impegni per la pace d’ora innanzi devono assolvere coloro che si nutrono di questo Sacramento di vita. E perché da quel Congresso Eucaristico, per il quale volentieri ti nominiamo Inviato Straordinario, si possano raccogliere in grande abbondanza tali frutti di unità e di pace, noi supplichiamo Dio con intensissima preghiera, mentre con affetto e con piacere comunichiamo questi nostri pensieri e impartiamo la Benedizione Apostolica, pegno di ogni bene celeste, a tutti i presenti al Congresso, Cardinali e Vescovi, sacerdoti e religiosi e fedeli laici, ai quali tutti rivolgiamo anche molto benevolmente il nostro saluto.


Dai Palazzi Vaticani, il 25 marzo, l’anno 1982, quarto del nostro pontificato.

GIOVANNI PAOLO II

 

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