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LETTERA DI GIOVANNI PAOLO II
AL VESCOVO DI RIMINI, MONSIGNOR GIOVANNI LOCATELLI,
PER LA V EDIZIONE DEL
«MEETING DELL'AMICIZIA TRA I POPOLI»

 

Al venerato fratello
Giovanni Locatelli,
Vescovo di Rimini.

Nell’imminenza della celebrazione a Rimini del quinto Meeting per l’amicizia fra i popoli, desidero rivolgere, per il suo cortese tramite, un cordiale saluto agli organizzatori, ai relatori e ai partecipanti ed esprimere, al tempo stesso, l’auspicio di fruttuoso svolgimento del significativo incontro, che raduna, da cinque anni a questa parte, numerosi giovani e adulti, sensibili ai problemi connessi con la pacifica convivenza dei popoli.

Credenti e non credenti vengono attratti da quella straordinaria apertura a quei valori che Cristo, Figlio dell’uomo e Figlio di Dio, fa sentire nel cuore di chi si apre alla sua presenza. Coloro che si raccolgono costì, infatti, sono mossi da un particolare interesse per l’uomo e il suo destino:

-  interesse per la verità, che diventa passione per tutte le dimensioni e i momenti dell’esistenza umana, passione per la vita di ogni persona e per la difesa dei suoi diritti, sotto ogni latitudine;

-  interesse per la bellezza, che risplende sui volti di ogni popolo e razza, che si esprime nella musica e nel canto, nelle arti figurative, nella poesia, oltre che nella natura e nei paesaggi di ogni continente e nazione. Bellezza che colpisce talvolta per la sua luminosità e che invece, in altri momenti, è crocifissa, derisa, oltraggiata. Bellezza e verità, grazie a cui l’uomo appare nel suo essere, fatto a immagine e somiglianza del Creatore e del Salvatore;

-  interesse per il bene, per la costruttiva azione sociale e politica: per il proprio Paese, per l’Europa, per i popoli del mondo, per la loro identità e il loro futuro;

-  interesse e impegno per una città degli uomini che si fondi sulla verità e sull’amore.

Non sono forse questi i temi dei cinque Meeting che si sono costì celebrati? Non sono queste le espressioni di parola, di canto, di immagine, di incontro che caratterizzano il variegato caleidoscopio di ogni nazione?

Quest’anno alla settimana di lavoro sarà proposto il tema: “America Americhe - 1984: l’impossibile tolleranza?”. Si è così inteso attirare l’attenzione sulla complessità delle forme di vita che sono entrate a comporre la realtà americana e che si sono incontrate e scontrate fra di loro nel Nuovo Mondo.

Le Americhe dell’epoca moderna e contemporanea sono nate dall’avventura di Cristoforo Colombo e di tanti altri uomini, approdati dall’Europa su quelle sponde, mossi verso quella terra da ideali e da fedi diverse. L’Europa ha portato in America il grande bene della fede cristiana, ma anche gli elementi negativi delle sue dolorose divisioni. Per questi motivi, interrogarsi oggi sull’America - come i convenuti a codesto Meeting intendono fare attraverso una serie di interessanti dibattiti culturali - significa anche porre alcune importanti questioni sull’Europa. L’America, che ha tanto ricevuto dall’Europa, oggi costringe il vecchio continente a interrogarsi sulla sua cultura e sulla sua identità.

Quasi cinquecento anni fa Cristoforo Colombo scoprì l’America. Ai nostri giorni, come allora, sorge un’identica domanda: saranno capaci i cristiani - di fronte a nuovi modi di pensare, a nuove civiltà, a nuove situazioni - di testimoniare fattivamente la loro “cattolicità”? Saranno capaci di rispondere alle esigenze fondamentali che emergono dalla natura umana, di far maturare tutto ciò che nella radice profonda di essa e già contenuto, ma trova sempre difficoltà a manifestarsi? (Mt 13, 52).

La scoperta dell’America fu occasione di un nuovo grande slancio missionario della Chiesa. Il quinto Meeting, che si profila così denso di interessanti problematiche e che raccoglie le ansie dell’attuale momento storico, è un’occasione assai propizia per sottolineare con chiarezza e fiducia e far risplendere, fra tinte e contrastanti ideologie, l’umanesimo cristiano, che è aperto alla trascendenza, è illuminato dalla rivelazione di Cristo e dal magistero della Chiesa, ed è stimolato dalla carità universale. Si tratti di suscitare un nuovo impegno missionario di evangelizzazione e di comunione nell’Europa, nelle Americhe e in tutte le nazioni della terra, il quale sia sostenuto da una fede limpida e coraggiosa, dall’ardimento che cerca nuove strade di comprensione dell’uomo e di approccio ai suoi problemi, dall’umile e lieta volontà di valorizzare tutto ciò che può contribuire a questo umanesimo.

A conferma di tali voti e nella fiducia di una generosa corrispondenza, invio di cuore a lei, venerato fratello, e a quanti parteciperanno a codeste giornate riminesi la mia benedizione apostolica.

Da Castel Gandolfo, 5 agosto 1984.

IOANNES PAULUS II

 

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