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LETTERA DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II
AL CARDINALE
JOSEPH-MARIE TRINH-VAN-CAN,
PRESIDENTE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE DEL VIETNAM

 

Ricorre oggi il XXV anniversario dell’istituzione della gerarchia della Chiesa in Vietnam a opera del caro e venerato Papa Giovanni XXIII, e per questo motivo, provo una gioia profonda, in questa lieta circostanza, nel rivolgermi a sua eminenza, a tutti i vescovi, ai sacerdoti, ai religiosi e alle religiose, e a tutto il popolo cristiano del Vietnam.

Questa iniziativa - che istituiva tre province ecclesiastiche l’una a nord, l’altra al centro e la terza a sud, aventi rispettivamente come sedi metropolitane Hanoi, Hué e Saigon (oggi Hochiminhville) e comprendente un complesso di diciassette nuove diocesi - costituiva un segno evidente della stima che papa Giovanni XXIII nutriva per lo zelo e le qualità particolari dell’episcopato e del clero vietnamiti, e della fiducia che esso aveva nella maturità della propria devozione pastorale. In un contesto di situazioni sociali complesse e difficili - con un gesto lungimirante che anticipava quanto sarebbe stato riaffermato qualche tempo dopo dal Concilio Vaticano II - egli organizzava stabilmente la Chiesa vietnamita. Il decreto Ad gentes afferma infatti: “È necessario che le Chiese autoctone particolari, nate dalla Parola di Dio, crescano dovunque nel mondo e ricche di forze proprie e di una propria maturità siano fornite adeguatamente di una gerarchia propria unita al popolo fedele e di mezzi appropriati per vivere pienamente la vita cristiana” (Ad gentes, 6). La Chiesa del Vietnam manifestò allora ancor più pienamente la sua essenza intima e la sua missione nei riguardi di tutto il popolo vietnamita.

In questo giorno tanto solenne e significativo per la vostra Chiesa particolare, è di grande conforto per me potervi esprimere i sentimenti che provo per voi, cari pastori, cari figli e figlie del Vietnam. Non passa giorno, infatti, che io non pensi a voi nella preghiera, con grande affetto e profonda stima. Malgrado la distanza geografica che ci separa, conosco bene il vostro senso religioso, il vostro essere fieri di appartenere alla Chiesa cattolica e il coraggio con il quale testimoniate la vostra fede in mezzo alle difficoltà che si prolungano e aumentano. So quali sacrifici vi chiede la fedeltà al Vangelo, e so anche quale forza d’animo vi è necessaria per vivere autenticamente questo Vangelo nelle vostre famiglie, nel vostro ambiente di lavoro e nella società. La Chiesa cattolica del mondo intero guarda a voi e, solidamente edificata, trae grande beneficio spirituale dall’esempio che le offrite tanto chiaramente.

Voi pastori date prova di generosa sollecitudine nell’essere attenti alle esigenze dei vostri fratelli; condividete i loro timori e le loro preoccupazioni, vivete con loro la prova della povertà, ma siete confortati dal loro affetto e dalla testimonianza della loro intima e sincera comunione.

Il fervore della vita religiosa accresce nei vostri fedeli il desiderio di poter beneficiare dei servizi pastorali di un maggior numero di sacerdoti. Le vocazioni non mancano e io chiedo al Signore Gesù che le loro aspirazioni, tanto reali e legittime, possano essere pienamente soddisfatte.

Cari fratelli e cari figli del Vietnam, posso dire che voi siete veramente l’espressione di un popolo conosciuto e stimato per il suo senso del lavoro e per la tenacia coraggiosa con la quale affrontate tante gravi e dolorose difficoltà, in particolare le difficoltà causate dalla guerra che, per lunghi anni, ha seminato la morte, la distruzione e la sofferenza. Vorrei che, al di là della stima che hanno per voi, i popoli si sentano spinti a portare un aiuto efficace alla vostra nazione nelle esigenze umane che avvertono maggiormente.

Come si afferma nella Lettera pastorale collettiva del 1980, voi volete essere “la Chiesa di Cristo in mezzo al vostro popolo”. Voi offrite concretamente un impegno onesto e attivo per la ricostruzione e il progresso integrale del Paese, voi portate la luce che viene dal Vangelo e mettete a disposizione dei vostri compatrioti le energie della salvezza.

Questo XXV anniversario cade nel momento in cui ha luogo la visita “ad limina” dei vescovi del Vietnam. È una gioia per me poter incontrare in questi giorni i tre prelati venuti a Roma e di avere così l’occasione di partecipare personalmente alle gioie, alle inquietudini e alle preoccupazioni delle comunità che sono loro affidate.

Nel corso della visita “ad limina”, i vescovi del mondo intero vengono di persona a rendere partecipe delle loro sofferenze e delle loro gioie di Pastori il successore di Pietro, e il Papa li ascolta, li conforta, li incoraggia nella fede. Ma quanto sarebbe stato più bello e significativo se fosse stato permesso a tutti i vescovi vietnamiti di venire a Roma, per “videre Petrum” come era mio desiderio ardente! Avremmo colto questa occasione per esprimere in maniera ancora più visibile il vincolo di comunione che ci unisce, e per ricordarci di voi dinanzi ai sepolcri degli apostoli Pietro e Paolo. Questa ulteriore sofferenza è offerta a Dio Padre nella fiduciosa speranza che essa si trasformi in luce e in forza per molti dei vostri fratelli.

Ho già approfittato di altre circostanze per inviare dei messaggi al popolo vietnamita e mostrargli così che esso è continuamente presente nel mio cuore. Vorrei poter incontrare e conoscere personalmente ciascuno dei miei figli per dirgli l’amore che provo per lui!

Il presente anniversario deve essere motivo di intensa gioia spirituale, vivificata dalla certezza che, secondo la parola del Signore “se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; ma se muore, produce molto frutto” (Gv 12, 24). Non è quello che la vostra tradizione cattolica trisecolare, suggellata ormai più volte dal sangue dei martiri, dimostra chiaramente, dando così fiducia alle nuove generazioni dei discepoli di Cristo? Se tale è stata la sorte del seme nel terreno della storia, importante sarà pure la fioritura della vostra Chiesa in futuro.

Vi affido tutti, pastori, sacerdoti, religiosi, religiose e fedeli, a Maria, Madre e Regina del Vietnam, che amate tanto teneramente. Ella saprà sostenervi nella fedeltà a suo figlio Gesù e alla sua Chiesa; saprà guidare le vostre decisioni e ottenere la realizzazione dei vostri desideri più profondi; ella farà sua la vostra preghiera che, nel tempo dell’Avvento ormai imminente, sarà quella della Chiesa universale: “Vieni, Signore Gesù” (Ap 22, 20).

E di tutto cuore, vi impartisco la mia affettuosa benedizione apostolica.

Dal Vaticano, 24 novembre 1985.

GIOVANNI PAOLO II 

 

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