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LETTERA DI GIOVANNI PAOLO II
A MONS. DENIS BROWNE, ARCIVESCOVO DI AUCKLAND

 

Al mio caro e venerabile fratello
Denis Browne arcivescovo di Auckland.

Tramite lei voglio estendere il mio cordiale saluto a tutti coloro che si sono riuniti ad Auckland per il quinto della serie di incontri promossi dal Pontificio Concilio per i laici. Quando inizierà il vostro incontro io mi starò preparando a partire per la mia visita pastorale in India e mentre vi chiedo di pregare perché questa visita possa essere benedetta dalla grazia di Dio, vi assicuro che anch’io guardo con amore e con speranza verso voi che vi riunite per discutere il tema “La vocazione dei laici nella vita e nella missione della Chiesa in Oceania” per il prossimo Sinodo del 1987.

Il vostro incontro giunge in un momento provvidenziale nella vita della Chiesa di questo secolo. Vent’anni dopo la chiusura del Concilio ecumenico Vaticano II, rappresentanti del collegio dei vescovi riuniti insieme attorno al successore di Pietro, hanno espresso la loro unanime convinzione che il Concilio Vaticano II fu un dono di Dio alla Chiesa e al mondo. Perciò invito voi miei cari fratelli e sorelle in Cristo a rinnovare in questi giorni la vostra adesione al Concilio e a riconoscere in esso un dono offerto dallo Spirito Santo alla Chiesa per il presente e per il futuro.

Dobbiamo essere consapevoli di ciò che il Signore desidera donarci in questo particolare momento. Il Concilio fu un dono e noi siamo chiamati in questo momento della vita della Chiesa a intensificare i nostri orientamenti e le sue direttive e rispondere alla sfida che esso offre. Esso è una sfida per ogni battezzato, uomo o donna, per ogni Chiesa locale, a giocare pienamente il proprio ruolo nella missione affidata all’intera Chiesa di annunciare la buona novella per la salvezza del mondo. Ciò richiede ai giorni nostri una speciale risposta dei laici. Non dobbiamo cadere nella tentazione di identificare la vita cristiana con i costumi generalmente accettati dalla società moderna.

Nelle parole di san Paolo “Non conformatevi alla mentalità del mondo ma lasciatevi trasformare da Dio con un completo mutamento della vostra mente, sarete così capaci di capire qual è la volontà di Dio, vale a dire ciò che è buono a lui gradito e perfetto” (Rm 12, 2). Allo stesso modo, ogni Chiesa locale deve cercare di rispondere all’azione dello Spirito Santo sforzandosi di tradurre il Concilio nei modi che rendono Cristo e il suo Vangelo presente nel contesto culturale e sociale di ogni paese e regione.

Il vostro incontro che riunisce vescovi, preti, laici e laiche da tutte le parti dell’Oceania è veramente un’espressione di quella varietà nell’unità che è caratteristica della Chiesa come mistero e come comunione. Ogni cultura, ogni regione porta qualcosa di prezioso e di unico alla famiglia del popolo di Dio, il Corpo di Cristo. Durante questi giorni ad Auckland sarete capaci di imparare l’uno dall’altro, in quel mutuo rispetto e amore che caratterizza i discepoli di Cristo. Il vostro incontro includerà la riflessione sull’esperienza di quella “diversità di ministero ma unità di missione” di cui parlò il decreto sull’apostolato dei laici vent’anni fa (Apostolicam Actuositatem, 2). Presterà anche particolare attenzione a ciò che la costituzione sulla Chiesa descrive come carattere secolare proprio e particolare della laicità, la specifica vocazione a dare una testimonianza cristiana al centro delle attività temporali. Particolare interesse sarà riservato a un altro grande rilievo del Concilio, cosiddetto chiamata alla santità e alla formazione cristiana.

Tutti questi temi sono importanti poiché la Chiesa guarda verso il terzo millennio di cristianità e in modo particolare dal momento che indirizziamo il nostro sguardo verso il Sinodo del 1987 dal tema “La vocazione e la missione dei laici nella Chiesa e nel mondo vent’anni dopo il Vaticano II”. Questo Sinodo concerne l’intera Chiesa: vescovi, preti, diaconi, religiosi, religiose, laici. Dovrebbe anche sottolineare uno stadio decisivo verso il recepimento della grazia del Concilio Vaticano II da parte dei laici. Vi invitiamo a prepararvi nelle vostre Chiese particolari. In questo modo noi tutti vivremo la nostra vocazione cristiana e la nostra comune missione in osservanza al dinamismo del Concilio.

Miei cari fratelli e sorelle in Cristo: il vostro incontro è un eccellente esempio del modo in cui questo invito trova una risposta. Nel tempo di preparazione che rimane prima del Sinodo del 1987, vi esorto a intensificare il dialogo tra ministri ordinati e laici uomini e donne, a tutti i livelli, portando ad esso la vostra esperienza sia di ciò che è stato positivo come delle difficoltà incontrate. Questo dialogo è qualcosa che deve implicare tutti i membri della comunità ecclesiale senza eccezione. Possa questo essere un tempo di più intensa collaborazione nella missione della Chiesa, un tempo di riflessione sulla parola di Dio e in particolare sul mistero del Battesimo e della Cresima. Soprattutto possa questo tempo essere un tempo di preghiera e di personale conversione nella quale aprirete maggiormente i vostri cuori all’azione rinnovatrice dello Spirito Santo così da essere portati a una maggiore unione con Cristo. La Chiesa richiama con profonda convinzione il Concilio insegnando che “il successo dell’apostolato dei laici dipende dalla vivente unione dei laici con Cristo” (Apostolicam Actuositatem, 4).

Vi ringrazio per tutto ciò che state facendo per la Chiesa e poiché guardo con gioia alla mia visita pastorale in Oceania l’ultimo mese di quest’anno raccomando voi e tutti i partecipanti alla Beata Vergine Maria, Madre della Chiesa. Come gli apostoli riuniti nella stanza superiore voi siete chiamati a pregare insieme con Maria per il dono dello Spirito Santo. Tramite la sua intercessione possa il vostro incontro essere occasione di abbondanti grazie per la Chiesa e per l’intero popolo del vasto continente dell’Oceania. Su tutti i presenti invoco la grazie e la pace di nostro Signore Gesù Cristo e con profondo affetto imparto la mia benedizione apostolica.

Dal Vaticano, 20 gennaio 1986.

IOANNES PAULUS PP. II

 

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