Index   Back Top Print

[ IT ]

LETTERA DI GIOVANNI PAOLO II
AL CARDINALE AGOSTINO CASAROLI,
SEGRETARIO DI STATO, NEL CENTENARIO DELLA
NASCITA DEL CARDINALE DOMENICO TARDINI

 

Al venerato fratello
Agostino Cardinale Casaroli
Segretario di Stato.

L’imminente ricorrenza del centenario della nascita del Cardinale Domenico Tardini offre alla Segreteria di Stato ed al Consiglio per gli Affari Pubblici della Chiesa l’occasione di onorare, con una solenne commemorazione, la sua figura sacerdotale e la sua attività di fedele servitore della Chiesa e della Sede apostolica.

All’opportuna iniziativa si sono associati la diocesi di Roma ed il suo seminario, le Università Pontificie Lateranense ed Urbaniana, l’Azione Cattolica Italiana, i Fratelli delle Scuole Cristiane e Villa Nazaret, nel desiderio di rendere grata testimonianza a colui che, in diversi periodi ed uffici, fu maestro e guida nella formazione della gioventù e nel servizio apostolico.

Ricche e feconde furono, in verità, la vita e l’opera del compianto Cardinale. Nato nel centro di Roma da famiglia di semplici condizioni e di profonda fede, egli fu sempre pervaso di quello spirito che distingue le grandi figure del clero romano: il senso della Chiesa universale, l’attaccamento filiale e la fedeltà incondizionata ai Sommi Pontefici.

Sin dagli albori del sacerdozio, Domenico Tardini seppe unire l’impegno dell’insegnamento, affidatogli nel seminario e nel Collegio Urbano di Propaganda Fide, alla collaborazione nel ministero parrocchiale, nel centro e alla periferia della città. La sensibilità pastorale e la sollecitudine per la cura d’anime non vennero meno, ma anzi si accrebbero, mano a mano che egli veniva chiamato a crescenti responsabilità nel servizio della Santa Sede; di più, ne divennero la costante e luminosa ispirazione.

Queste qualità dovevano, pochi anni più tardi, meritargli l’affetto degli uomini e dei giovani dell’Azione Cattolica, di cui fu assistente dal 1923 al 1929, preoccupandosi di offrire loro una formazione solida e stimolante, radicata nell’assiduità ai sacramenti, nella fedeltà al Papa e in una forte tensione morale.

Dopo che, nel 1929, egli fu nominato Sotto-Segretario della Congregazione per gli Affari Ecclesiastici Straordinari e, successivamente, Sostituto della Segreteria di Stato e quindi Segretario della predetta Congregazione, monsignor Tardini fu del tutto assorbito nell’attività diplomatica della Santa Sede, in cui profuse le sue grandi doti di intelletto e di cuore, in un servizio appassionato, leale e fedelissimo ai miei venerati predecessori Pio XI e Pio XII. Il mondo attraversava, in quegli anni, una crisi di immane portata, provocata dalle crescenti tensioni, poi dal conflitto mondiale e, in seguito, dalle vicende del periodo angustioso del dopoguerra. I documenti e l’attività della Santa Sede in quell’epoca portano l’impronta personalissima di monsignor Tardini, caratterizzata da insonne sollecitudine per il bene della Chiesa e dell’umanità e da una sensibilità autenticamente sacerdotale rivolta ai gravissimi problemi della Chiesa, così come con pari considerazione, alle grandi questioni internazionali ed alla sorte dei più umili.

Ugualmente appassionata fu la sua difesa dei diritti della Chiesa e della libertà religiosa, particolarmente negli anni in cui numerosi Pastori - le cui figure rimarranno nella memoria riconoscente di tutta la Chiesa - e le comunità cattoliche dovettero subire nell’Europa centro-orientale persecuzioni e prove dolorosissime e prolungate.

La fedeltà, la lealtà ed il disinteresse con cui monsignor Tardini svolse il suo ufficio gli valsero da papa Giovanni XXIII, all’indomani stesso della elezione, la nomina all’alto incarico di Segretario di Stato. L’ineguagliabile esperienza di uomo di Chiesa e la vitalità della mente e del cuore, con la consapevole offerta delle sue energie fisiche fino al dono della vita, consentirono al Cardinal Tardini di esprimere tutta la ricchezza delle sue virtù e delle sue doti. A fianco di Giovanni XXIII, egli visse il promettente tempo della preparazione del Concilio Vaticano II mentre, contemporaneamente, si avviava nel mondo lo sviluppo delle giovani nazioni, che si affacciavano all’indipendenza.

Fu dopo la guerra che anche maturò nell’animo del Cardinale il progetto che gli fu più caro, al quale legò il suo sacerdozio ed i suoi beni e che ne conserva e sviluppa oggi ancora gli ideali: Villa Nazaret. Tra le devastazioni del conflitto e le immense attese della ricostruzione, egli colse - con intuizione finissima - l’urgenza di provvedere alla formazione religiosa e culturale di giovani dotati di particolari doni, perché crescessero credenti consapevoli ed ottimi cittadini, sviluppando in una vocazione personale i talenti ricevuti, per restituirne il frutto con un servizio ai fratelli.

Signor Cardinale, nel momento in cui tante distinte personalità della Chiesa come del mondo politico ed accademico, e tanti amici, fra i quali una numerosa schiera di giovani, si raccolgono per commemorare l’insigne sacerdote romano e la sua opera, è mio vivo desiderio di tributare un omaggio grato e devoto alla di lui memoria. In pari tempo, formulo di cuore l’auspicio che dal doveroso ricordo del grande figlio e servitore della Chiesa scaturiscano preziosi insegnamenti di bene per tutti coloro che, nelle diverse situazioni personali, sono chiamati dal Signore a cooperare alla costruzione del suo Regno.

Con questi sentimenti, imparto volentieri a lei, signor Cardinale, ed a quanti partecipano alla santa Messa sulla tomba del compianto Cardinale Tardini nel Monastero carmelitano di Vetralla, così come alla solenne commemorazione nella Pontificia Università Lateranense, la mia benedizione apostolica.

Dal Vaticano, 27 Febbraio 1988.

GIOVANNI PAOLO II

 

© Copyright 1988 - Libreria Editrice Vaticana

 



Copyright © Dicastero per la Comunicazione - Libreria Editrice Vaticana