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PRIMA GIORNATA MONDIALE DI DIALOGO E DI INFORMAZIONE SULL’AIDS

MESSAGGIO DI GIOVANNI PAOLO II
AL DOTTOR HIROSHI NAKAJIMA, DIRETTORE GENERALE
DELL’ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITÀ

 

Al Dottor Hiroshi Nakajima
Direttore generale dell’Organizzazione mondiale della Sanità.

Nell’istituire l’Organizzazione mondiale della Sanità, circa quarant’anni fa, la comunità internazionale dei popoli si proponeva di raggiungere uno dei più nobili scopi cui possa aspirare l’uomo dei nostri giorni: assicurare a tutti i popoli il miglior benessere fisico e mentale delle persone grazie alla cooperazione economica e sanitaria fra gli Stati, alla ricerca scientifica e alla lotta contro ogni tipo di malattia.

Il programma messo a punto dall’Organizzazione mondiale della Sanità nella prospettiva del nuovo millennio, “la salute per tutti - tutti per la salute”, indica il fine di questa prima Giornata mondiale di dialogo e di informazione sulla sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS), che si propone di sensibilizzare l’opinione pubblica e le pubbliche autorità nella lotta contro una malattia la cui gravità suscita una comprensibile preoccupazione a tutti i livelli.

Mi associo volentieri a questa iniziativa e desidero esprimere ad essa il mio sostegno morale, poiché siamo convinti che questa malattia non attenti soltanto al corpo, ma a tutta la persona umana ed anche ai rapporti interpersonali e alla vita sociale.

In ogni tempo, gli organi della società incaricati di vegliare sulla salute pubblica sono stati chiamati ad intraprendere ogni sforzo possibile per assicurare la sua difesa; ma questo non può farsi se non nel rispetto di ogni persona e di tutta la persona, prevenendo la diffusione della malattia e prendendosi cura di coloro che ne sono colpiti. Il grado di civiltà di ogni società potrà essere misurato dalla maniera in cui ciascuna saprà rispondere alle esigenze della vita ed alle sofferenze della persona umana, poiché la fragilità dell’umana condizione esige appunto la più vasta solidarietà nella difesa del carattere sacro della vita, dal suo inizio sino al suo termine naturale, in ciascun istante ed in ogni fase della sua evoluzione.

La Chiesa cattolica, che ha ricevuto dal suo fondatore, Gesù Cristo, l’eredità di rapporti privilegiati ed attenti verso coloro che soffrono, e questo da sempre, non rimane certo indifferente dinanzi alla sorte di questa nuova categoria di malati. Anche loro devono essere considerati come fratelli e sorelle, la cui condizione umana suscita una particolare forma di solidarietà e di aiuto.

Nell’auspicio che la celebrazione di questa prima Giornata mondiale sull’AIDS contribuisca a rafforzare, sul piano internazionale, l’impegno comune contro una tale malattia ed in favore delle persone che ne sono colpite, desidero assicurarle che la Chiesa cattolica, attraverso le sue istituzioni, non mancherà di circondare d’una sollecitudine particolare questa parte dell’umanità sofferente, oggetto del mio affetto e della mia preghiera.

Città del Vaticano, 28 novembre 1988.

IOANNES PAULUS PP. II

 

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