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LETTERA DI GIOVANNI PAOLO II
A MONSIGNOR CAMILLO RUINI NOMINATO
PRO-VICARIO GENERALE PER LA DIOCESI DI ROMA

 

Al venerato fratello
Monsignor Camillo Ruini,
Vescovo titolare di Nepte

Avendo accolto la rinuncia del Signor Cardinale Ugo Poletti all’Ufficio di mio Vicario Generale per la diocesi di Roma, e dovendo provvedere alla scelta del successore, il mio pensiero è andato a Lei, venerato fratello, come a persona particolarmente preparata per assumere l’importante e delicato incarico.

La dispone a ciò il lungo tirocinio svolto nei vari campi dell’apostolato, a cominciare da quello impegnativo ed esigente dell’insegnamento teologico, nel quale Ella ha saputo dare ampia prova delle sue doti di intelligenza e di cuore, associando la non comune preparazione culturale a costante e coraggiosa fedeltà nell’adesione alla Parola di Dio e al Magistero della Chiesa. Non meno significativa è stata, fin dai primi anni del suo sacerdozio, l’attività ministeriale a diretto servizio del Popolo di Dio. L’esperienza pastorale così iniziata ebbe poi modo di approfondirsi maggiormente, quando il Vescovo di Reggio Emilia La volle al proprio fianco come suo Ausiliare. Successivamente un nuovo incarico, quello di Segretario della Conferenza Episcopale Italiana, venne ad allargare ulteriormente l’orizzonte pastorale del suo animo sacerdotale. Questa mansione Ella ha ricoperto con singolare impegno e saggezza, acquistando, mediante i quotidiani contatti con Presuli, sacerdoti, autorità e fedeli, una profonda conoscenza della Nazione Italiana e dei suoi problemi pastorali, ivi compresi quelli di questa città di Roma.

In considerazione di tutto ciò, ho deciso di affidarLe ora, nella qualità di mio Pro-Vicario, ciò che ho di più mio e di più caro: Roma apostolica, coi suoi incomparabili tesori di spiritualità cristiana e di tradizione cattolica; con le sue forze vive di sacerdoti, di comunità religiose, di laici impegnati; ma anche con le sue innumerevoli esperienze umane, con i suoi mille fermenti e con i suoi problemi, con le sue certezze e le sue inquietudini, con le sue realizzazioni e le sue attese.

Nel dichiararLa, pertanto, mio Pro-Vicario per la Città di Roma e Distretto, affidandoLe il pieno esercizio di detto ufficio, Le conferisco, insieme con i doveri, tutti i diritti, le facoltà, le prerogative, di cui fruirono i Vicari Generali per il campo spirituale dei Romani Pontefici miei Predecessori.

Sono certo di trovare in Lei, come nel degnissimo suo Predecessore in questo alto incarico, un collaboratore esperto, fidato, generoso, che saprà posporre ogni altro interesse alla cura assidua e affettuosa della Città. E conoscendo la gravità degli oneri che L’attendono nel nuovo lavoro, invoco su di Lei l’onnipotente aiuto del Signore, per l’intercessione della Vergine Santissima “Salus Populi Romani”, dei Santi Apostoli Pietro e Paolo e di tutti i Patroni di Roma, che non mancheranno di esserLe accanto nella quotidiana fatica.

In pegno dei desiderati aiuti divini, e per rincuorarLa in questo nuovo servizio, che Ella intraprende fiduciosamente “in nomine Domini”, Le imparto con affetto una speciale benedizione apostolica.

Dal Vaticano, 17 gennaio dell’anno 1991, tredicesimo di Pontificato.

GIOVANNI PAOLO PP. II

 

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