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LETTERA DI GIOVANNI PAOLO II
ALL'ARCIVESCOVO SALVATORE DE GIORGI
IN OCCASIONE DI DUE CONVEGNI
DELL'AZIONE CATTOLICA ITALIANA

 

Al venerato Fratello
Mons. SALVATORE DE GIORGI
Assistente Ecclesiastico Generale
dell’Azione Cattolica Italiana

1. L’imminente svolgimento di due Convegni per responsabili e assistenti dell’Azione Cattolica Italiana mi offre l’opportunità di indirizzare anzitutto a Lei e, per il suo tramite, al Presidente, ai Dirigenti dell’Associazione e a quanti prenderanno parte agli incontri, un cordiale saluto. Colgo volentieri l’occasione per esprimere un rinnovato apprezzamento per il costante impegno formativo dell’Azione Cattolica nei riguardi dei propri soci, in linea col suo statuto ed il suo compito nella Chiesa e per la Chiesa. È questo il suo modo peculiare di servire il Vangelo della carità e di contribuire ad un autentico e profondo rinnovamento sociale, come ha ben posto in rilievo il recente Convegno ecclesiale di Palermo.

2. I due Convegni in programma si inseriscono in tale prospettiva di servizio formativo rivolgendosi in particolare al mondo dei giovani e a quello dei ragazzi. Essi infatti sono destinati a quanti, sacerdoti, religiose e laici, lavorano per l’evangelizzazione e la promozione umana della nuova generazione, che è destinata a diventare la prima generazione di adulti del terzo millennio.

In tale prospettiva il Convegno dell’Azione Cattolica dei Ragazzi presenta una forte carica evangelica, condensata nelle parole che richiamano un gesto di Gesù tra i più toccanti: "Li pose in mezzo a loro" (cf. Mt 18, 2 ). In realtà, come ho ribadito nel Messaggio per l’ultima Giornata Mondiale della Pace, nessun autentico sviluppo è possibile nel mondo se non si parte dai diritti dei più piccoli. E Cristo propone anzitutto alla Comunità ecclesiale i bambini come criterio di conversione: "porli al centro" non significa farli oggetto di iniziative, ma lasciarsi provocare da loro ad un autentico e incessante rinnovamento spirituale e pastorale.

3.

La pastorale giovanile della Chiesa e, in essa, dell’Azione Cattolica tende a trasmettere il Vangelo alle nuove generazioni, secondo un progetto apostolico globale, progetto che noi, chiamati dalla Provvidenza a vivere alle soglie del Duemila, troviamo mirabilmente condensato nei documenti del Concilio Vaticano II.

Il Concilio costituisce, pertanto, lo sfondo permanente, l’ispirazione costante dell’Azione Cattolica. In questi trent’anni essa ha posto grande impegno nel far conoscere il Magistero conciliare, nel diffonderlo e farlo amare. Ciò è avvenuto nei vari campi della pastorale: da quella giovanile - come nel caso presente - a quella degli adulti, della terza età e delle famiglie; da quella degli ambienti scolastico e lavorativo a quella culturale e sociale.

4.

Il prossimo Convegno del Settore Giovani ha per tema: "La profezia del Concilio, speranza per l’uomo", ed è incentrato sulla Costituzione pastorale Gaudium et spes sulla Chiesa nel mondo contemporaneo, documento da me "riconsegnato" alla nuova generazione in occasione del pellegrinaggio a Loreto e poi nel Messaggio per la XI Giornata Mondiale della Gioventù. Sono molto lieto che l’Azione Cattolica abbia prontamente raccolto questo invito e si impegni in una lettura sistematica della Costituzione conciliare. Questo documento - come ho sottolineato - è davvero "prezioso e sempre giovane". Esso merita di essere "riletto attentamente" da parte dei giovani, i quali possono trovarvi luce per scoprire la loro vocazione, in questo tempo meraviglioso e drammatico insieme, come tessitori di fraternità e costruttori di pace (cf. Angelus del 10 settembre 1995 e Messaggio cit., n. 3).

5.

Il Vaticano II è stato, in un certo senso, per la Chiesa quello che per l’uomo è la giovinezza: una immissione di novità, di speranza, di apertura al futuro. Quando, dunque, i giovani si impegnano a riprendere tra le mani l’insegnamento conciliare, possiamo dire che due giovinezze si incontrano: quella del Concilio e quella della nuova generazione. Da questo incontro può nascere un impulso proferito per un’umanità rinnovata.

Leggendo, in particolare, la Gaudium et spes i giovani ritrovano due grandi consegne per dare pienezza alla loro esistenza: incontrare Cristo e amare l’uomo. La vita dei giovani di Azione Cattolica, come quella di tutti i loro coetanei, sperimenta i condizionamenti della cultura odierna, che genera non di rado indifferenza verso i valori, chiusura nell’immediato, ripiegamento intimistico su se stessi; ma conosce anche le potenzialità che essa offre, evidenziando la centralità della persona, il senso e il valore della libertà, l’attenzione alla giustizia e alla pace. Vorrei perciò ripetere ai giovani: non abbiate paura di misurare la vita con Cristo: tutta la vostra vita, con i suoi aspetti positivi e negativi. Nell’incontro con Lui, il Signore della vita, potete far emergere la verità di voi stessi, sperimentare in pienezza gioia e speranza.

6.

Essere parte dell’Azione Cattolica, membri di un’associazione laicale che fa suo il fine apostolico della Chiesa, deve sviluppare nei giovani quello che è già proprio di ogni cristiano: la simpatia per l’uomo, per ogni uomo. Occorre farsi compagni di cammino dei fratelli, capaci di dialogare, di riconoscere e accogliere l’altro, di comunicare con tutti, perché le nuove generazioni si aprano agli orizzonti della speranza, orizzonti che non sempre esse riescono a scorgere.

Certo, a tal fine si richiede la capacità di andare controcorrente, di avere il gusto della sfida. Ma l’incontro con il Signore, che dona il suo Spirito, abilita anche a questo, ed è di sostegno la fraternità vissuta nell’esperienza associativa e all’interno della Comunità cristiana. Ci si inserisce così nel cammino di rinnovamento e di conversione verso il grande Giubileo del Duemila, cammino in cui i giovani di Azione Cattolica sono chiamati ad essere gaudium et spes, al servizio della gioia e della speranza dei loro coetanei.

Con questi auspici auguro un fraterno incontro ed un proficuo lavoro e, mentre invoco su tutti la protezione della Vergine Santa e di San Giuseppe, La incarico di partecipare ai convegnisti la mia affettuosa Benedizione.

Dal Vaticano, 7 Marzo 1996.

IOANNES PAULUS PP. II

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