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MESSAGGIO DI GIOVANNI PAOLO II
AL CARDINALE FRANCIS ARINZE, IN OCCASIONE
DEL CONVEGNO DI STUDIO PROMOSSO NEL DECENNALE
DELLA GIORNATA DI PREGHIERA SVOLTASI
IL 27 OTTOBRE 1986 AD ASSISI

 

Al Venerato Fratello
FRANCIS Cardinale ARINZE
Presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Inter-Religioso

Ho appreso con gioia che, in ricordo della memorabile Giornata di Preghiera tenutasi il 27 ottobre di dieci anni fa, si riuniranno nuovamente ad Assisi per iniziativa delle Famiglie Francescane, i credenti di diverse Tradizioni religiose, mossi dal comune intendimento di invocare la pace sul mondo, ancora oggi minacciato da grandi tensioni.

Le Religioni sono chiamate in modo speciale a cooperare all’impegno di tutti gli uomini di buona volontà per il consolidamento della pace nel mondo e le iniziative di preghiera sono uno strumento privilegiato in questo difficile cammino verso la riconciliazione tra popoli e nazioni.

Le Religioni, infatti, proprio in ragione del rapporto con la Divinità che promuovono e coltivano, possono e devono facilitare l’incontro e la comprensione fra gli uomini, anche se di culture e tradizioni diverse. Lungi dal giustificare gli odi e le divisioni, esse devono spingere i propri seguaci a superare le barriere dell’incomprensione e del pregiudizio, favorendo l’apertura agli altri nel rispetto reciproco.

In occasione della Giornata Mondiale di Preghiera per Pace del 1986, auspicai che lo “spirito di Assisi” non si estinguesse, ma che continuasse a “contagiare” uomini e donne, suscitando nel loro animo il desiderio di incontrarsi e di riconoscersi secondo l’esempio di fraternità universale offerto a tutti da san Francesco e santa Chiara d’Assisi (cf. Insegnamenti di Giovanni Paolo II, IX, 2 [1986] 1265).

Oggi mi rallegro nel costatare che questo invito è stata raccolto da molti, in particolare da quanti converranno ad Assisi per questa significativa circostanza. Auspico che ciascuno sappia farsi generoso testimone dello “spirito di Assisi” nell’ambiente in cui si trova a vivere e ad operare, ispirando in ogni circostanza il proprio comportamento ai valori che nell’incontro di dieci anni fa tutti i presenti concordemente condivisero.

Insieme con il mio affettuoso saluto, desidero che Ella, venerato Fratello, trasmetta ai partecipanti l’assicurazione della mia invocazione a Dio, affinché ascolti la richiesta di pace che si eleva da ogni parte della terra.

Come feci già dieci anni orsono, mi è caro concludere questo messaggio di saluto e di spirituale partecipazione alle manifestazioni commemorative con le suggestive parole della “Preghiera semplice”, attribuita a san Francesco, il Poverello di Assisi:

“Signore, fa’ di me uno strumento della tua pace:
dove è odio, ch’io porti l’Amore,
dove è offesa, ch’io porti il Perdono,
dove è discordia, ch’io porti l’Unione”.

Dal Vaticano, 15 ottobre 1996.

IOANNES PAULUS PP. II

 

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