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MESSAGGIO DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II
IN OCCASIONE DELLA GIORNATA INTERNAZIONALE 
DELL
ALFABETIZZAZIONE

 

Al signor Federico Mayor Zaragoza
direttore generale dell’UNESCO.

L’annuale celebrazione della Giornata Internazionale dell’Alfabetizzazione è diventata un’occasione privilegiata per fare un bilancio dei risultati ottenuti nella lotta contro l’analfabetismo e per ricordare la gravità e l’estensione di questo flagello, nonostante l’impegno considerevole per eliminarlo.

Questa giornata consente anche di attirare l’attenzione dei governi e dei responsabili interessati a tutti i livelli, come anche dell’opinione pubblica, sul dovere di rispettare i loro impegni morali e di trovare i mezzi materiali necessari per sconfiggere l’analfabetismo. Con un più profondo e rinnovato slancio di solidarietà universale occorre combattere, nello stesso tempo, le cause dirette e indirette che prolungano uno stato di cose molto preoccupante e che impediscono ancora di conseguire risultati più soddisfacenti.

La Giornata Internazionale dell’Alfabetizzazione 1988 ha luogo all’inizio del decennio mondiale dello sviluppo culturale. Si pone nella prospettiva dell’Anno Internazionale dell’Alfabetizzazione, proclamato dalle Nazioni Unite per il 1990. Questo Anno Internazionale dell’Alfabetizzazione, la cui preparazione e animazione sono stati affidati all’UNESCO, vuole essere un invito pressante all’azione solidale di tutti per giungere, da qui al 2000, ad eliminare l’analfabetismo.

Nella mia recente enciclica Sollicitudo Rei Socialis, con la quale ho commemorato l’enciclica Populorum Progressio del mio predecessore Paolo VI, a vent’anni dalla pubblicazione, ho sottolineato la necessità, per uno sviluppo integrale che riguarda anzitutto la persona umana, di legare agli aspetti puramente economici, gli aspetti sociali e culturali: “È importante che le stesse nazioni in via di sviluppo favoriscano l’autoaffermazione di ogni cittadino mediante l’accesso a una maggiore cultura . . . Tutto quanto potrà favorire l’alfabetizzazione e l’educazione di base che l’approfondisce e completa . . . è un diretto contributo al vero sviluppo (Sollicitudo Rei Socialis, 44). L’enciclica invitava ogni paese ad “agire secondo le proprie responsabilità, senza sperare tutto dai paesi più favoriti ed operando in collaborazione con gli altri che sono nella stessa situazione” (Sollicitudo Rei Socialis, 44). Mi parrebbe giusto che la vostra organizzazione favorisse delle collaborazioni regionali nelle diverse parti del mondo, atte ad intensificare, in modo adeguato alla sensibilità di ogni gruppo umano, l’appropriazione di quelle forme fondamentali di accesso alla cultura e alla comunicazione che sono la lettura e la scrittura. Nel documento già citato, io insistevo anche sulla necessità della cooperazione di tutti perché progredisca lo sviluppo, di cui l’alfabetizzazione è un elemento essenziale: “Quanto si è detto non si potrà realizzare senza la collaborazione di tutti, specialmente della comunità internazionale, nel quadro di una solidarietà che abbracci tutti” (Sollicitudo Rei Socialis, 45).

Questi pensieri appena ricordati non vogliono essere solo degli auguri per il pieno successo della Giornata Internazionale dell’Alfabetizzazione: vogliono essere un appello per una più profonda presa di coscienza del dovere dell’iniziativa e della solidarietà, nel campo dell’alfabetizzazione, per ogni donna e ogni uomo “che bisogna aiutare, che bisogna convincere della necessità di por mano essi stessi al loro sviluppo, acquisendone progressivamente i mezzi”, per usare le parole di Paolo VI nella sua enciclica sullo sviluppo (Paoli VI, Populorum Progressio, 55).

Innalzo a Dio la mia preghiera con queste intenzioni e invoco la sua benedizione su tutti quelli che lavorano all’UNESCO e nel mondo, con instancabile dedizione, a favore dell’alfabetizzazione e dello sviluppo culturale di tutti i nostri fratelli e sorelle dell’umanità.

Dal Vaticano, 20 agosto 1988.

IOANNES PAULUS PP. II



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