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MESSAGGIO DI GIOVANNI PAOLO II
AL POPOLO COREANO

Sabato, 28 aprile 1984

 

Amato popolo di Corea,

desidero innanzitutto augurare a tutti voi abbondanti benedizioni di gioia e di pace in questo periodo pasquale nel quale i cristiani celebrano la risurrezione di Gesù Cristo da morte. Ma Gesù Cristo non è soltanto per quelli di noi che sono cristiani. Sacrificando la sua vita per amore, Gesù Cristo ha vinto il peccato e la morte così che tutti potessero avere la vita eterna. E così, in questi giorni di Pasqua, tutti noi gioiamo nella sua pace, la pace vera che tutta l’umanità ardentemente desidera.

Fra pochi giorni partirò per un lungo viaggio, che mi porterà ad incontrarmi con voi. Fin d’ora, il mio cuore è in Corea. Penso costantemente a voi in questi giorni e prego per voi.

Sto per partire ancora una volta da Roma come pellegrino, per venire in Corea, da amico di tutti voi e come apostolo di pace.

Ovviamente, poiché a me è stato affidato il compito di servire l’intera Chiesa cattolica, vengo nel vostro Paese innanzitutto per quella che è conosciuta come visita pastorale al fine di approfondire i legami con la Chiesa locale. Ma, nello stesso tempo, vengo a condividere le sofferenze e le speranze dell’intero popolo della penisola coreana, e prego con tutto il mio cuore che tutti voi siate presto riuniti nell’amore di un’unica famiglia e possiate vivere in armonia e in pace.

Vorrei che la vostra terra, che tanto ha sofferto per la discordia che affligge tutta l’umanità, possa ora diventare un simbolo di umanità riconciliata nell’amore. Che meravigliosa trasformazione sarebbe!

In questo tempo in cui la Chiesa cattolica, nel suo bicentenario, si sforza d’approfondire la sua fede secondo lo slogan: “Una luce a questa terra”, possa l’intero popolo della vostra terra vivere in modo tale da diventare luce per le nazioni del mondo. Questa, amato popolo di Corea, è la mia fervida preghiera al nostro Dio amorevole e misericordioso.

Auguro ancora a tutti voi e a tutte le famiglie la pace duratura e la gioia del Signore risorto.



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