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MESSAGGIO DI GIOVANNI PAOLO II
AL POPOLO DELL'ECUADOR

Mercoledì, 23 gennaio 1985

 

Signor cardinale,
cari fratelli nell’episcopato,
amatissimi fratelli e sorelle dell’Ecuador.

Mentre mancano solo pochi giorni alla mia visita nel vostro Paese, desidero rivolgervi questo messaggio televisivo, per far giungere con esso da Roma un cordiale e affettuoso saluto a tutti gli ecuadoriani, quelli delle città e quelli dei piccoli villaggi della costa, della cordigliera o della foresta.

Con l’aiuto di Dio, il giorno 29 prossimo sarò nella vostra patria, culla di grandi valori storici, culturali, umani e cristiani che meritano la mia profonda stima, e “focolare” di figure tanto notevoli che hanno arricchito la vostra società e la Chiesa. Giungerò a Quito, mentre si commemorano i 450 anni della prima predicazione del Vangelo.

Il seme della fede, seminato nella terra fertile dell’anima ecuadoriana, ha dato frutti abbondanti. In questo storico crocevia, giunti quasi alla conclusione del V centenario della scoperta e dell’evangelizzazione dell’America, il successore di Pietro, accettando di buon grado l’invito che a suo tempo gli fecero l’episcopato e le autorità ecuadoriane, verrà a farvi visita per adempiere così il mandato di Cristo di confermarvi nella fede (cf. Lc 22, 32).

Le città di Quito, Latacunga, Cuenca e Guayaquil saranno i centri in cui si concentrerà geograficamente la mia visita apostolica. Avrei voluto visitare anche le altre città e villaggi, ma poiché questo non è possibile e il mio viaggio è rivolto parimenti a tutti i membri di quelle Chiese locali, desidero che tutti sentano fin da ora la voce della mia presenza.

È la voce che abbraccia nel Signore la Chiesa di Quito col suo cardinale arcivescovo, i vescovi ausiliari e i sacerdoti diocesani di Ambato, Guaranda, Ibarra, Latacunga, Riombamba e Tulcan, con i loro pastori. Voce di amore fraterno in Cristo per la Chiesa metropolitana di Cuenca e il suo arcivescovo, insieme con le diocesi di Azogues, Loja, Machala e i loro vescovi. Voce di pace nel Signore rivolta alle arcidiocesi di Guayaquil, ai loro pastori e ausiliari, alle diocesi di Portoviejo e della prelatura di Los Rios, con i loro prelati. Voce di affettuosa comunione nella fede in Cristo con i fedeli dei vicariati e delle prefetture di Esmeraldas, Méndez, Napo, Puyo, Zaniora, Aguarico, Galápagos, San Miguel de Susumbíos e del Vicariato castrense, con i loro rispettivi ordinari.

Sono a conoscenza dell’entusiasmo con cui vi state preparando spiritualmente alla visita del Papa. Per questo vi esprimo il mio più vivo apprezzamento e la mia speranza. Desidero e chiedo a Dio che le giornate che trascorrerò in mezzo a voi rappresentino una gioiosa celebrazione della nostra fede e un rinnovato impegno per consolidarla, in prospettiva delle sfide che l’approssimarsi del terzo millennio presenta.

Nelle mani della Vergine santissima, nostra Madre, pongo le intenzioni di questo viaggio, e vi raccomando alla sua protezione. Che il Signore effonda abbondantemente le sue grazie sul fedele popolo ecuadoriano. Benedico tutti voi, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.                                         



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