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DISCORSO DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II
AI MEMBRI DELLA PONTIFICIA COMMISSIONE
PER LA NEO-VOLGATA

Venerdì, 27 aprile 1979

 

Eccellenza, carissimi professori.

Lasciatemi innanzitutto esprimere la grande gioia che provo oggi nel ricevervi qui per la consegna ufficiale all’Edizione Tipica della versione Neo-Volgata della Sacra Bibbia. La mia è la stessa gioia che prova colui il quale può finalmente raccogliere una copiosa messe, che fu oggetto di diuturne e amorose cure.

In questo momento, il mio pensiero non può non andare alla figura dell’indimenticabile Papa Paolo VI, al quale spetta tutto il merito e l’onore di aver intrapreso questa iniziativa, oggi felicemente giunta a compimento, con la definitiva pubblicazione, e di averla seguita e incoraggiata, conducendola fino alle soglie del suo espletamento. La morte improvvisa di lui e quella ancor più repentina del compianto Papa Giovanni Paolo I hanno fatto sì che spettasse a me di promulgare per tutta la Chiesa il risultato di una fatica, che ha interamente preceduto il mio pontificato. In ogni caso, sia ringraziato il Signore, che non lascia mai incompiute le sue opere.

Ma un ringraziamento tutto particolare va a voi, responsabili e membri della Pontificia Commissione per la Neo-Volgata, e a tutti coloro i quali hanno posto la loro competenza, il loro tempo, il loro amore, a servizio di questa impresa, che è scientifica e pastorale insieme. Voi avete prodigato a lungo la vostra scienza qualificata e le vostre indefesse energie in favore di un lavoro, che rimarrà certamente per molto tempo quale segno eloquente di una premurosa sollecitudine della Chiesa per quel Verbo Divino scritto, “dalla cui pienezza noi tutti abbiamo ricevuto” (Gv 1,16), poiché è “parola di salvezza” (At 13,26).

Con la Neo-Volgata, i figli della Chiesa hanno ora tra le mani uno strumento in più che, specialmente nelle celebrazioni della Sacra Liturgia, favorirà un accostamento più sicuro e più preciso alle fonti della Rivelazione, proponendosi anche agli studi scientifici come un nuovo, prestigioso punto di riferimento.

Se me lo permettete, voglio pensare che anche San Girolamo sia contento di questa fatica! La Neo-Volgata, infatti, non solo si pone nel segno della continuità più che del superamento del lavoro da lui compiuto, ma è il prodotto di un’uguale acribia e di un’uguale passione. Inoltre, le nuove conoscenze linguistiche ed esegetiche conferiscono alla nuova versione un timbro di affidabilità certo non minore di quella geronimiana, che pur resse alla prova di un millennio e mezzo di storia. Certamente Girolamo resta un maestro di dottrina e anche di lingua latina, oltre che di vita spirituale. Egli che, per incarico del Papa Damaso, dedicò la vita intera allo studio e alla meditazione del testo sacro, certamente sa quanto costi, ma anche quanto sia esaltante l’amoroso chinarsi sulle Scritture. E certo c’è da augurarsi che per molti cristiani si avveri ciò che capitò a lui e sicuramente anche a voi, secondo le sue parole alla vergine Eustochio: “Tenenti codicem somnus obrepat, et cadentem faciem pagina sancta suscipiat!” (S. Girolamo, Epist. 22, ad Eust., 17).

Il mio auspicio è che quest’opera da voi portata a termine sia veramente feconda per la vita della Chiesa e favorisca sempre più il salutare incontro dei fedeli col Signore, contribuendo a soddisfare quella “fame della parola” di cui parla il profeta Amos (Am 8,11) e che sembra particolarmente acuta ai nostri giorni.

La mia cordiale Benedizione Apostolica accompagni voi come segno di rinnovata gratitudine e di benevolenza, e come pegno degli abbondanti favori del Signore, che sa adeguatamente ricompensare i suoi servitori.



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