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PELLEGRINAGGIO APOSTOLICO IN NIGERIA, BENIN
GABON E GUINEA EQUATORIALE

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AGLI OPERATORI DELLE COMUNICAZIONI SOCIALI

Lagos (Nigeria), 16 febbraio 1982


1. Per la prima volta, dopo l’ultimo 13 maggio, io posso avere un contatto diretto con un gruppo di rappresentanti della stampa, della radio e della televisione. Ed io sono lieto che questo incontro avvenga con voi che siete stati con me durante il mio più recente viaggio in Africa, il primo che io abbia fatto fuori dall’Italia dopo l’attentato alla mia vita.

Molti di voi sono stati a Roma la scorsa estate per informare i vostri lettori, spettatori e ascoltatori sul corso della mia convalescenza. Io desidero ringraziarvi ancora una volta per l’interesse che voi avete dimostrato durante quell’episodio. Io attribuisco il suo felice esito alla speciale protezione del Signore e alla intercessione della Vergine.

2. Ed ora la Provvidenza di Dio ha fatto sì che nello spazio di meno di due anni io potessi fare una seconda visita nel continente africano. Questo incontro con voi in particolare, giornalisti e rappresentanti della radio e della televisione dei Paesi dell’Africa, mi offre una opportunità di riflettere con voi sulla importanza dei mezzi di comunicazione sociale in Africa, oggi.

Voi qui siete alla fase iniziale di sviluppo dei vostri mezzi di comunicazione, mentre i paesi più industrializzati hanno già raggiunto un alto livello in questo settore. Questa situazione accresce le vostre responsabilità, mentre vi offre una occasione unica. Con la vostra azione, la vostra onestà professionale e la vostra dedizione alla causa della verità, voi potete dare un contributo decisivo a questo continente. Orientando i mass-media decisamente al servizio dell’uomo e in favore di una informazione obiettiva, l’Africa può determinare il suo futuro sviluppo.

3. Noi sappiamo che oggi, in questo settore, come in altri, ci sono dannosi squilibri e che diverse organizzazioni internazionali hanno parlato chiaro su di essi. C’è una tendenza verso un esercizio di pressione esterna sul mondo della stampa, della radio e della televisione con l’imposizione, da parte delle nazioni più potenti, non soltanto della tecnologia ma anche delle idee.

Per tale ragione io penso che è importante sottolineare che la sovranità nazionale è salvaguardata attraverso un uso corretto dei mezzi di comunicazione, proprio perché questi mezzi possono diventare strumenti di pressione ideologica. E questa pressione ideologica è più dannosa ed insidiosa di molti mezzi più evidentemente coercitivi.

4. La Chiesa Cattolica continuerà a richiamare l’attenzione sul ruolo delle comunicazioni sociali.

Dopo il Concilio Vaticano II essa ha moltiplicato i suoi sforzi in questo settore. Quest’anno segna il 10° anniversario della pubblicazione della istruzione pastorale Communio et Progressio.

In questo documento si riscontrano tre parole che emergono di preferenza: sincerità, onestà e verità. Se ciascuno di voi seguita a versare questi principi nella pratica della vita, ciascuno nella sua sfera di competenza, allora i mezzi di comunicazione sociale diverranno realmente per tutta l’umanità i mezzi dell’avanzamento sociale e culturale, i mezzi per un vero progresso.

Questa è la speranza che accompagna le espressioni della mia gratitudine, per tutti i sacrifici e servizi che voi avete così generosamente compiuto durante il mio pellegrinaggio pastorale in Nigeria che ora sta per terminare.

Dio benedica voi e le vostre famiglie e conceda a tutti voi di conoscere il suo amore e di fare l’esperienza della sua pace.

           



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