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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II 
AD UN GRUPPO DI LAVORATORI PORTUALI
DEGLI STATI UNITI D'AMERICA

Sabato, 16 ottobre 1982

 

Cari amici.

1. Sono lieto di avere questa occasione di darvi il benvenuto quali membri dell’Associazione Portuali di New York e dell’Associazione Internazionale degli Scaricatori di Porto. Attraverso di voi indirizzo il mio saluto anche ai lavoratori della AFL-CIO e dell’Associazione Internazionale Lavoratori del Trasporto. E aggiungo che in questo momento il mio pensiero si rivolge a tutti i lavoratori d’America.

2. La vostra visita al Papa questa mattina è un’opportunità per noi di riflettere insieme, anche se brevemente, su un importante problema che tocca le vostre vite, e le vite di milioni di uomini e di donne di tutto il mondo, ed è questo: il valore del lavoro e la dignità dei lavoratori.

La Sede Apostolica e l’intera Chiesa Cattolica in tutto il mondo fanno esperienza della necessità di ripetere questo messaggio al fine di essere fedeli a Gesù Cristo e all’umanità. Il lavoro è partecipazione dell’uomo all’opera creatrice di Dio; in una forma o nell’altra esso costituisce il compito di tutti gli uomini e le donne. Tutti sono chiamati a comprendere il significato del lavoro nella loro vita e a vedere come esso sia in relazione al bene comune di tutta la società. Nel proclamare il significato del lavoro e del suo valore, la Chiesa deve necessariamente insistere sui diritti dei lavoratori: diritti che sono dati loro da Dio e appartengono alla natura dell’uomo e che la società è chiamata a proteggere e a favorire - mai a violare, o tanto meno, a tentare di negare.

I diritti dei lavoratori sono i diritti della persona umana, che nessun potere umano può impunemente trasgredire. Si tratta di diritti inalienabili e di libertà legittime. Nove anni fa il mio predecessore Paolo VI così si espresse a questo proposito: “Fintantoché nell’ambito delle singole comunità nazionali, coloro che detengono il potere non rispettano nobilmente i diritti e le legittime libertà dei cittadini, la tranquillità e l’ordine (anche se possono essere mantenuti con la forza) non sono che una simulazione ingannevole e instabile, indegna di una società di esseri civilizzati” (Paolo VI, Allocutio ad Sacri Collegii Cardinales, die 21 dec. 1973: Insegnamenti di Paolo VI, XI [1973] 1227).

3. Insieme alla proclamazione dei diritti dei lavoratori, la Chiesa proclama anche i loro doveri: attraverso un onesto lavoro, i lavoratori sono chiamati a contribuire al benessere della società e a quello di tutta l’umanità. Sia i diritti che i doveri dei lavoratori costituiscono una grande opportunità di servizio al mondo. È attraverso il lavoro che l’umanità dell’uomo si realizza; è attraverso adeguate condizioni di lavoro che la vita diviene più umana per gli individui e le società. Per questa ragione, io ho sottolineato nell’enciclica dedicata a questo problema che il lavoro umano è una chiave per comprendere l’intera questione sociale “probabilmente la chiave essenziale” (Giovanni Paolo II, Laborem Exercens, 3).

4. In questo importante momento nella storia dei lavoratori del mondo, è necessario sottolineare la “necessità di sempre nuovi movimenti di solidarietà dei lavoratori e con i lavoratori” (Ivi. 8). Voi stessi sentite questa solidarietà con i lavoratori del mio paese natale, la Polonia, e io ve ne sono grato. La forza della vostra solidarietà ad una causa giusta, costituisce un contributo immenso alla dignità umana dei lavoratori di tutto il mondo. Si tratta di ottenere le libertà fondamentali, che possono svilupparsi solo, come dite voi in America, “in un clima di libertà e di giustizia per tutti”.

Da parte sua, la Chiesa Cattolica continuerà a proclamare il valore del lavoro; essa lavorerà e si adopererà per questa causa. Ma, soprattutto, proclamerà la dignità dei lavoratori. E la Chiesa continuerà a pregare, perché questo è il suo contributo più efficace - il contributo più efficace di tutti noi.

E nello svolgimento delle vostre attività, possiate anche innalzare i vostri cuori a Dio, il Creatore dell’uomo, e continuare a chiedere libertà e giustizia per tutti.

 

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