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PELLEGRINAGGIO APOSTOLICO IN POLONIA
(16-23 GIUGNO 1983)

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AL SENATO E AI PROFESSORI
DELL'UNIVERSITÀ CATTOLICA DI LUBLINO

Varsavia (Polonia) - Venerdì, 17 giugno 1983

 

Magnifico Rettore, Reverendo Padre,
Cari Signori e Signore,

Vi ringrazio per la vostra visita a Varsavia, dato che non si è potuto giungere a una mia visita a Lublino. Desidero assicurarvi ancora una volta che ho tanto desiderato - e continuo a desiderare - di trovarmi all’Università Cattolica di Lublino, che per vari anni è stata il mio banco di lavoro. Devo tanto al lavoro nel vostro Ateneo, che apprezzo altamente. La Facoltà di Filosofia non volle rinunciare alla mia collaborazione persino quando, come Arcivescovo di Cracovia, potevo adempierla solo molto saltuariamente. È vero, tuttavia, che fino all’anno 1978 mantenni contatti scientifici con l’Università, e prima di tutto - grazie ai meravigliosi collaboratori che mi sostituivano sul posto - potevo dirigere a distanza la Cattedra di Etica. Poiché, nonostante le ripetute offerte di dimissioni, il Decanato e il Rettore costantemente decidevano di mantenere questa impostazione, io vi trovavo una specie “di assoluzione”.

I problemi della scienza, e particolarmente i problemi della scienza accademica, mi sono stati sempre profondamente a cuore. Ho considerato sempre e considero gli atenei cattolici un indispensabile elemento costitutivo della missione della Chiesa. Se Cristo inviò gli apostoli per “ammaestrare tutte le nazioni” (cf. Mt 28, 19), allora in questo mandato è contenuto qualche fondamentale presupposto per entrare sul terreno della scienza, perché tra l’insegnamento e la scienza c’è uno stretto ed organico rapporto.

Sono lieto del fatto che, nell’anno della riacquistata indipendenza dello Stato - nell’anno 1918 - sia sorta a Lublino l’Università Cattolica. Questa coincidenza di date ha una sua molteplice eloquenza. Evidentemente corre un certo rapporto organico tra l’indipendenza e l’università e tra l’indipendenza e la “cattolicità”. Questa eloquenza trova la sua espressione nel motto “Deo et Patriae”, ai quale l’Università Cattolica di Lublino è rimasta fedele durante tutti gli anni della sua esistenza; e questi anni sono ormai 65. Sono lieto di aver potuto avere in questi 65 anni anche la mia modesta piccola parte.

Se oggi siete venuti nella decisione di consegnarmi il dottorato “honoris causa ex universa”, ebbene, anche se ciò non trova riscontro nella tradizione del mio ministero, in questo caso mi arrendo. Non posso oppormi alle autorità dell’Università, che per tanti anni sono stati i miei datori di lavoro, e le autorità universitarie costituivano nei miei riguardi un’istanza superiore. Devo, del resto, ammettere lealmente, che già una volta “mi arresi”, in simile modo alla prepotenza universitaria, quando ciò ebbe luogo a Coimbra, in Portogallo. Come in quel caso - in questo ancor di più! - che questa mia sottomissione sia l’espressione del rispetto e dell’amore che nutro per la scienza e in particolare per l’Università Cattolica di Lublino. Sia espressione dell’amore, col quale circondo questa cattolica “Alma Mater” nella mia Patria.

Desidero rendere un profondo “homagium” davanti a tutte le generazioni dei Rettori, dei Professori, del Personale docente ed amministrativo, e infine davanti a tutte le generazioni di studenti dell’Università Cattolica di Lublino. Anche se in condizioni economiche estremamente modeste - appoggiandosi sulla generosità della comunità cattolica in Polonia - essi hanno costruito un grande edificio. E lo hanno costruito in mezzo a tutte le difficoltà, che la Patria sperimentò nell’arco di 65 anni, specialmente nel periodo della seconda guerra mondiale e della terribile occupazione.

Dalle generazioni che sono passate scrivendo le proprie pagine nella storia dell’Ateneo cattolico, vengo a quelle contemporanee. Mi rivolgo a tutte le Università, a tutte le Facoltà, a tutti gli Istituti di carattere scientifico, come pure all’apparato amministrativo, collegati con la struttura accademica dell’Università. Auguro che l’Università Cattolica di Lublino costituisca un autentico ambiente di lavoro scientifico ed educativo secondo le migliori tradizioni della cultura universitaria polacca, europea e mondiale. Auguro che essa sia una comunità viva di professori e di studenti, uniti dal profondo amore per la verità, e al tempo stesso profondamente radicati in un ordine di valori che sia cristiano e insieme veramente umano. Auguro che per mezzo della nostra Università Cattolica si moltiplichino gli uomini saggi e intrepidi in terra polacca.

Il mio incontro con una rappresentanza dell’Università Cattolica di Lublino avviene sull’itinerario del mio secondo pellegrinaggio in Patria, unito col Giubileo dei sei secoli di Jasna Gora. Mi trovo sulla strada che va da Varsavia, per Niepokalanów, a Jasna Gora. E là, davanti alla effigie della Madre della nostra Nazione, desidero depositare come “votum” questa onorificenza accademica, che mi viene data da parte vostra. Là desidero affidare a Maria, Sede della Sapienza, la cattolica “Alma Mater” di Lublino e tutto ciò che essa sta facendo per il futuro della Chiesa, della Nazione e della cultura.



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