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PELLEGRINAGGIO APOSTOLICO IN POLONIA
(16-23 GIUGNO 1983)

INCONTRO DI GIOVANNI PAOLO II
CON GLI AMMALATI NELLA CATTEDRALE DI CZESTOCHOWA

Czestochowa (Polonia) - Sabato, 18 giugno 1983

 

Voglio ringraziare di cuore per l’accoglienza in questo tempio stazionale, come l’ha chiamato il mio caro fratello Monsignor Stefan, Vescovo della Chiesa di Czestochowa. Questo tempio è nello stesso tempo il cuore della Chiesa di Czestochowa, in quanto cattedrale di questa Chiesa. Al cuore della Polonia cattolica, a Jasna Gora, si arriva attraverso questo cuore della Chiesa di Czestochowa. Io faccio questa strada poiché, seguendo Pietro, devo legare sulla terra quello che è legato nei Cieli; e sulla terra le Chiese si legano ai loro Vescovi; si legano tramite le Cattedrali che costituiscono il cuore delle Comunità diocesane; si legano anche tramite i Santuari che costituiscono il cuore delle Nazioni e dei Popoli interi, così come la Nostra Jasna Gora costituisce il cuore della Nazione polacca, della Chiesa sulla terra polacca. Quindi, ringrazio per questa accoglienza, ringrazio per l’accoglienza nella Cattedrale di Czestochowa, intitolata alla Sacra Famiglia, nella Cattedrale che mi è ben nota, che mi è molto cara, che è stata visitata da me molte volte. Sono contento di potermi trovare qui ancora una volta e di poter iniziare ancora una volta la visita a Jasna Gora tramite il mistero della Sacra Famiglia.

Voglio esprimere la mia grande commozione per l’incontro che mi è dato vivere in questa cattedrale poiché avete invitato ammalati, e soprattutto giovani ammalati. Dico commozione poiché l’incontro con gli ammalati porta sempre con sé una profonda commozione: una commozione addirittura inesprimibile. Non è una commozione soltanto umana, ma commozione della sofferenza umana, è una commozione cristiana, evangelica, direi mistica.

Nella sofferenza ci appare in un certo modo il mistero della Redenzione che in un modo particolare, si fa presente tra noi, si fa visibile e palpabile. Quelli che soffrono, quei giovani sofferenti sono una continuazione particolare del Cristo sofferente, e il Cristo sofferente, Cristo crocifisso, è la nostra saggezza e la nostra forza. Perciò, quando mi incontro con voi, cari fratelli e sorelle, cari figli, credo di incontrare la forza e la saggezza divina che esiste nella Croce del Cristo. Mi appoggio tutto su questa forza e saggezza così come san Paolo assicurava che annunciamo il Cristo Crocifisso, il quale è la saggezza di Dio e la forza di Dio. Voi mi aiutate, seguendo l’apostolo, a pensare allo stesso modo, e ad annunciare allo stesso modo. Voi, cari malati, preparate in un certo senso la mia anima per salire a Jasna Gora. Siete quest’atrio di purificazione prima che io ci salga, prima che mi trovi dinanzi al volto della Madonna di Jasna Gora, della Madre e Regina della nostra Nazione; prima che io compia questa grande celebrazione del 600° anniversario in nome della Chiesa e della Nazione. Siete voi l’atrio di purificazione; attraverso l’incontro con voi vivo questa profonda conversione al mistero della Redenzione di Cristo della quale devo riempirmi affinché io possa presentarmi su, a Jasna Gora, con tutto l’impegno interiore di fede, di speranza e di amore, che mi deve riempire, affinché io possa con questa fede, speranza e amore servire tutti i pellegrini che sono venuti o che verranno, così come me, che vengo qui come pellegrino.

Quindi sono grato prima al giovani e dopo a tutti coloro che partecipano alla celebrazione di domani per avermi trattenuto in questa Cattedrale di Czestochowa intitolata alla Sacra Famiglia, vi sono grato di essermi venuti incontro, di avere portato qui la vostra sofferenza, il vostro sacrificio e la vostra preghiera e di avermi sostenuto sulla strada che porta a questo grande santuario della storia del nostro Popolo. Affido anche alle vostre preghiere e al vostro sacrificio questo mio servizio pastorale in terra polacca e altrove.

Ricordate che ogni giorno mi unisco a voi nel punto culminante dell’Eucaristia, e che vi invito sempre a questo momento; invito tutti quelli che soffrono e invito voi da qui, da Czestochowa, affinché possiamo, uniti in questo mondo, vivere sempre più fruttuosamente il mistero dell’Eucaristia; più fruttuosamente rinnovare la Croce, la Morte, la Risurrezione del Cristo nella forma sacramentale, eucaristica.

Saluto anche tutti i presenti nella Cattedrale: Vescovi, rappresentanti del Capitolo di Czestochowa, sacerdoti, religiose, tutti i fedeli. Saluto tutti quanti radunati davanti alla Cattedrale.

Cari fratelli, vengo qui per essere uno di voi pellegrini, anch’io come pellegrino. Che la nostra strada sia comune, che la nostra preghiera sia umile, che il nostro amore sia potente, che la nostra speranza sia più grande di tutto ciò che la potrebbe ostacolare.

Desidero darvi la mia benedizione insieme con il Vescovo di Czestochowa e con i miei fratelli nell’Episcopato presenti qui, ai Cardinali, al Primate polacco, al Metropolita di Cracovia, agli altri ospiti, Cardinali e Vescovi, affinché sia segnata con questa benedizione la prima stazione della mia via verso Jasna Gora.



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