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SALUTO DI GIOVANNI PAOLO II
AL SUO ARRIVO A CASTEL GANDOLFO

Palazzo Pontificio - Mercoledì, 11 luglio 1984

 

Buona sera.
Sia lodato Gesù Cristo.

Il mio arrivo era ufficialmente fissato per il giorno 15, domenica. Allora questo mio arrivo di oggi non è un arrivo! Almeno nel senso ufficiale. Vi sono grato per la vostra presenza qui e vi saluto cordialmente tutti: cittadini e ospiti di Castel Gandolfo perché in questo periodo di vacanze Castel Gandolfo diventa una cittadina molto più numerosa. Saluto le suore, saluto i carissimi confratelli nel presbiterato, i sacerdoti; voglio salutare le autorità, il signor sindaco che vedo sul balcone, così anche le autorità della diocesi di Albano. Mi trovo sempre molto bene sotto la giurisdizione del vostro vescovo monsignor Dante Bernini. Lo saluto cordialmente. Sta qui dietro a me. Saluto poi l’autorità della casa, il direttore delle Ville pontificie e tutti i suoi collaboratori; infine la Specola vaticana, i padri Gesuiti che dirigono questa Specola. Forse non tutti lo sanno ma è un’istituzione molto importante. Ci affidiamo alla Madonna che è tanto venerata nella vostra chiesa parrocchiale. Così devo salutare e saluto, lo faccio anche con grande piacere e di tutto cuore, il vostro parroco. E così divento, come già per tutte le altre volte, il vostro concittadino e il vostro parrocchiano. Mi raccomando alle vostre preghiere; attendo le vostre visite, le visite dei cittadini di Castel Gandolfo e degli ospiti, per incontrarci e per approfittare della nostra permanenza comune creando così anche una comunità e una comunione. Questa comunione la viviamo con la presenza di Gesù, così come lui ha detto: “Dove sono due o tre congregati nel mio nome, io sono con loro”. Vi benedico, carissimi, e vi auguro una buona permanenza a Castel Gandolfo e nei dintorni.

 

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